Attualità - 30 dicembre 2025, 10:54

Polizia penitenziaria, al via la sperimentazione dello spray al peperoncino

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria autorizza l’uso temporaneo di uno strumento di autodifesa non letale per gli agenti in servizio

Al via la sperimentazione, della durata di sei mesi, del nuovo strumento di dissuasione e autodifesa a base di Oleoresin Capsicum, comunemente noto come spray al peperoncino, destinato al personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. La misura è prevista da un provvedimento del 22 dicembre 2025 firmato dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Stefano Di Michele.

Nel pieno rispetto del principio di proporzionalità tra offesa e difesa, si ricorre al dispositivo che nebulizza capsaicina per fronteggiare un’azione violenta, una minaccia o una resistenza rivolta all’operatore di polizia penitenziaria o verso terzi coinvolti”, spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE).

Durante la fase di sperimentazione, le cartucce utilizzate per l’addestramento e lo spray decontaminante conterranno esclusivamente sostanze non nocive. I contesti operativi interessati includono celle e aree detentive come corridoi, rotonde e spazi interni ed esterni ai reparti, aree all’aperto, trasporto e traduzione dei detenuti, e le operazioni dei gruppi speciali del Corpo, come Gom, Gio e Gir. È invece vietato l’uso dello spray all’interno degli automezzi della Polizia Penitenziaria.

Al termine dei sei mesi, una Commissione dedicata redigerà una relazione conclusiva che sarà sottoposta al Capo del DAP, per valutare la possibile dotazione definitiva dello strumento agli agenti.

Piuttosto che niente, piuttosto”, commenta Capece. “Oggi le nostre colleghe ed i nostri colleghi svolgono servizio all’interno delle sezioni detentive completamente disarmati e le aggressioni hanno raggiunto picchi inaccettabili. Chi aggredisce un membro delle Forze di Polizia attacca lo Stato; la risposta deve essere ferma per evitare emulazioni”.

Il leader del SAPPE sottolinea come la sperimentazione rappresenti un segnale positivo da parte del Governo e dell’Amministrazione Penitenziaria, ma invita a ulteriori interventi concreti. Tra le proposte avanzate, Capece suggerisce strumenti come il Flash Ball o il BolaWrap. Il Flash Ball, in uso presso la polizia francese, spara proiettili di gomma morbida da 44 mm a bassa energia, esercitando una forza simile a un pugno medio e riducendo il rischio di lesioni gravi. Il BolaWrap, già impiegato in alcune città italiane dalla polizia locale, lancia un laccio in Kevlar lungo 2,5 metri che si avvolge rapidamente attorno al soggetto, limitandone i movimenti. “Sono strumenti non violenti utili per gestire persone non collaborative, spesso in stato di alterazione o in condizioni pericolose, come frequentemente accade in carcere”, conclude Capece.

Redazione