Attualità - 28 gennaio 2021, 17:22

‘Basta che se ne parli’: una canzone racconta la perversa società che vive per i ‘like’

Il brano, uscito martedì scorso, è firmato da Cance, la brava e sempre più apprezzata cantautrice originaria di Lavagna, da lunedì sarà online anche il videoclip; il pezzo fa parte del progetto ‘Sound BoCS Diary’: presentazione ufficiale a Casa Sanremo durante il Festival

‘Basta che se ne parli’: una canzone racconta la perversa società che vive per i ‘like’

“Guardo fuori ma quanto basta, ma quanto basta nascosto. Potresti essere il prossimo, oppure il prossimo pasto. E puoi urlare che tanto la giungla soffoca la tua voce, però ti lasciano contare su tutti quei mi piace”: lo cantava Ligabue qualche anno fa nel brano ‘G come giungla’ dove si accennava come anche il mondo parallelo dei social network sia diventato ingestibile e spesso molto pericoloso.

È un tema che incrocia l’attualità (e i recenti e tragici fatti di cronaca stanno lì a dimostrarlo), ma anche gli stili di vita e le abitudini delle persone oltreché le caratterialità; ed è un tema sul quale, anche dopo Ligabue, la musica non può tacere. E così in questa direzione va pure la giovane cantautrice originaria di Lavagna Giulia Cancedda in arte Cance: è uscito qualche giorno fa, precisamente martedì scorso, il suo nuovo pezzo intitolato ‘Basta che se ne parli’, una canzone che prende spunto dall’attualità e dalla cronaca proponendo una riflessione in chiave ironica sul rapporto quasi maniacale che tutti noi abbiamo con i social network.

‘Basta che se ne parli’ è il terzo brano estratto dalla compilation contenuta in ‘Sound BoCS Diary’, un libro di lettura aumentata di prossima uscita a marzo che conterrà racconti, fotografie, video e, appunto, una compilation di brani inediti creati, scritti, registrati e prodotti dai dieci artisti che sono stati ospiti della residenza artistica ‘Sound BoCs’, la prima music farm a sfondo civile mai realizzata in Europa.

Dopo la pubblicazione sulle principali piattaforme online (Spotify, Apple Music, Amazon Music e altri store musicali), per ‘Basta che se ne parli’ da lunedì ci sarà anche un videoclip nel quale la cantautrice pop/r’n’b ligure racconta in chiave ironica il rapporto quasi maniacale che abbiamo con i social network e che spesso ci porta ad avere un distacco totale dalla realtà. L’artista ligure si pone una domanda: “Ognuno sente il bisogno di autorappresentarsi ed esprimersi, ma a quale prezzo?”, e prosegue: “Ci dipingiamo addosso qualcosa che non ci appartiene modificando il nostro aspetto (labbra, occhi e cuore) pur di ricevere attenzioni, ci spingiamo fino al nostro limite ed oltre, se fosse possibile anche su altri pianeti, per avere più like o visualizzazioni, lottiamo per conquistare il nostro posto in un fantomatico cielo dove poter brillare, che sia per quindici secondi o per sempre”.

Per questo brano Cance, che lo scorso anno ha vinto il premio under 35 di ‘Musica contro le mafie’, ha preso spunto dall’attualità e dalla cronaca recente come, ad esempio, da argomenti delicati quali le sfide social tra adolescenti, dai selfie estremi alla ‘Blackout challenge’ che ha causato pochi giorni fa la morte di una bambina di dieci anni, ed episodi della politica d’oggi che si gioca sempre sui social a colpi di post. Ne viene fuori uno spaccato della nostra società attuale, raccontato tra musica e parole, con quel brio e quella freschezza che Cancedda ha ormai imparato a mostrare, ad esempio nel suo lavoro ‘Conosci?’ e nel suo primo Ep uscito poche settimane fa e intitolato ‘Orablu’ (con all’interno quattro pezzi: ‘Sakura’, ‘Pezzi di parole’, ‘Altro tempo’ e ‘Interessi’).

‘Basta che se ne parli’ è scritto da Cancedda (voce, chitarra ritmica, chitarra percussiva) e vi hanno collaborato Gennaro de Rosa (bendir, cellulare), Vlad KayaDub Costabile (Drum machine, basso) e Stefano Amato (violoncello). Il brano è stato realizzato durante la residenza artistica ‘Sound BoCs’ di ‘Musica contro le mafie’ ed è il terzo estratto dalla compilation di brani inediti contenuta, insieme a racconti, fotografie e video realizzati dai dieci artisti ospiti della residenza all’interno del libro di lettura aumentata ‘Sound BoCS Diary’, in uscita a marzo.

Tutto il progetto verrà presentato a Casa Sanremo nella settimana del 71° Festival della canzone italiana; è stato creato dagli artisti residenti di ‘Sound BoCS’ nel cuore della città di Cosenza: “’Sound BoCS’ - racconta Gennaro De Rosa, presidente e direttore artistico di ‘Musica contro le mafie’ - è stato un esperimento sociale, tra il talent e il reality, ovviamente con le dovute differenze. In uno dei momenti più complicati per la musica e non solo abbiamo puntato la massima attenzione al lato umano lavorando sulla costruzione di quello che chiamiamo ‘noi’ con diversi corpi ma uguali nello spirito; diversità che si sono fuse dando vita a qualcosa di diverso e di comune senza perdere la propria identità”.

Cance s’è messa in luce durante questo momento di confronto e condivisione, ed ecco quindi la nascita del suo pezzo; il videoclip, in uscita lunedì, è curato come regia ed animazioni da Asia Allegretti e Chiara Seveso e nasce con l’intento di parodiare, attraverso personaggi allegorici, gli episodi ai quali Cance fa riferimento nel brano: dalla guida spericolata dell’ormai famoso ‘fratellì’, diventata virale sui social, alla pagina di Trash italiano. Nel video figure oniriche e galline starnazzanti rappresentano il chiacchiericcio di un pubblico omologato e sempre aggiornato e la ricerca tramite i social della propria unicità: un altro bel passo per la brava cantautrice lavagnese.

Alberto Bruzzone

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