Cultura - 08 agosto 2020, 14:00

Genova, San Giorgio e il drago: una leggenda famosa in tutto il mondo

Nel nome di Cristo, sotto la protezione della croce rossa su sfondo bianco e in groppa al suo destriero, Giorgio ferì gravemente il drago con la sua lancia

Genova, San Giorgio e il drago: una leggenda famosa in tutto il mondo

Questa leggenda si svolge a Silena, in Libia, dove un possente drago si nascondeva nel suo stagno, per seminare terrore e morte ogni qualvolta lo desiderava. Gli abitanti dei villaggi vicini, per placare la sua rabbia, sacrificavano ogni giorno ben due pecorelle fin quando ce n’erano a disposizione, in quanto presto scarseggiarono e furono costretti a sacrificare un solo animale insieme a un giovane abitante tirato a sorte.

Un giorno, sfortunatamente, fu estratta la giovane figlia del re. Il regnante non accettò il verdetto, arrivando a offrire metà del suo regno, ma il popolo, che aveva visto perire così tanti figli, rifiutò ogni proposta di patteggiamento, tanto che dopo otto giorni, il re dovette cedere alla crudele sorte e si avviò verso il lago con la figlia. In quel momento, passò di lì un giovane cavaliere, Giorgio, il quale, saputo dell'imminente sacrificio, offrì il suo coraggio in nome della fede per salvare la giovane donna.

Nel nome di Cristo, sotto la protezione della croce e in groppa al suo destriero, ferì gravemente il drago con la sua lancia e lo gettò a terra, per poi chiedere alla giovane figlia del re di avvolgere la sua cintura intorno al collo del grande drago, che reso docile, seguì la ragazza verso la città, tra lo stupore dei concittadini.

Giorgio li tranquillizzò e disse: «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono e il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città, trascinato da quattro paia di buoi.

Nel Medioevo la lotta di san Giorgio contro il drago diviene il simbolo della lotta del bene contro il male e, per questo, il mondo della cavalleria vi vide incarnati i suoi ideali. Il nome di san Giorgio era invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra e la sifilide e, nei paesi slavi, contro le streghe.

La croce di San Giorgio – rossa su fondo bianco – divenne vessillo della Repubblica di Genova. Nel 1190, l’Inghilterra chiese a Genova il permesso per utilizzare la bandiera per le sue navi in quanto la flotta genovese era così potente che si dice bastasse mostrare le insegne da lontano per evitare gli scontri in mare e gli assalti di pirati.

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Dario Rigliaco

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