Attualità - 07 ottobre 2020, 17:16

"Al Dio ignoto": al cinema Sivori di Genova film ed incontro col regista Rodolfo Bisatti

"Prima di quest’emergenza pandemica la morte era del tutto rimossa dalla nostra società, un fantasma che colpiva senza lasciare traccia"

"Al Dio ignoto": al cinema Sivori di Genova film ed incontro col regista Rodolfo Bisatti

Il 13 ottobre alle 20.30 al cinema Sivori è in programma “Al Dio ignoto”, film ed incontro col regista Rodolfo Bisatti che dialogherà con la presidente dell’Ordine degli psicologi della Liguria Donatella Fiaschi e col pubblico.

Bisatti, collaboratore storico di Ermanno Olmi, affronta un tema delicato ed importante come l’elaborazione del lutto: il film è stato girato in hospice reali a contatto coi pazienti e racconta la storia di una donna, Lucia, che vive da sola col figlio adolescente Gabriel; il marito se n’è andato dopo la scomparsa della loro figlia morta di leucemia, un dolore immenso da cui nessuno è più riuscito a liberarsi. Lei tenta di sopravvivere dedicandosi interamente alle persone ricoverate nell’hospice dove lavora mentre il figlio compie azioni sempre più temerarie e pericolose. Ma la svolta arriva proprio dai ricoverati che le strappano un sorriso indicandole la direzione in cui incanalare il suo dolore e liberarsi dall’angoscia; il titolo del film cita il verso di una poesia di Friedrich Nietzsche, le musiche sono di Sainkho Namtchylak.

“Prima di quest’emergenza pandemica – dichiara Bisatti – la morte era del tutto rimossa dalla nostra società, un fantasma che colpiva senza lasciare traccia, ed è stata proprio la consapevolezza che una società che non pensa alla morte sia destinata a morire che mi ha spinto, nonostante le traversie, a realizzare questo film che oggi assume un significato intenso”.

Prodotto da Kineofilm col contributo di Mibac, il film è interpretato da Laura Pellicciari, Paolo Bonacelli, Krista Posch e Francesco Cerutti: “È stata un’esperienza molto intensa – aggiunge il regista – perché c’è una grande pace quando l’osservazione si concentra sulla sacralità del dono della vita nel momento in cui si spoglia dell’accessorio; con umiltà e riguardo, io ed i miei collaboratori, ci siamo posti di fronte a chi è prossimo a quell’incredibile passaggio ed abbiamo osservato le loro mani, i gesti, gli occhi ed ascoltato le loro parole”.

Massimo Bondì

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