- 28 dicembre 2019, 14:00

Castelvecchio di Rocca Barbena e il 'Bastian Contrario'

I ritrovamenti di epoca romana della “Necropoli di Erli” ne testimonierebbero un origine risalente al I° secolo. Oggi è noto per la sua storia medievale e da una nota leggenda

Castelvecchio di Rocca Barbena e il 'Bastian Contrario'

Fondato e sviluppato dai marchesi di Clavesana tra il XII e il XIII secolo, Castelvecchio subì un importante assedio nel 1287 dall’esercito del marchesato di Ceva Giorgio che lo danneggiò vistosamente, mentre nel XIV secolo, tornò importante grazie al vicino feudo di Zuccarello (sede di marchesato) che inglobò nello stesso. Grazie a un matrimonio politico tra Enrico Del Carretto e Caterina Clavesana (figlia del marchese e dei Clavesana Zuccarello), tornò a splendere in quanto il castello di Castelvecchio fu scelto come residenza dei novizi sposi che acquisirono anche metà dei territori del feudo.

Il castello dei Clavesana, eretto sul poggio sovrastante il borgo medievale, ha origini risalenti all’XI° secolo e fu edificato proprio dai marchesi di Clavesana. Nel 1672 i soldati della Repubblica di Genova lo assediarono e lo danneggiarono vistosamente, ma il maniero resistette ancora una volta, dimostrandosi una costruzione solida e forte. Nel 1844 passò alla famiglia Del Carretto del ramo di Balestrino, poi ai Malco e infine ai Del Conte che dal 1997 che si occuparono di un restauro. Attualmente il castello non è visitabile essendo proprietà privata, tuttavia non mancano occasioni grazie alle manifestazioni culturali che si svolgono all’interno del borgo. Per i più coraggiosi, il sentiero “du Castagneu” circumnaviga l’intero castello e offre panorami mozzafiato camminando attraverso strapiombi a dir poco affascinanti.

 

La storia di questo borgo è antica e ricca di aneddoti, ma una leggenda lo rende ancora più “curioso”. La storia popolare di Sebastiano Contrario, che seppur individuato dal duca Carlo Emanuele II di Savoia come un “suddito bandito catalogato” del Piemonte, lo avrebbe incaricato di un compito ben preciso, ovvero di assalire e depredare come atto di guerriglia le carovane genovesi che attraversavano quei territori a confine con la Repubblica di Genova e di far base in difesa del castello di Castelvecchio. Di fatto, Sebastiano e i suoi sgherri attaccarono e depredarono anche viandanti piemontesi e carovane dei Savoia, sottraendone le merci. Da queste azioni contrastanti nacque l’espressione “Bastian Contrario”. La morte di Bastian Contrario avvenne a seguito dell’assedio di Castelvecchio e alla conquista dei genovesi del 1672, dove a quanto pare morì nella poderosa esplosione della polveriera del castello, probabilmente, in quanto secondo altre fonti fu catturato e impiccato dai Turchini genovesi, o secondo Gramegna, autore del romanzo “Bastian Contrario” scritto nel 1925, si gettò dal dirupo della fortezza (Luigi Gramegna, Bastian Contrario. Un bandito piemontese del XVII secolo”. Viglongo 1945).

 

 

Nelle foto: i novizi sposi Enrico Del Carretto e Caterina Clavesana: Alessandro Oliveri e Cristina Peruzzi. Sebastiano che parla con il soldato della Repubblica: Marco Serra e Gianluca Messina.

 

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Dario Rigliaco

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