Politica - 30 gennaio 2020, 16:41

Pd: “Scandalo radioterapia al San Martino, ridurre al minimo i disagi di chi è costretto a curarsi a Savona”

“Serve un sistema di trasporto più efficiente per i malati che li riporti direttamente a casa una volta terminate le sedute”

Pd: “Scandalo radioterapia al San Martino, ridurre al minimo i disagi di chi è costretto a curarsi a Savona”

“Al di là dei proclami dell’assessora Sonia Viale – fa saper in una nota il Pd – lo scandalo della radioterapia del San Martino non è stato ancora risolto: ogni giorno i pazienti vengono portati a Savona con le navette ed altri mezzi dell’Asl per essere sottoposti alle sedute che Genova non è in grado di effettuare”.

“Ma quando hanno finito – prosegue la nota – vengono riportati al San Martino da dove devono ripartire per tornare a casa autonomamente. Per quale motivo questi malati, che già sono costretti a sopportare enormi disagi, non possono essere accompagnati direttamente a casa propria una volta finite le cure al San Paolo? Perché vengono mollati al San Martino? Molti di loro abitano lontano dall’ospedale e, a fine giornata, dopo una lunga sessione di cure, devono anche affrontare un secondo e spesso interminabile viaggio”.

“Come gruppo del Pd – continua la nota – abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere di trovare una soluzione a questa situazione. A tal proposito si potrebbero utilizzare le pubbliche assistenze. Ma l’assessore Viale e il commissario di Alisa Locatelli devono intervenire. Non possono continuare a stare a guardare come hanno fatto in tutti questi anni in cui non si sono accorti che era necessario sostituire gli acceleratori lineari. Bisogna evitare queste maratone inutili ai pazienti”.

“Oggi sul Secolo XIX - conclude la nota - abbiamo letto che chi viene curato al San Martino attraverso l’unico macchinario parzialmente funzionante deve fare i conti con liste d’attesa lunghe anche otto mesi. Uno scandalo. Già nel 2015 l’allora direttore generale Barabino aveva segnalato la necessità di sostituire gli acceleratori lineari del San Martino. Due anni dopo l’attuale direttore generale dell'ospedale Ucci ha chiesto più volte ad Alisa d’intervenire. Tutte segnalazioni cadute nel nulla: né il commissario straordinario Locatelli né l’assessora Viale hanno mai ritenuto di raccogliere quelle grida d’allarme. Sono loro che avrebbero dovuto provvedere a sostituire gli acceleratori lineari e non lo hanno fatto. In un Paese normale si sarebbero dovuti dimettere”.

Redazione


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