"L'arte è come i bambini, non ha favoriti." Parola di collezionista, e più precisamente di Jane Nathanson.
E' un'affermazione che ricorre frequentemente tra gli amanti dell'arte. Per la maggior parte di loro ogni opera è come un bambino, da preservare e curare, indipendentemente dal soggetto. Come darle torto? Sappiamo però che in fondo i preferiti sono sempre esistiti, probabilmente per lo stesso motivo per cui un colore ci attrae più di un altro, è naturale, un istinto! La casa di Holmby Hills a Beverly Hills è l'ingresso al paradiso, capace di far dimenticare ogni pensiero, ma non l'arte ed il design.
Double Elvis di Warhol a sinistra, olio di Franz Kline in bianco e nero, Giallo e nero di Ellsworth Kelly
Il giardino
Untiled di Alexander Calder
Entrati nella proprietà si è liberi di sospirare "OOH".
L'esterno con piscina a raso pavimento sembra essere disegnato da uno scenografo professionista. Prepara alla pulizia delle linee e delle forme che si ritrovano all'interno casa. Si può dire che il verde è l'elemento ed il colore predominante, ed è bilanciato da arredi e pareti bianche, che funzionano da quinte scenografiche per le sculture.
Lo sfondo chiaro funziona come un foglio, pronto a far sbalzare la scultura di Alezander Calder, famoso per le sue opere cinetiche meglio conosciute come mobile, leggere ed equilibrate.
scorci delle opere di Calder, esterne all'appartamento.
La villa
Gli interni sono prevalentemente bianchi, ma gli ambienti non sono freddi o impersonali: i quadri esposti negano il concetto di galleria per la maggior parte della villa, e disegnano un guscio che riflette la personalità dei collezionisti d'arte che la vivono. Moderni, rigorosi e stravaganti!
Non è infatti da tutti esporre un Roy Lichtenstein con tre metri quadrati di vernice gialla in un soggiorno, affiancato poi ad un celeste ovale di Damien Hirst ed alla Testa d'uomo di Picasso, sistemata a capotavola. Occorre coraggio, forza e passione! L'insieme è una vera esplosione di colori, stili e forme in perfetto equilibrio!
Anche gli arredi e i lampadari sembrano dialogare con le opere, quasi come animati da una vita nuova.
Laundromat by George Segal
La stanza rossa, bianca nella realtà ma colorata dalla luce del mobile, è a metà tra una sala espositiva e d'attesa. Piena di pathos, riporta lo spettatore agli anni '80, tra mosaico e arredi storici.
Ogni ambiente della casa è libero da ornamenti, arredi ingombranti o elementi che possano intralciare il passaggio. Un effetto voluto per facilitare l'osservazione delle opere, proprio come si è soliti fare in un museo. Nelle zone più vissute, come il soggiorno, la cucina e la sala da pranzo la pavimentazione è in listelli di legno scuro, mentre nelle zone d'esposizione le piastrelle sono molto ampie e chiare, per lasciare spazio all'arte colorata.
Anziana coppia sulla spiaggia, di Barbara Kruger, albero genealogico di Zang Huan
Andy Warhol & Jean MIchel Basquiat GE Tobacco e Seal Walrus di Jeff Koons
Ogni stanza è studiata nel minimo dettaglio, ogni scultura curata e posizionata al centimetro: nulla è lasciato al caso.
Tutti gli angoli rappresenta una vera mostra in chiave teatrale, in cui ogni oggetto è collocato al millimetro per generare coni ottici funzionali ai percorsi della casa. Un vero progetto per l'arte. D'altronde quando si possiedono quadri e sculture di questo calibro ogni cosa si deve intersecare con l'architettura d'interni, per essere elevata ed ottimizzata.
Opera al neon Maurizio Nannucci
Opera su tela di Roy Lichtenstein
Trittico di Joanne Hertz
Si può dire che la classe è il nesso tra lo spazio e l'arte, e la casa. La rappresentazione di chi questa casa l'ha creata e la vive.