Le ANPI e tutti i movimenti antifascisti della “Prima Zona Liguria” oggi piangono la scomparsa di una figura di riferimento: ci ha infatti lasciato Vincenzina Siccardi, figlia del comandante partigiano Nino Siccardi, detto “U Curto”, nato a Imperia-Porto Maurizio nel 1902 e deceduto a Genova nel 1973.
Vincenzina, per tutti “Enza”, lottava ormai da anni contro un male che non le ha dato scampo. Lei e la sorella Silvia furono nel tempo importanti custodi della memoria dei fatti storici di famiglia.
Già la loro madre, Chiara Arduino, svolse un ruolo importante nella lotta partigiana: fu infermiera che si prendeva cura dei partigiani nell’ospedale allestito a Valcona, immediatamente alle spalle di Mendatica, nell’Imperiese.
E, quando Enza e Silvia avevano soltanto 18 mesi di età e 4 anni, furono salvate dal partigiano Pierino Mela, nome di battaglia “Sacchettin”, con l’aiuto del Curto, per evitare che finissero nelle mani delle milizie tedesche e fasciste e diventassero ostaggi oggetto di scambio.
Nel dopoguerra Chiara Arduino diede alla luce la terza sorella di Enza e Silvia, Marina.
Poco dopo la fine delle ostilità tutta la famiglia si trasferì a Genova, dove “U Curto” Nino Siccardi si spense nel 1973 e dove oggi è deceduta anche Enza.
U Curto fu una figura di riferimento della lotta partigiana nel Ponente Ligure: comandante della IX Brigata d’Assalto fu il coordinatore delle operazioni sul Monte Grande, nell’entroterra imperiese alle spalle di Conio. Lì, con soli 13 uomini, riuscì a spezzare e mettere in ginocchio l’accerchiamento tedesco. Ancora oggi, sul Monte, lo ricorda il “Cippo” con l’epigrafe: “E qui, con lui, fermammo anche il vento”.
Negli anni del dopoguerra, Nino “U Curto” Siccardi ricoprì un ruolo importante nella consulta nazionale del Partito Comunista Italiano e fu presidente provinciale ANPI in provincia di Imperia. Oggi giace nel Mausoleo Partigiano del cimitero di Porto Maurizio.