Attualità - 15 dicembre 2019, 16:44

Masone, la grande magia del presepe meccanizzato in stile Anni Trenta

Sino al 9 febbraio, la splendida Natività è visitabile, a ingresso libero, presso le sale dell’antico Museo del Ferro, grazie al lavoro e alla passione degli Amici del Museo di Masone. Allestite pure le due mostre dedicate al pittore Federico Palerma e al fotografo Carlo Minotti

Masone, la grande magia del presepe meccanizzato in stile Anni Trenta

Natale è anche tempo di presepi, e uno dei più suggestivi, nonché in continua espansione, si trova in Valle Stura, nelle sale del Museo Civico Andrea Tubino di Masone. In quel complesso che ospita un’importante testimonianza legata all’arte del ferro e alla sua lavorazione, ogni anno l’allestimento della Natività diventa sempre più bello, grazie all’instancabile e prezioso lavoro dell’associazione Amici del Museo di Masone, in particolare dei fratelli Gianni e Tomaso Ottonello, vere colonne portanti di un gruppo che conta innumerevoli e meritevoli appassionati e volontari.

Il Presepe Meccanizzato di Masone è stato inaugurato la scorsa settimana e resterà allestito sino al prossimo 9 febbraio, con orari di visita ogni sabato e domenica dalle 15,30 alle 18,30. Dal 23 dicembre al 6 gennaio, inoltre, aperture tutti i giorni dalle 15,30 alle 18,30, mentre per altri orari e visite infrasettimanali si può prendere contatto con il numero telefonico 347 1496802, oppure scrivendo alla mail museomasone@gmail.com.

Per questa edizione 2019/2020, l’ambientazione è negli anni Trenta del Novecento: “Quella di quest’anno - afferma Gianni Ottonello - è la diciassettesima edizione, e, come ormai consuetudine, ci troveremo a visitare Masone intorno agli anni 1930. Le animazioni e i movimenti meccanizzati riportano alla memoria i vecchi mestieri e le vecchie usanze: la fucina, il maglio, i boscaioli, i contadini, i falegnami e il fumo dei camini animano la rappresentazione. Naturalmente, come ogni anno, c’è da scoprire qualche parte nuova che, inserita nel contesto tradizionale del presepe, porterà nuovi stupori al visitatore. Un’occasione unica per tornare bambini con i bambini. Si entra nel presepe come tante figurine, ma poi si esce ricchi di felicità”.

L’ingresso è libero per tutti i visitatori. Ad arricchire la proposta culturale, anche stavolta gli Amici del Museo di Masone hanno aggiunto un paio di mostre: la personale del pittore Federico Palerma e l’esposizione di fotografie realizzate da Carlo Minotti e intitolata ‘Reportage’, con le belle ‘Immagini e fantasie dal trenino rosso del Bernina’ e ‘I colori di Praga’.

Palerma nasce a Genova nel 1963. Si diploma all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, vive e lavora a Genova, dove insegna Pittura all’Accademia Ligustica. Ha esposto sia nel capoluogo ligure, che in altre città italiane e in molte città europee. Tra le ultime uscite, nel 2019 è al Museo della Commenda di Genova con la personale ‘La materia e il gesto’, presso lo Hyunnart Studio di Roma con la personale ‘Flussi’ e a Framura con ‘Dipinti e disegni’.

Quanto a Minotti, nasce a Milano nel 1950, e dopo aver vissuto sino alla fine degli anni Ottanta a Cassina Savina e a Meda, si trasferisce a Genova, dove a tutt’oggi risiede. Ingegnere elettronico, ha insegnato elettrotecnica nella scuola media superiore ed è stato docente presso l’Istituto Tecnico Nautico ‘San Giorgio’ di Genova dal 1995 al 2007. Iscritto al Circolo Fotografico di Como nei primi anni Ottanta, lo ha frequentato per moltissimi anni. Ha partecipato inoltre alle attività del Gruppo Polaser di Faenza, dell’Università Popolare Sestrese, del 36° Fotogramma, del Circolo ‘Exposed’ e di ‘Comunicarte’ di Genova. Ha costantemente abbinato la produzione di immagini con ricerche e sperimentazioni del linguaggio fotografico. Uno dei suoi ultimi lavori realizzati è stato quello dell’interpretazione delle opere grafiche di Dario Fo.

Le mostre collaterali restano aperte negli stessi orari del Presepe meccanizzato e del Museo del Ferro. Tra Natività, antiche tradizioni, pitture e foto, ecco l’occasione di un bel tuffo nel passato, ricco di fascino e suggestioni, e con un pizzico di sempre sana nostalgia.

Alberto Bruzzone

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