Attualità - 19 dicembre 2019, 16:55

Alla scoperta dei ‘Cristezzanti’ grazie ad una visita guidata nelle sale del museo navale di Pegli

Domenica 22, a Villa Doria, un percorso tra sculture inedite, tessuti preziosi e gli argenti

Alla scoperta dei ‘Cristezzanti’ grazie ad una visita guidata nelle sale del museo navale di Pegli

Sta riscuotendo grande successo, presso il Museo Navale di Genova Pegli, la mostra ‘Cristezzanti’, dedicata a sculture maraglianesche, argenti, tessuti e il mondo delle casacce: un evento organizzato dal Municipio VII Ponente e dal Cup - Centro Universitario del Ponente, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Comune di Genova e del MuMa, l’Istituzione dei Musei del Mare e della Navigazione.

Domenica 22 dicembre, alle ore 15,30, è prevista una visita guidata straordinaria, all’interno di un percorso che si snoda tra le sculture inedite ritrovate negli Oratori del Ponente genovese e di Mele, i preziosi tessuti e gli argenti, gentilmente concessi dalle confraternite. “Nella mostra - racconta Matteo Frulio, assessore municipale con delega al Turismo e tra i principali artefici di quest’esposizione - sono infatti collocati crocifissi processionali dell’ambito di Anton Maria Maragliano e Agostino Storace, studiati da Sara Garaventa, accanto a sculture lignee ritrovate in questi ultimi anni, tra cui un gruppo completo di Cerofori della fine del ‘500, collocati un tempo agli angoli di un’antica cassa processionale e ritrovati nell’Oratorio di Santa Maria Assunta di Pra’. Il San Michele Arcangelo di Fiorino, conservato in una soffitta e oggi restaurato in occasione dell’apertura della mostra da Aurelia Costa, ha ritrovato il suo antico splendore”.

Una sezione, poi, è dedicata agli stupefacenti tabarrini, alcuni dei quali risalgono al XVIII secolo e appartenevano alle confraternite di San Giacomo delle Fucine. “Tra questi - prosegue Frulio - è stato restaurato il prezioso tabarrino della Confraternita di Sant’Ambrogio di Voltri da Elisa Levrero, che ha anche curato la ricerca storica di ogni singolo corredo liturgico. Accanto gli argenti utilizzati nelle processioni, i canti, che con il loro fruscìo metallico, sono collocati alle estremità dei crocifissi processionali, i calici e le mazze processionali concludono il percorso approfondito da Letizia Ciarlo”.

È una mostra che, tuttavia, pone le opere d’arte in rapporto con gli uomini delle casacce, le loro usanze, il loro vestiario tipico e non solo. I loro volti, di ieri e di oggi, sono posti accanto agli oggetti che normalmente vengono utilizzati nelle processioni. Una mostra che guarda alla storia ma anche alla contemporaneità, concentrandosi sugli aspetti meno noti della vita dei ‘Cristezzanti’. La visita guidata sarà tenuta dalla restauratrice del San Michele, Aurelia Costa, e da Matteo Frulio, che ha curato il catalogo della mostra, aiutato da alcuni giovanissimi cristezzanti, che spiegheranno come si utilizzano le singole componenti del vestiario tipico delle casacce.

La partecipazione è gratuita. Eventuali offerte, così come il ricavato dalla vendita dei cataloghi, saranno devolute a interventi di restauro delle confraternite. La mostra ‘Cristezzanti’ resterà allestita sino al 2 febbraio del 2020, con i seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13; il sabato dalle 10 alle 18; la domenica dalle 10 alle 13. Aperture straordinarie domenica 22 e domenica 29 dicembre, dalle 10 alle 18.

Si tratta di una tradizione che, specialmente a Ponente, è ancora molto sentita, da Multedo a Pra’, da Voltri ai paesi e ai comuni dell’entroterra. Tutti si conoscono, tutti collaborano, c’è tanto ricambio generazionale, tanta voglia di portare avanti simboli e usanze che erano dei padri, e ancor prima dei nonni, e ancor prima dei bisnonni. “Questo progetto è il frutto del lavoro intenso di molte persone, iniziato a gennaio del 2019 e portato avanti pian piano. La mostra è un’occasione per far conoscere a tutti il mondo dei Cristezzanti, degli Otoianti e quindi delle Confraternite del Ponente Genovese e di Mele, con i loro sette secoli e oltre di storie da raccontare”, spiegano gli organizzatori.

Nel libro-catalogo, c’è anche l’intervento dello storico dell’arte Franco Boggero: “I grandi Crocifissi settecenteschi dei Cristezzanti - ricorda lo studioso - sono tutt’altra cosa: si presentano come strutture complesse e iper-ornate, che aspirano a una vera e propria immersione nello spazio. E anche qui torna, ancora, l’idea e l’immagine dell’albero, quella di fronde agitate dal vento, per cui il fruscìo del fogliame metallico sistemato ad arte sui capicroce potrà evocare il mormorìo di un bosco ripale, se non proprio la gioia leggera di un pioppo di pascoliana memoria”. Poesia, arte, storia e stile: tutto questo sono i ‘Cristezzanti’.

Alberto Bruzzone

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