- 06 ottobre 2020, 15:24

Processo Tirreno Power, nuove testimonianze delle parti civili: "Polvere nera oleosa su auto, vestiti e sulle verdure. Ci siamo ammalati e abbiamo visto morire familiari"

Dopo le prime testimonianze quest'oggi in Tribunale altri cittadini hanno esposto le problematiche da loro riscontrate principalmente negli anni 70-80-90 per via delle emissioni di carbone nei pressi della centrale che in quegli anni era gestita da Enel

Processo Tirreno Power, nuove testimonianze delle parti civili: "Polvere nera oleosa su auto, vestiti e sulle verdure. Ci siamo ammalati e abbiamo visto morire familiari"

Polvere nera oleosa sul terrazzo, sui vestiti stesi, sulle auto e sulle verdure e tanta preoccupazione per la salute.

Altri 9 cittadini, dopo l'udienza della settimana scorsa (leggi QUI), costituiti come parti civile nel processo che vede al centro la centrale Tirreno Power di Vado Ligure per il quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell'azienda, rinviati a giudizio con l’accusa di disastro ambientale e sanitario colposo, hanno esposto le problematiche da loro riscontrate principalmente negli anni 70-80-90 per via delle emissioni di carbone nei pressi della centrale che in quegli anni era gestita da Enel.

Questa mattina in Tribunale a Savona davanti al giudice Francesco Giannone, interrogati dall'avvocato Laura Mara, legale di Medicina Democratica, le parti civili come hanno fatto le prime 10 persone ascoltate, che abitavano nei pressi della ex Enel/Tirreno Power, si sono concentrati sulla loro situazione fisica e psicologica di quegli anni.

"Mi meravigliavo della polvere nera, perché non è una casa nella strada principale ma nel verde, ne raccoglievo palettate. I panni erano spesso sporchi e toccandoli addirittura erano unti - spiega la 66enne Valeria Ghiso, cittadina di Vado dal 1982 - inoltre abbiamo un orto vicino al palazzo e la verdura era sempre sporca, ho iniziato ad avere consapevolezza che qualcosa non andava".

"Poi abbiamo visto che in via Pertinace c'erano tanti malati di tumore, avevo un'angoscia crescente per me e per mia figlia che ho mandato a studiare a Pisa per allontanarla da questa situazione, ero preoccupatissima - ha proseguito la cittadina vadese - Si sono ammalati anche nella mia famiglia, io ho avuto un nodulo alla tiroide nel 2006 che è peggiorato poi in un tumore papillare".

"Mio padre l'ha vista costruire la centrale e c'era polvere di carbone, le macchine erano sempre sporche così come i terrazzi, situazione che si è sempre verificata ed è stata motivo di discussione in famiglia. Mia madre soffriva di asma dal 1980 e per fare le pulizie di casa usava la mascherina e la faceva mettere anche a me da bambino - ha continuato Stefano Scarone, nato e cresciuto in via Tommaseo a Bossarino a 500 metri dalla centrale - Mio padre ha avuto problemi alla tiroide come mia madre e io e mio fratello abbiamo valori sballati. C'era almeno un caso di malattia in famiglia nel quartiere".

"Questa cosa mi spaventa da 40 anni, sto male, ho perso una compagna per questa cosa, non dormo la notte da sempre, ci sono sempre stati rumori tutta la notte. Si vede che da quando hanno chiuso l'impianto c'è una ripresa, è tangibile. Era normale vedere scoppi e fumi, dagli anni '80 al 2014 non c'è stata nessuna differenza" continua il 44enne vadese.

Paura, ansia e preoccupazione anche per l'83enne Enrico Peluffo che ha cambiato negli anni diverse abitazioni a Vado. "Sulla verdura nell'orto si vedeva una cosa unta, di colore scuro, cadeva sulla biancheria, sulla roba stesa bisognava lavarla di nuovo. Era una cosa continua, di notte si vedeva fumo volare, si sentivano dei colpi. Ho vissuto sempre nella paura, ho perso mio padre, mia madre, mio suocero e mia moglie per tumore, in via Pertinace sono sparite famiglie intere. Sono andato una volta in comune dal sindaco Peluffo e gli ho riferito quello che vedevo".

"C'era polvere nera sui terrazzi e sulla verdura nell'orto, io non sapevo di questo inquinamento e quindi mangiavo la verdura - ha specificato in aula Mara Sedaboni, 65 anni, cittadina di Valleggia che viveva sotto la centrale - Non si poteva aprire le finestre nelle giornate di umidità perché c'era un odore, una puzza di acido. Stendevo fuori ma poi ritiravo perché c'era questo pulviscolo, una cosa micidiale. Ho avuto un tumore alla tiroide, sono in cura a Pietra Ligure e ogni sei mesi ho un controllo. Dieci anni che vado in ospedale, ho provato tutto questo sulla mia pelle e non lo prego a nessuno. Da quando hanno chiuso la centrale non ho più trovato nulla".

Marco Bonorino, 55 anni, ha abitato a Valleggia a 300 metri dal perimetro della centrale fino al 1973 e poi si è trasferito a Vado dall'altra parte della centrale sempre all'incirca alla stessa distanza.

"Tra i fenomeni più eclatanti, di notte sentivo boati soprattutto a Vado dove vedevamo masse di vapore che venivano su e arrivavano da comignoli più bassi. Nel 75 la centrale termoelettrica aveva riconosciuto danni alle macchine parcheggiate e mio padre aveva una 600 coperta dalla fuliggine nera, molte persone andavano in portineria per contestare e rilasciavano dei buoni per pulire auto nell'autolavaggio - ha detto Bonorino - Mia mamma si lamentava di questi continui sedimenti di polvere nera, non poteva aprire le finestre e non poteva fare e stendere il bucato in alcune ore della giornata. Ci ha condizionato molto la vita, era tremendamente pittoresca la cosa, avevamo l'ansia. Avevamo due o tre casi di persone in famiglia ammalate e poi morte, eravamo geneticamente modificati. Avevamo sempre avuto la sensazione che era Enel a crearci problemi".

"Adesso queste criticità non ci sono più ma sulle macchine e sulle olive c'era una patina oleosa cosi come sulle foglie di insalata. Sulle soglie di casa e sul pavimento trovavo una specie di fuliggine sullo scuro - la testimonianza del 68enne Carlo Marchisio di Savona - Ho diverse patologie e mi hanno creato ansia come la broncopatia e l'asma, per questo ho paura che si ammali mio figlio. Al tramonto sopra le ciminiere c'era una alone allucinante scuro, mi chiedevo il perché e c'erano degli scoppi. Quando il vento tirava verso la città c'era un odore forte, pesante".

Luca Pittaluga, 83 anni, dal 1982 residente a Quiliano ha riscontrato gli stessi problemi: "Sentivo dei botti forti di notte, veniva giù questa schiuma nera e dovevo pulire il terrazzo, bucava anche la biancheria stesa. Andavo a 100 metri in un orto ma non siamo più andati perché era sporca e grassa. Mi ha creato depressione".

Il prossimo 5 novembre proseguirà il processo con altri 25 testimoni costituiti come parte civile.

Luciano Parodi

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