Attualità - 18 maggio 2020, 19:30

Arcelor Mittal, Federmanager: "Sempre più alto il rischio che sia abbandonata al suo destino"

Così il Presidente di Federmanager/Asdai Liguria Marco Vezzani commenta l'esito del vertice in Prefettura a Genova tra i lavoratori dell'ex Ilva, le autorità e Arcelor Mittal

Arcelor Mittal, Federmanager: "Sempre più alto il rischio che sia abbandonata al suo destino"

«E' sempre più alto il rischio che Arcelor Mittal abbandoni l'ex Ilva al suo tragico destino. Per questo risultato la responsabilità è anche del Governo che in questi mesi non ha presentato nessuna reale ipotesi di rilancio industriale. Come ligure sono preoccupato per le conseguenze che si avranno sugli stabilimenti di Genova e Novi Ligure con duemila posti di lavoro a rischio nonostante abbiano produzioni e clienti per il dopo lockdown>>.

 

Così il Presidente di Federmanager/Asdai Liguria Marco Vezzani commenta l'esito del vertice in Prefettura a Genova tra i lavoratori dell'ex Ilva, le autorità e Arcelor Mittal.

 

<<Ormai è chiaro che il Governo, fatto un accordo con Arcelor Mittal che prevede l'attuazione di un piano industriale a capitale misto pubblico/privato e una clausola di uscita a 500 milioni di euro, proceda su una linea di attendismo che di fatto permetterà ad AM di uscire al prezzo concordato lasciando una situazione industriale in stato comatoso il cui costo per recuperarla sarà di certo ben più oneroso di quanto inizialmente stimato. Il tutto mentre inquinamento e crescente dissesto industriale continuano a caratterizzare Taranto e l'ex Ilva tutta>>, prosegue Vezzani.

 

<<L'Italia non può fare a meno della siderurgia e quindi da tempo abbiamo preparato un nostro studio per salvare l'ex Ilva che prevede il completamento a Taranto di tutti gli interventi di risanamento ambientale e impiantistico con la realizzazione di un assetto basato su due cicli produttivi distinti ma coordinati tra loro (produzione a ciclo integrale tradizionale degli altoforni 4 e 5 più una parte innovativa basata sul ciclo riduzione diretta-forno elettrico). Le tempistiche di realizzazione sono stimate in almeno 36 mesi per un costo stimato in circa 1,5 miliardi di euro. circa dieci volte meno di quanto costerebbe al Paese la chiusura dello stabilimento al lordo dei costi sociali e industriali. La salvezza di Taranto avrebbe quindi ricadute positive su Genova e Novi Ligure>>, conclude Vezzani


Comunicato stampa

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