Indignazione e stupore, stupore e indignazione. Così la stragrande maggioranza dei praesi e dei palmaresi ha reagito, alla notizia che la Fondazione Primavera ha conferito, attraverso una targa, la cittadinanza onoraria di Pra’ a Gilberto Danesi, amministratore delegato di Psa Italia, l’ente che gestisce lo scalo container della delegazione.
Nulla contro la persona, né contro il professionista, ci mancherebbe. Ma è stato il gesto a inquietare la cittadinanza, e pure quella parola ‘dialogo’ spesa da qualche media, che proprio non pare quagliare rispetto ai contrasti, ancora in essere e ancora piuttosto marcati, tra attività produttive e insediamenti abitativi.
Va detto che il lavoro della Fondazione Primavera, in delegazione, è sempre stato importante e assai qualificato. Ma la targa a Danesi, per quanto simbolica, non va proprio giù. Così come non vanno giù i continui rumori, sia diurni che notturni, prodotti dal porto, dalla ferrovia, dalle autostrade, e chi più ne ha, più ne metta.
È vero che Psa ha avviato alcune opere di mitigazione, è vero che c’è in piedi tutto un progetto per la realizzazione delle ‘dune’, a protezione della fascia di rispetto, è vero che da tempo si sta progettando la completa elettrificazione delle banchine. Ed è altrettanto vero che Psa ha restituito, negli anni, al Ponente, anche attraverso elargizioni e contributi, non ultimi quelli messi a disposizione per il nuovo verde di Voltri e le rotatorie di Pra’. Ma da lì a parlare di ‘dialogo’, evidentemente ce ne passa.
Ieri pomeriggio, nel corso della seduta del Consiglio Municipale del VII Ponente, i consiglieri di maggioranza - e capigruppo rispettivamente di Lista Crivello e A Sinistra - Giovanni Battista Sacco e Filippo Bruzzone hanno espresso le loro perplessità attraverso un’espressione di sentimenti. Perplessità condivise anche da Silvia Brocato, assessore municipale alla Cultura, in quota Partito Democratico.
Secondo Filippo Bruzzone, “come consigliere di Municipio e come cittadino nato e cresciuto a Pra’, non sono d’accordo. Chi ha deciso, con quale legittimazione e per quali ragioni di dare ‘la cittadinanza onoraria’ al dottor Danesi del Psa? La trovo una mossa francamente azzardata e fatta da chi, in questi anni, non si è poi impegnato più di tanto a dare una mano al Municipio nella battaglia per avere un ambiente più pulito: dove sono i riscontri precisi sull’elettrificazione? Dove sono i calcoli di riduzione di impatto acustico delle ‘dune’? Perché nessuno mi ha dato riscontri sul monitoraggio in continuo delle emissioni? Perché nessuno dice nulla sui rumori portuali, cambiando la zonizzazione acustica?”.
E mentre su Facebook monta la protesta popolare, accompagnata dalla fotografia della premiazione e dallo slogan ‘Non in mio nome’, Bruzzone ricorda: “Sono in Municipio da due anni, in questo tempo, insieme a colleghi e cittadini, abbiamo proposto tutte queste cose: zero riscontri, zero risposte. C’è un fine comune: lottare per avere una Pra’ migliore, una salute migliore, spiace notare che forse non tutti a Pra’ remano nella stessa direzione”.
Contrario pure Massimo Currò, capogruppo del Movimento 5 Stelle al VII Ponente: “Ma a nome di chi è stata fatta questa scelta? Io credo che qualcuno ci debba delle spiegazioni”. A fargli eco, Roberto Di Somma, presidente del Comitato Palmaro, che raccoglie circa duecento iscritti: il borgo adiacente a Pra’ non ha mai raccolto nulla, in termini di mitigazione e di miglioramento della vivibilità. “Francamente, la cittadinanza onoraria a Danesi ci pare una scelta assurda e non abbiamo mancato di rimarcarlo. Sono troppe le criticità aperte con il porto container, troppe le risposte che non ci sono mai arrivate, troppe le promesse che ci sono state fatte e, sinora, non sono mai state mantenute”.
Guido Barbazza, che è tra i creatori della Fondazione Primavera, ribadisce la bontà della scelta: “Avevamo iniziato anche noi a protestare, a manifestare, ma non riuscivamo a cambiare nulla, eravamo pieni di bernoccoli, ma nessun risultato - sostiene dalle colonne del portale ‘Supratutto’, che è l’house organ della Fondazione - E allora abbiamo deciso di cambiare strategia: identità, rappresentanza, influenza. Incontrare gli interlocutori, sedersi attorno a un tavolo e cercare insieme delle soluzioni, avendo ben presenti i nostri obiettivi”.
‘Supratutto’ parla di “una vera rivoluzione, una rivoluzione positiva, costruttiva, che ha già prodotto buoni frutti e altri ne produrrà. Un porto attento ai bisogni dei cittadini, meno rumore, meno fumo, fino ad arrivare a portare a termine il nostro progetto di Pra’ futura: un progetto, non un sogno, con il porto isola, il verde aumentato e una passeggiata ampliata e arricchita, che continui lungo la banchina di Levante, con uno spazio per le evoluzioni veliche. Una passeggiata con la lama d’acqua che costeggi Pra’ Palmaro, la sistemazione delle sponde del San Pietro”.
Sono due impostazioni differenti: lotta da una parte e dialogo dall’altra. Tutto va bene, purché arrivino i risultati. A Pra’ iniziano a vederne qualcuno, a Palmaro la strada è ancora lunghissima.
Il tasto dolente è lo sfilacciamento del fronte cittadino: perché, laddove c’è divisione, chi ne guadagna - e la Storia lo insegna in tutte le epoche - è sempre e soltanto il più forte. Inutile dire, a conti fatti, di chi si tratti, nel caso del porto di Pra’ e degli insediamenti abitativi che gli stanno a contorno.






