"Con grande ritardo il sindaco Marco Bucci annuncia un’assemblea pubblica per il 17 o 18 giugno sul piano demolizione delle pile 10 e 11 di Ponte Morandi e dei palazzi sottostanti a quel che rimane del viadotto tragicamente crollato il 14 agosto scorso e già smontato in molte parti - si legge in una nota stampa firmata dal pd Genova e dal gruppo consiliare a Palazzo Tursi -. La sua decisione arriva dopo il lungo e inspiegabile silenzio alla richiesta avanzata nei mesi scorsi dai capigruppo del Pd di Regione Liguria e Comune di Genova, che hanno scritto a Toti e a Bucci, senza ottenere alcuna risposta. Lo stesso aveva fatto anche il Municipio Medio Ponente, avanzando una richiesta formale, con gli stessi risultati".
"Dopo avere ignorato l’iter istituzionale e la controparte politica, il sindaco si trova ora costretto a prendere atto del disorientamento dei cittadini, che vogliono un’occasione di confronto e di approfondimento per comprendere meglio i dettagli della demolizione ed essere consapevolmente informati sulle procedure messe in atto - scrive ancora il Partito Democratico -. È un diritto dei genovesi sapere ed essere rassicurati non solo a parole, ma con l’evidenza delle documentazioni. Ci sono punti poco chiari. Per esempio sappiamo che l’azienda demolitrice, secondo quanto scritto a contratto, deve tenere sempre aperte due delle quattro strade interessate alla demolizione, ma su due sponde diverse, mentre attualmente sono chiuse al traffico entrambe le strade sulla sponda di levante. Non sono dettagli per chi abita e lavora in quei quartieri. Conoscere la situazione è un diritto. Assistiamo infatti ogni giorno alle proteste da parte dei cittadini che vivono in quella parte di città e nelle aree limitrofe, per il mancato coinvolgimento nelle scelte dell’amministrazione. Occorre chiarire ogni dubbio per poter procedere con efficacia e rapidità nei lavori".