Attualità - 18 gennaio 2021, 10:00

Parco di Portofino, il Coordinamento si schiera con il sindaco di Camogli

Bogetti e Leverone: “Si riapra il discorso sul passaggio da regionale a nazionale, includendo Sic e aree cornice, come proposto da Francesco Olivari”. Il modello da seguire è il Parco nazionale delle Cinque Terre

Parco di Portofino, il Coordinamento si schiera con il sindaco di Camogli

C’è un solo sindaco, fra tutti quelli direttamente interessati, che si è sempre espresso a favore dell’istituzione del Parco nazionale di Portofino. C’è un solo sindaco, fra tutti quelli direttamente interessati, che prova a portare avanti il dibattito, a fare delle proposte alternative, a superare l’impasse.

Ed è il primo cittadino di Camogli, Francesco Olivari. Non si può perdere questa enorme occasione per il territorio, non si può gettar alle ortiche tutto il lavoro sin qui fatto solo per colpa di una battaglia ideologica, solo per colpa di un ampliamento o meno dei confini.

L’atteggiamento della Regione Liguria sul tema, prima con l’assessore regionale Stefano Mai, nel corso della precedente legislatura, e ora con l’assessore Alessandro Piana, entrambi in quota Lega, è sempre stato dilatorio, e non c’è mai stata reale convinzione nel percorrere questo iter. La proposta di allargare i confini del parco, peraltro, è sempre piaciuta poco anche agli amministratori tradizionalmente più vicini al governatore Giovanni Toti (Recco, Rapallo e Chiavari, ad esempio), così un vero e serio confronto con il Ministero delle Politiche Ambientali non c’è mai stato, nonostante le innumerevoli pressioni anche da parte delle varie associazioni ambientaliste.

Quello che è abbastanza chiaro è che il Parco di Portofino non potrà mai passare da regionale a nazionale se non aumentando i propri confini e il proprio raggio d’azione. Ed è proprio il punto che ingenera lo stallo.

Ora, il sindaco di Camogli, Francesco Olivari, prova a guardare e soprattutto a far guardare la questione da un altro punto di vista: un raffronto con il Parco nazionale delle Cinque Terre. Non è un parco di grandi dimensioni, anzi: tra i nazionali, è quello con la superficie più ridotta, 3860 ettari in totale. Secondo Olivari, è proprio qui che sta la mediazione: si potrebbe cioè portare Portofino a una dimensione analoga, allargando i confini per includere i Sic, ovvero i siti d’interesse comunitario, e le vecchie aree cornice. In questo modo, l’ostacolo dei confini verrebbe superato e l’iter potrebbe ripartire.

Olivari, che su questo punto è allineato rispetto agli ambientalisti, sostiene: “Non sarebbe da escludere la nomina di un commissario in grado di formulare, attraverso consultazioni mirate, una proposta di delimitazione della nuova area. La creazione del Parco nazionale di Portofino creerebbe nuova linfa per tutti. È singolare che le associazioni delle categorie turistico-ricettive e commerciali non facciano sentire la loro voce, così come è assente dal dibattito quella dei giovani”. Intanto Olivari, che è stato per nove anni presidente del Parco, si occupa ora della questione al tavolo di lavoro costituito da Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e da Federparchi.

Nei giorni scorsi, a sostegno della sua posizione, è arrivato un intervento da parte di Ermete Bogetti, presidente del Coordinamento per il Parco nazionale di Portofino - Osservatorio Ambientale, e da parte del suo animatore, Antonio Leverone.

Secondo i due, “è interessante la proposta ipotizzata da Olivari, in merito all’ampliamento dei confini attuali del parco regionale (condizione vincolante del Ministero) includendo i siti di interesse comunitario presenti e le aree cornice ridotte dalla Regione. Noi rileviamo, in ogni caso, alcune difficoltà da superare: le aree cornice del parco regionale comprendevano i comuni di Recco, Rapallo, Zoagli e Chiavari, attualmente assolutamente contrari al Parco nazionale, oltre a quelle dei tre comuni Camogli, Portofino e Santa Margherita. C’è anche da sottolineare che il Comune di Santa Margherita aveva chiesto e ottenuto un’ulteriore riduzione”.

Bogetti e Leverone invitano Olivari “ad attivare tavoli di concertazione con i sindaci in questione per alzare il livello del confronto. Il nostro Coordinamento è a disposizione per trasferire l’esperienza fatta in questi anni di attività. Condividiamo la necessità di coinvolgere le organizzazioni turistico-ricettive e commerciali, e condividiamo anche la riflessione sul difficile coinvolgimento dei giovani, ma non siamo d’accordo che gli stessi siano assenti dal dibattito. Abbiamo, anzi, verificato che se vengono coinvolti, il loro impegno è prezioso, responsabile e continuativo. Sono ormai due anni che i giovani di Friday For Future ligure hanno inserito il progetto del Parco nazionale nei loro programmi. Gli studenti degli istituti superiori della Val Fontanabuona da noi coinvolti, con non poche difficoltà, hanno espresso, dopo aver compreso le peculiarità del progetto, la totale condivisione. Soprattutto per le prospettive lavorative dei giovani, considerando che gli istituti operano nell’ambito della ristorazione e dell’agricoltura”.

Il Coordinamento quindi sostiene: “Non l’assenza dei giovani ha caratterizzato questa fase di stallo, quanto piuttosto l’assenza delle voci della politica, specie di quelli che si atteggiano ad ambientalisti e che fino a ora hanno taciuto, salvo rare e lodevoli eccezioni. Il nostro gruppo dedicherà il 2021 a confrontarsi e collaborare con il Ministero, in quanto istituzione che, sia pure in ritardo, deve definire i confini del Parco nazionale individuato da una legge dello Stato del 2017. Noi rinnoviamo la nostra disponibilità, a collaborare per raggiungere l’obiettivo del progetto del Parco nazionale di Portofino, progetto che la Liguria e tutto il nostro comprensorio costiero di levante e la retrostante Val Fontanabuona non devono assolutamente perdere. Per le ragioni espresse, noi sosteniamo un consistente ampliamento dell’attuale parco regionale”. Sperando che nel frattempo si levino altre voci, intanto l’importante è che del tema si continui a parlare.

Alberto Bruzzone

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