- 18 febbraio 2020, 11:27

Omicidio del karaoke, l'amica che ha ospitato Massari: "Giocava con mia figlia, era felice con lei"

Questa mattina l'udienza nel processo che vede coinvolto il killer che ha ucciso Deborah Ballesio. Il giovane che lo ha accompagnato a Sanremo: "Mi ha legato le mani dietro la schiena, ha detto che 'se ci fermano, sparo agli sbirri"

"Ha tirato fuori la pistola, me l'ha fatta vedere ma non l'ha puntata, mi ha detto 'se ti muovi ti sparo, non ti faccio nulla, voglio essere portato dal carcere'. Ho accettato e mi ha legato le mani dietro la schiena prima di salire in macchina con un foulard rosso e siamo andati in carcere a Sanremo".

Antonio Moio, il ventenne residente a Quiliano, che è stato costretto da Domenico "Mimmo" Massari, il killer che ha ucciso l'ex compagna Deborah Ballesio, a portarlo alla casa circondariale sanremese, ha deposto questa mattina in Tribunale a Savona ripercorrendo tutti i fatti occorsi quella sera.

"Era sera stavo andando in bici a fare un giro Vado, ho parcheggiato la macchina vicino al supermercato 'In's e mi si avvicina un uomo sui 45 anni, sulla cinquantina, chiedendomi un passaggio all'autogrill, aveva i capelli corti, il cappellino e un gilet. Mi sono rifiutato e poi ha tirato fuori la pistola".

Il giovane, interrogato dal Pm Chiara Venturi, dopo aver accettato di portare Massari a Sanremo, è stato quindi legato, con il killer che ha guidato la sua auto nel viaggio verso il carcere: "Mi ha chiesto di spegnere il cellulare all’interno dell’auto. Abbiamo parlato durante il viaggio, mi ha detto che non ce l’aveva con me e che ero la prima persona che aveva incontrato sulla sua strada. Era stato subito minaccioso, poi durante il viaggio si scusava" ha continuato Moio che ha specificato di conoscere la nipote del killer. 

"Ci siamo fermati a far benzina in un’area di servizio in autostrada e gli ho dato dieci euro, stavo per fermarmi in un'altra zona ma c'era una pattuglia e mi ha detto:'se ci fermano sparo agli sbirri'.  Siamo arrivati a Sanremo, è sceso e ho visto mentre stavo ripartendo che si stava dirigendo verso il carcere. Ho riacceso il cellulare e avevo diverse chiamate, tra le quali quella dei miei genitori e subito non gli ho detto cosa fosse successo, appena sono arrivato a casa, gli ho raccontato tutto, per me era un brutto sogno ed era finito, volevo solo dormire, sono poi andato a far la denuncia ai carabinieri il mattino dopo" ha concluso il 20enne di Quiliano.

Successivamente è stata chiamata a deporre Giulia Costantini, 35 anni di Albisola, una sua amica che lo aveva ospitato quando era uscito dal carcere nel 2018.

"Lo conosco da 20 anni, io l'ho visto il giorno che è uscito dal carcere a Verbania nel maggio del 2018. Ha vissuto da me e moralmente non stava bene, piangeva, stava zitto, aveva la psoriasi e non voleva farsi curare ma io insistevo" ha specificato.

"In 15 mesi è uscito 6-7 volte, stava in casa e si dedicava a giocare con i cani e con la bambina, mi aiutava ed era contento, rideva e scherzava solo con lei, la puliva, le faceva il bagnetto. Non mi ha mai parlato dei litigi con la compagna e neanche degli aspetti patrimoniali, sapevo che aveva questi soldi e una moto. Diceva che le aveva rubato i soldi e non aveva più nulla in tasca. Era finito in carcere perchè aveva dato fuoco al night di Altare e i soldi erano i suoi" ha continuato Giulia Costantini.

Luciano Parodi