Cultura - 08 agosto 2020, 15:35

Il libraio Fabio Masi e la cultura… all’“Ultima spiaggia”

Da moltissimi anni nell’ambiente, gestisce due punti vendita indipendenti a Camogli e a Ventotene ed è socio di due negozi a Genova. “Ci vorrebbero sempre più librerie e biblioteche, tredici milioni di italiani non hanno facile accesso a un libro”

Il libraio Fabio Masi e la cultura… all’“Ultima spiaggia”

Ci sono gli impiegati all’interno delle librerie, ci sono i commessi delle librerie di catena e poi ci sono i librai. E la differenza non è da poco: perché si tratta di quel filo, neanche troppo sottile, che c’è tra chi fa un mestiere per lavorare e chi lo fa per passione, tra chi ha come priorità lo stipendio e chi ha come priorità l’arricchimento culturale della società.

Fabio Masi e la moglie Alessia appartengono, senza alcun tipo di dubbio, alla categoria dei librai: ce l’hanno nel sangue, ce l’hanno nel loro dna, fanno questo e soltanto questo da una vita.

È un lavoro, ci mancherebbe, ma non viene mai meno l’aspetto romantico, l’aspetto sociale, l’aspetto umano di tener aperte le loro botteghe. ‘Ultima spiaggia’ si chiamano: e il plurale è d’obbligo perché sono due librerie distinte, per quanto con lo stesso nome.

Una a Ventotene, la bellissima isola che si trova in provincia di Latina, nel cuore del Mar Tirreno; l’altra a Camogli, in via Giuseppe Garibaldi, ovvero nel cuore del borgo del Golfo Paradiso.

È qui che Fabio e Alessia hanno fatto approdo, è qui che provano, con gli sforzi quotidiani, a portare avanti un’attività che è anche una missione: vendere libri per vendere emozioni, per spargere cultura e consapevolezza. È il lato più affascinante, e anche il più nobile, dell’essere librai: e meno male che di queste librerie indipendenti ce ne sono ancora molte, a dispetto della grande distribuzione, a dispetto dei colossi online.

Il libraio è colui che sa consigliare, che sa indirizzare, che conosce le novità ma sa anche addentrarsi indietro nel tempo. Che sa unire gli aspetti economici e finanziari indispensabili per tenere in piedi un esercizio commerciale con il richiamo della letteratura, della fotografia, dell’arte, dell’incontro.

“Io sono nato nel 1969 - racconta Fabio Masi - e ho iniziato a lavorare nel campo dei libri dal 1992. Quindi sì, posso dire di non aver fatto altro mestiere nella vita. Ho cominciato nel magazzino di un distributore, a Genova. Poi, nel 2001, abbiamo aperto la libreria di Ventotene”.  

Perché Ventotene? Perché questa vita tra il Lazio e la Liguria? “Io sono di Roma - precisa Masi - ma la mia famiglia è sempre stata radicata a Ventotene. Anche la famiglia di mia moglie è originaria di Ventotene, e poi è andata a vivere in Liguria. Noi ci siamo conosciuti sull’isola, quando Alessia veniva in vacanza d’estate. Era normale che partisse tutto da qui. Siamo sempre stati uniti dai libri e dalle origini comuni”.

Uniti dai libri, ma oggi anche un po’ divisi: “Solo geograficamente però. Nel senso che io in estate mi occupo di ‘Ultima spiaggia’ a Ventotene, che rimane aperta da aprile a ottobre, mentre Alessia si occupa di ‘Ultima spiaggia’ a Camogli, che resta invece aperta per tutto l’anno. Camogli è arrivata nel 2011: abbiamo sempre sognato di aprire una libreria nel borgo, perché ci ricorda moltissimo la nostra isola, per quanto qui siamo sulla terraferma. Nove anni fa è capitata l’occasione di rilevare una libreria che si occupava quasi unicamente di remainders, e l’abbiamo trasformata in una libreria tradizionale, ma sempre dando la nostra impronta”.

Che è, per l’appunto, quella dei librai: “Il libraio - sostiene Fabio Masi - è una persona che tiene moltissimo non solo a quello che vende, ma anche a come lo presenta, a come tiene la sua libreria, che è anche un po’ la sua seconda casa. È nella cura e nell’attenzione verso ogni dettaglio che si vede il libraio”. Con la stessa filosofia, e insieme ad alcuni vecchi soci della libreria di via San Luca a Genova, Fabio ha aperto negli scorsi anni ‘L’Amico ritrovato’ in via Luccoli e, successivamente, ‘L’Amico immaginario’, che è l’unica libreria del capoluogo ligure dedicata esclusivamente a bambini e ragazzi.

La libreria di Camogli è frequentatissima: dai turisti, dai residenti e anche dalle molte personalità che vengono in vacanza da queste parti, siano essi poeti, scrittori, giornalisti, architetti, imprenditori.

All’‘Ultima spiaggia’ si respira l’atmosfera di un tempo, proprio come esser dentro le pagine di un libro: sarà il luogo, sarà la collocazione sulla passeggiata di Camogli, sarà l’odore del mare, sarà quel che sarà, ma comprare un libro qui non è mai come farlo altrove. Se l’obiettivo di Masi era creare un posto magico, c’è perfettamente riuscito.

Ci sono due aspetti che meritano particolare attenzione, all’‘Ultima spiaggia’: una ricca sezione dedicata ai ragazzi e una altrettanto ricca sezione dedicata ai libri di storia e tradizioni locali, che vengono diffusi anche grazie a un apposito progetto editoriale indipendente. “Lo facciamo sia per Camogli che per Ventotene e ci sembra giusto rendere omaggio ai luoghi dove siamo, anche per farli conoscere sempre meglio”.

Quanto alla sezione ragazzi, “è indubbio che l’editoria per i bambini e per i giovani non abbia ancora conosciuto crisi e che funga da traino per tutte le altre. Io sono molto felice quando vedo i bambini nelle mie librerie. A me piace il fatto che entrino in contatto con i libri anche a livello fisico: che leggano, che si appassionino, che capiscano che la lettura è un vero piacere e non è legata solamente alla scuola e allo studio. Se poi rompono qualcosa o ammaccano qualche copertina, pazienza, non è certamente questo il problema”.

Più una società cresce leggendo, più sviluppa amore per i libri, più aumenta in consapevolezza: “Lo vediamo nei paesi europei dove si legge di più. In Italia siamo a metà strada. Potremmo esser messi meglio, ma le basi per una crescita ci sono. E poi, ultimamente, grazie alla regola che impone un tetto massimo di sconto del 5%, per tutti, la situazione si è un po’ riequilibrata. Questa è stata una decisione molto importante, perché può garantire la sopravvivenza di molte librerie indipendenti, che altrimenti sarebbero state costrette a chiudere, di fronte alle catene e ai colossi di Internet. Peraltro, la possibilità di fare sconti superiori non ha mai portato a un effettivo aumento dei lettori. Sono ben altre le leve sulle quali occorre lavorare. Ci vorrebbero più librerie e più punti fisici, se pensiamo che ben tredici milioni di italiani, secondo le statistiche, non hanno un facile accesso a un libro perché vivono lontano sia dalle librerie che dalle biblioteche. Bisogna individuare dei percorsi virtuosi, bisogna crederci di più”.

Bisogna essere più librai, insomma. Come hanno dimostrato di saper fare Fabio e Alessia. Senza i librai non possono restare in vita i libri. Non sono semplicemente le mani che li vendono. Sono il loro ossigeno.

 

 

Alberto Bruzzone

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