Il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone rende omaggio a uno dei più raffinati interpreti occidentali della xilografia giapponese con la mostra “Ligustro, gioia di vivere - Le stampe giapponesi di un artista ligure”, dedicata a Giovanni Berio (1924–2015), in arte Ligustro. L’esposizione inaugura giovedì 18 dicembre alle 16, con ingresso libero, e sarà visitabile da venerdì 19 dicembre fino all’8 marzo.
La rassegna celebra un artista riconosciuto a livello internazionale come una vera eccellenza italiana nella xilografia policroma giapponese, capace di padroneggiare con rigore e sensibilità una tecnica complessa e antica, reinterpretandola con uno stile personale e poetico.
"La rassegna Ligustro, gioia di vivere è un omaggio alla maestria e alla passione di Giovanni Berio, un artista ligure che ha dedicato la sua vita alla xilografia policroma giapponese. Le sue opere, esposte al Museo Chiossone, sono un esempio di come l'arte possa essere un ponte culturale tra i popoli e un mezzo per veicolare messaggi di pace e di bellezza" ha commentato l’assessore alla Cultura Giacomo Montanari. "Dopo la personale del 1996, La perla e la farfalla. Nishiki-e xilografie di Ligustro, il Museo Chiossone rinnova oggi l'omaggio all’artista ligure, offrendo ai visitatori un'opportunità unica di scoprire la sua arte e la sua eredità culturale".
Nato a Imperia nel 1924, Giovanni Berio intraprese un percorso artistico radicale a partire dal 1986, dedicandosi in modo esclusivo allo studio delle tecniche di incisione e stampa giapponesi del Periodo Edo (1603–1868). Da questa scelta nacque un corpus di opere di straordinaria qualità tecnica, oggi celebrato anche nel decennale della sua scomparsa.
La mostra mette in dialogo le opere di Ligustro con i capolavori degli artisti giapponesi che furono per lui fonte costante di ispirazione. Accanto alle stampe, ai libri e ai surimono donati dall’artista al Comune di Genova negli anni Novanta - oggi parte della collezione del museo – sono esposte anche opere provenienti dagli eredi, che ne hanno concesso il prestito. Il percorso espositivo si arricchisce inoltre delle incisioni dei grandi maestri dell’ukiyoe come Hiroshige, Kaigetsudo Ando, Utamaro e Hokusai, particolarmente amati da Ligustro.
Specializzato nella tecnica Nishiki-e, detta delle “stampe di broccato”, Ligustro padroneggiava ogni fase del processo: dall’intaglio delle matrici lignee alla stampa su carte artigianali giapponesi. Una maestria considerata insuperabile, tanto che lo studioso Jack Hillier, massimo esperto mondiale di stampa giapponese, affermò che nessun altro artista occidentale ha eguagliato il suo livello tecnico nell’incisione.
Accanto al rigore tecnico, l’artista si è distinto per l’uso raffinato dei colori, ottenuti con materiali tradizionali come polveri, foglie d’oro e d’argento, polveri di perle di fiume e conchiglie macinate (gofun). Nelle sue opere compaiono tecniche di pregio come il rilievo a secco (Karazuri), le sfumature (Bokashi) e l’uso della mica (Kirazuri). Pur ispirandosi ai canoni nipponici, la sua tavolozza cromatica risulta più tenue e delicata, segno di uno stile autonomo, capace di trasmettere messaggi di serenità, poesia, natura e bellezza.
Ligustro ha rappresentato un vero ponte culturale tra Italia e Giappone, riportando sulla costa ligure tecniche ormai quasi dimenticate persino nel Paese d’origine e trasmettendole ai suoi allievi. Il valore del suo lavoro è riconosciuto anche dai numerosi patrocini della mostra, tra cui quelli della Fondazione Italia–Giappone, della Fondazione Mario Novaro, del Circolo Parasio di Imperia e del Comune di Imperia, che custodisce una straordinaria donazione dell’artista: migliaia di matrici lignee, libri, documenti e l’intero archivio della sua vita artistica, oggi conservati nella Biblioteca civica Leonardo Lagorio.
Profondo fu anche il legame con Genova e con il Museo Chiossone, dove Ligustro studiò a lungo le opere dei grandi incisori del Periodo Edo e al quale donò surimono, stampe e due libri in tiratura unica, tra cui l’album Palloncini e 12 haiku di Matsuo Bashō, esposti in mostra. Un dialogo ideale che richiama la figura di Edoardo Chiossone, anch’egli incisore ligure e appassionato divulgatore della cultura giapponese, rendendo l’esposizione un omaggio coerente con la storia e la missione del museo.