Politica - 25 luglio 2019, 18:15

Pirondini nel Consiglio di indirizzo del Teatro Carlo Felice

I gruppi del M5S in Comune e Regione: "Carica non remunerata ma al contempo con enormi responsabilità"

Pirondini nel Consiglio di indirizzo del Teatro Carlo Felice

“Luca Pirondini è stato indicato quale rappresentante del Ministero (e non del Comune di Genova, che a suo tempo aveva indicato l’attuale vicepresidente del Consiglio Pani) in seno al Consiglio di Indirizzo della Fondazione”, fanno sapere in una nota congiunta i pentastellati di Regione Liguria e Comune di Genova.

“Il regolamento del Comune di Genova sulle nomine nelle società partecipate e controllate non esclude la possibilità della nomina in questione: la Fondazione non è soggetto partecipato o controllato dal Comune di Genova, che è solo socio fondatore insieme a Regione Liguria e Stato Italiano, ed è da quest’ultimo socio che Luca Pirondini è stato nominato”, dichiarano riprendendo una nota ministeriale, aggiungendo inoltre: "Il fatto di aver collaborato sempre con contratti a tempo determinato, con l’Orchestra del Teatro, testimonia il fatto che della Fondazione Pirondini non è un dipendente e che quindi anche in questo caso non possa sussistere nessun conflitto di qualsivoglia natura".

“Il Comune di Genova non determina ‘l’indirizzo’ della Fondazione (come erroneamente sostenuto dall’assessore Cavo), poiché questa decide il proprio orientamento strategico autonomamente come qualsiasi Fondazione di diritto privato attraverso il Consiglio di indirizzo, appunto, che non è un ‘Consiglio di amministrazione’ (come sostiene ancora una volta Cavo) e quindi ha un ruolo di alta rappresentanza e non di amministrazione”, spiega la capogruppo regionale Alice Salvatore.

“Non esiste alcun conflitto - continuano i pentastellati liguri -. Infatti, i Consiglieri di indirizzo, una volta in seno al Consiglio, operano in piena indipendenza e rispondono solo nei confronti della Fondazione dell’esercizio delle medesime funzioni: non esiste alcun vincolo di mandato ed essi non rappresentano i soggetti pubblici o privati che li hanno designati o nominati, né a essi rispondono”.

 “Lo Statuto prevede espressamente la gratuità della carica per la quale non solo non si percepisce un compenso ma nemmeno un simbolico gettone di presenza per la partecipazione alle riunioni, pur essendo enormi le responsabilità”, conclude la nota.

Redazione


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