Economia - 15 novembre 2018, 08:47

Lavoro, Cgil Liguria: aumenta la disoccupazione, ma anche l'export

Gli occupati sono calati passando da 624 mila a 603 mila; è aumentato il tasso di disoccupazione (9,5 contro il 6,6) e il crollo del ponte Morandi ha amplificato e ingigantito tutti gli elementi di debolezza strutturale del nostro sistema produttivo

Calo demografico, invecchiamento e impoverimento dei cittadini, crisi occupazionale, finanziaria, bancaria e produttiva; gli ultimi otto anni hanno segnato profondamente assetti, strutture e tenuta economica della Liguria” così Marco De Silva responsabile dell'Ufficio Economico Cgil Liguria commenta il report che offre una fotografia socio economica completa della nostra regione a partire dal 2010, anno in cui si è sviluppata, anche in Liguria, la Grande Recessione economica che aveva investito il Paese già a partire dal 2008.

Il report, elaborato su dati Istat, Unioncamere e Bes (Istat) è stato consegnato ieri pomeriggio ai 300 delegati presenti al XII Congresso Cgil Liguria. Accanto agli indicatori in rosso, il report segnala anche importanti segnali di sviluppo, di tenuta e di possibile rilancio quali l’export, l’innovazione tecnologica legata ad una nuova stagione di produzione industriale, il turismo e la cultura, i servizi avanzati; ma come evidenzia ancora De Silva “Gli investimenti produttivi e gli impieghi sono ancora insufficienti e il decisore politico spesso è incapace di progettare, programmare ed indirizzare misure efficaci e in tempi brevi. In otto anni i depositi sono cresciuti di quasi il 60% segno di un’imponente massa di risorse bloccate nella rendita e stornate da ben più fecondi utilizzi per la collettività”.

Alcuni dati del Report: in Liguria tra il 2010 e il 2017 abbiamo perso 59.807 residenti passando da 1.616.788 a 1.556.981, tendenza negativa che nemmeno i 138.324 stranieri censiti l’anno scorso sono riusciti ad evitare. Anche gli occupati sono calati passando da 624 mila a 603 mila; è aumentato il tasso di disoccupazione (9,5 contro il 6,6) ed è sceso il numero delle imprese industriali e artigiane da 142.830 a 136.670 ed è aumentato il numero dei fallimenti da 200 nel 2010 a 226 nel 2017.

Tra i dati positivi l’export, con un aumento del 36,1 per cento (7.955 milioni di euro del 2017 contro i 5.845 del 2010), il turismo con un aumento di presenze del 12,7 per cento (anche se cala la permanenza media da 3,7 giorni a 3,2), il valore aggiunto del manifatturiero che cresce ad un ritmo doppio rispetto a quello medio regionale (+19,9% contro +9,3%) ed il dimezzamento delle ore autorizzate per integrazioni salariali (CIG).

Federico Vesigna, Segretario Generale Cgil Liguria così commenta i dati “Nei primi 6 mesi di quest'anno la Liguria aveva agganciato la ripresa; si è trattato però di una ripresa fragile tanto che l'occupazione è tornata a crescere ma è tutta occupazione precaria. In questo contesto il crollo del ponte Morandi ha amplificato e ingigantito tutti gli elementi di debolezza strutturale del nostro sistema produttivo; per questo la priorità non può che essere quella di ricostruire il Ponte Morandi nel più breve tempo possibile e realizzare quelle opere fondamentali per il futuro della regione. Senza Terzo Valico e Pontremolese, il sistema dei porti liguri rischia di non cogliere le opportunità della nuova via della seta”.

Comunicato stampa