Politica - 29 aprile 2020, 14:32

Emergenza ristorazione scolastica, Filcams Cgil Genova: "Bene le proposte e il dialogo col Comune ma per i lavoratori del settore bisogna passare ai fatti"

"Quasi mille famiglie genovesi oggi vogliono lavoro, reddito e dignità come recita la Costituzione”

Emergenza ristorazione scolastica, Filcams Cgil Genova: "Bene le proposte e il dialogo col Comune ma per i lavoratori del settore bisogna passare ai fatti"

“Sono due mesi che le lavoratrici e i lavoratori della ristorazione scolastica – si legge in una nota di Filcams Cgil Genova – non hanno alcun reddito in attesa del magro ammortizzatore sociale che ancora non è arrivato: la commissione consiliare di oggi è stata certamente utile e ci ha visto promotori di input e idee concrete che viaggiano su tre binari fondamentali: abbiamo chiesto che la politica si faccia parte attiva verso l'Inps per sollecitare i bonifici della cassa integrazione che spetta a questi lavoratori ormai alla fame; abbiamo chiesto che il servizio riparta contemporaneamente all'attività scolastica e proposto un tavolo congiunto tra Comune, parti sociali, istituti comprensivi, Provveditorato agli studi e Consigli di circoscrizione atto a definire il prima possibile modalità ed organizzazione del servizio mensa all'interno delle scuole in ottemperanza alle misure di prevenzione che l'emergenza sanitaria imporrà anche a settembre; abbiamo ribadito che questa popolazione di lavoratrici e lavoratori necessita di risorse aggiuntive ad integrazione del loro reddito ricordando che da giugno a settembre non percepiranno alcuna retribuzione, nemmeno le misere cifre degli ammortizzatori”.

“Filcams Cgil Genova – sottolinea la nota – non accetterà speculazioni politiche e partitiche di alcun genere sulla pelle della gente, quindi ben venga l'impegno di tutti oggi esplicitato in alcuni interventi bipartisan, compreso quello dell’assessore Pietro Piciocchi, e ben vengano attività alternative in attesa della riapertura delle scuole senza che questo però diventi strumento per rimandare qualunque tipo di programmazione fattiva del servizio, perché il tempo è scaduto: quasi mille famiglie genovesi oggi vogliono lavoro, reddito e dignità come recita la Costituzione”.

Redazione


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