Innovazione - 14 maggio 2018, 10:16

Insights Discovery: "conoscersi" attraverso un software

“Conosci te stesso”, diceva l’antico Oracolo di Delfi. Ma oggi anche un software arriva in aiuto. E' il caso di Insights Discovery, basato sulla teoria di Jung. A spiegare come funziona è Alessandra Romano della Parodi School

Insights Discovery: "conoscersi" attraverso un software

“Conosci te stesso”, recita l’antico Oracolo di Delfi. Ma se puoi farlo rapidamente, con l’ausilio di un software, è meglio. O così pare usando Insights Discovery. Insight è termine che indica in psicologia la presa di coscienza, ma che in questo caso è appunto un software scozzese, basato sulla teoria junghiana dei quattro colori, impiegato dalle grandi multinazionali, da McDonald’s a AirFrance, ma anche da piccole e medie imprese. In Italia e qui a Genova. Perché per rendere di più e meglio occorre che i dipendenti, di qualsiasi tipo di azienda, capiscano se stessi e i propri colleghi, così da poter dare il massimo, convivendo in armonia. Anche a casa. A spiegarci come è Alessandra Romano, della Parodi School, centro di formazione per aziende, che usa questo sistema dal 2013.

Esattamente che cos’è Insights Discovery?

È un metodo di sviluppo delle risorse umane, che ha come filo rosso il profilo personale. Si tratta di uno strumento per lo sviluppo delle persone, molto noto nelle grandi aziende, da MacDonald ad AirFrance alle banche, alle multinazionali farmaceutiche. Il gap era sull’azienda media piccola, che fa sempre più fatica ad approcciare la formazione per lo sviluppo delle persone, quindi abbiamo attivato il centro di formazione che ha come core business questo metodo per lavorare sulle persone. Sinteticamente: non è un test, ma un questionario di autovalutazione, basato sul modello junghiano, quindi sui tipi psicologici. Ci sono comportamenti standard, infatti, che ci fanno assomigliare o differenziare dagli altri e sono quattro quelli che ha individuato Jung. E Insights è una multinazionale con sede centrale in Scozia, che lavora con un team della Oxford University, di psicologi del lavoro, informatici e psichiatri, che hanno creato questo strumento, che ha semplificato la teoria di Jung, rendendola fruibile a tutti attraverso questo profilo, pensando specialmente al mondo del lavoro, e a ogni figura professionale, dal magazziniere all’amministratore delegato, anche se si può usare anche per la propria sfera personale.

Come funziona?

Si basa su quattro colori, che sono quattro energie, che rappresentano ognuno un tipo di comportamento, e sono il giallo, il rosso, il verde e il blu. In ognuno di noi ci sono tutti i tipi comportamentali, ma prevalentemente ne usiamo uno o due. Quindi si compila un questionario online di quindici minuti ed esce fuori un profilo in cui ci sono le caratteristiche e, attraverso un grafico, la spiegazione di quale energia esprimo e quali caratteristiche ho. Un esperto, come me, poi spiega, in base al modello, che caratteristiche ognuno ha. Capendo il modello si capiscono anche gli altri. Posso capire sia i miei punti di forza e debolezza, ma anche degli altri. L’aspetto scherzoso, ma utile, è che da noi ognuno ha un cappellino col proprio colore energetico, e lo mettiamo durante le riunioni, così ci si ricorda meglio come comportarsi con l’altro, in base alle sue caratteristiche.

Quante applicazioni può avere all’interno di un’azienda?

Ci sono modi diversi di utilizzo, per esempio per fare coaching individuali: se una persona deve cambiare ruolo in azienda, deve imparare a fare cose nuove e ha paura; lo si aiuta e gli si imposta un percorso di crescita con un coach, fissando obiettivi che si raggiungono con questo strumento. Si usa molto anche nella formazione del team: metti in un’aula un gruppo di persone e queste si capiranno meglio. Le aziende vedono subito i cambiamenti a livello di clima, relazioni, comunicazione. E serve anche a fare le selezioni del personale: alla fine dalla selezione, quando si arriva a due candidati, oltre alla valutazione delle competenze curricolari e tecniche, si valuta anche il loro modo di comportarsi, specialmente quando hanno caratteristiche simili.

Serve quindi a indicare  il ruolo che ogni dipendente può rivestire in azienda?

Le energie-colore indicano anche la tipologia professionale e quindi è utile conoscerle soprattutto se bisogna rivedere l’assessment aziendale. Quella gialla, tendenzialmente estroversa, è portata ai rapporti interpersonali, quella verde, paziente, è portata all’ascolto e all’empatia, quella rossa all’ambizione e all’egocentrismo, mentre quella blu è energia molto introspettiva, razionale, precisa, adatta allo studio e all’approfondimento.

Chi lo sta usando a Genova?

Sono 15 aziende in settori diversi: dalla start up innovativa, alla ristorazione, dalla falegnameria, ai servizi, dalla produzione di alimenti artigianali, alle cooperative e aziende di smaltimento rifiuti. Sono aziende che hanno dai 10 ai 50 dipendenti.

Si registrano cambiamenti eclatanti attraverso questo strumento?

Sì, per esempio in un’azienda di tecnologia il capo, classico ingegnere un po’ rigido, si è trovato a dover anche coordinare e promuovere i prodotti e le ricerche. Ora va in giro a fare convegni e coordina tutto benissimo. Miglioramenti evidenti sono tra i venditori: come azienda abbiamo visto che gli agenti migliori, i cosiddetti “Gold”, hanno aumentato il fatturato in modo esponenziale. Questo in chi vende, già bravo in modo naturale, si vede di più, forse meno tra gli amministrativi, che però sono migliorati dal punto di vista relazionale, e la comunicazione tra colleghi è importante. A volte alcuni imprenditori non capiscono che questo non si fa per buonismo, ma perché quando il clima è buono si lavora meglio e si rende di più. Diminuiscono gli intoppi, le pratiche non finite, i rallentamenti dovuti alle barriere comunicative.

Qualcuno si è scoperto diverso da quello che pensava?

Sì, diciamo che tendenzialmente il profilo ha capacità di riconoscimento del 90%, ma lo stesso 90% nota cose di sé cui prima non aveva fatto caso. Sono proprio gli insigh, quelle intuizioni di cose di cui prima non ci si era resi conto, specialmente se si è persone rigide. Ma soprattutto l’effetto wow è verso l’altro, scoprendo che il collega ha potenzialità che non si conoscevano o che ha comportamenti che possono essere interpretati in modo differente dal solito e non negativo.

Di conseguenza migliorano anche gli altri tipi di relazioni?

Sì, qualcuno si è anche separato. Dopo questo percorso una donna, che doveva prendere in mano le redini dell’azienda, ha cambiato cose di sé e della vita e ora è più felice e separata. Anch’io stessa sono cambiata.

Ma come si fa a diventare esperti accreditati di Insight Discovery come te?

Ci vuole la Laurea in Lettere, Psicologia o Economia e si fa un corso di quattro giorni alla Insights con esame e attestato finali.

Medea Garrone

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