Il made in Italy rischia d’essere messo in ginocchio e non rialzarsi più se il governo non interverrà massicciamente e tempestivamente con interventi mirati: «La situazione venutasi a creare a causa dell'emergenza covid-19 - sostiene Francesca Recine, presidente di Fismo Confesercenti Genova e vicepresidente nazionale - causerà conseguenze molto pesanti ed inevitabili almeno per tutto quest'anno perché ha bloccato completamente i consumi, per le nostre aziende la pandemia s’è rivelata uno tsunami, dobbiamo attrezzarci per fare fronte all'impatto finanziario e garantire la continuità produttiva ed occupazionale».
Dall’analisi fatta sul retail italiano il comparto è destinato a perdere in un anno fra il 15% e il 25% mentre verosimilmente s’ipotizza una crescita del 20% del mercato online che penalizzerà ulteriormente i negozi fisici, costretti ad abbassare le saracinesche. «La Fismo nazionale è fortemente preoccupata della situazione delle imprese che rappresenta e di tutte le altre, - prosegue Recine - ma dalla preoccupazione è necessario passare all’azione affrontando con coraggio e determinazione una situazione difficile e formulando quindi delle soluzioni nuove e significative per la distribuzione e la produzione».
Ciò che Fismo propone alla produzione è un accordo che preveda il cosiddetto conto vendita in modo da non obbligare il commerciante al pagamento anticipato della merce ricevuta, ma di pagare soltanto quella effettivamente venduta e di restituire i prodotti invenduti; questa proposta avrebbe vantaggi concreti anche sul consumatore finale poiché il calcolo del markup pricing farebbe abbassare il prezzo al dettaglio creando nuovo slancio all’economia e favorendo così la ripresa dei consumi e del commercio.