Cultura - 10 febbraio 2021, 13:30

C'è ancora vita (e che vita) oltre la separazione: la ricetta di Manuela Monaco

L'insegnante, blogger e scrittrice di Palmaro pubblica con le Edizioni Esperidi il suo terzo libro, ‘Per colpa di una merendina’: presentazione online il 15 febbraio alle 18 in diretta facebook su ‘Io parlo da sola’

C'è ancora vita (e che vita) oltre la separazione: la ricetta di Manuela Monaco

“La separazione è precisamente come un lutto: non ci sono cadaveri da seppellire ma ci sono un sacco di vittime”. Solo che “un lutto lo si mette sempre in conto nella vita, un divorzio, paradossalmente, no”. Semplicemente perché ci si dovrebbe sposare per restare insieme, non per poi dividersi, ma questo avviene, come noto e assai sperimentato, sempre più spesso.

Che siano aspettati o inaspettati, che siano più o meno drammatici, tutti i traumi vanno però rielaborati: occorre ricostruire da quelle macerie e quasi sempre la formula migliore è trovare la forza dentro se stessi, dentro alle proprie passioni, dentro a quello che si ama di più e che magari prima si è trascurato. Solo così può iniziare un percorso di consapevolezza e di riscatto che ti porta dall’essere ‘ex’ a una dimensione che mai ci si sarebbe aspettati. La strada non è semplice da prendere, ma raccontare la propria esperienza e condividerla può essere la medicina giusta per molti.

Lo è stata senza dubbio per Manuela Monaco, la simpatica e vivacissima blogger che vive a Palmaro, nel Ponente genovese. Trentanove anni (è nel quarantesimo in questo 2021), un figlio e una figlia rispettivamente di nove e sei, insegna alla scuola materna comunale ‘Emma Valle’ di Pra’, anima una seguitissima pagina Facebook che conta quasi venticinquemila fan (si chiama ‘Io parlo da sola’) e un post dopo l’altro, un like dopo l’altro, un commento dopo l’altro ha saputo rivelare le sue notevoli doti per la scrittura: ha pubblicato nel 2019 un primo libro, ‘Racconti surreali per gente normale’, ha fatto seguito con lo splendido racconto lungo intitolato ‘16157’ e dedicato alla sua Palmaro (un bell’affresco del quartiere tra ieri e oggi) e ora è giunta alla sua terza esperienza, che coincide anche con la prima nella quale ha potuto confrontarsi con una casa editrice fatta, reale, appassionata e sicuramente in auge.

È così che lunedì 15 febbraio esce ‘Per colpa di una merendina’, un titolo da scoprire leggendo tutte d’un fiato queste centocinquanta pagine, in parte spiegato dal sottotitolo ‘Come sopravvivere a una separazione restando interi’.

Pubblicano le Edizioni Esperidi di Monteroni di Lecce, un vero gioiello nell’editoria indipendente italiana: per come Roberta Marra e Claudio Martino curano i loro prodotti, per l’amore che ci mettono pagina dopo pagina, per l’impegno nella promozione dei loro autori, per la scrupolosità e l’attenzione che pongono nel confezionare i loro libri, a partire dalla scelta delle copertine, della carta, della qualità della brossura. Ce ne fossero, insomma, di ragazzi come Roberta e Claudio, che hanno mutuato dalla loro professione di archeologi questa spiccata propensione al dettaglio in ogni sua forma.

Se poi dentro al contenitore c’è anche del contenuto, tutto è ancora più eccellente. Ecco allora che, aprendo lo ‘scrigno’ che porta la firma di Manuela Monaco e l’immagine di copertina ideata e realizzata dalla brava illustratrice Marialinda Toriello (con la collaborazione di editrice e autrice, e anche qui c’è dietro una bella storia), si può scoprire tutto un mondo. Un mondo dove la separazione è sì parte importante della vicenda, ma non l’unica.

Scrigno non è una parola usata per caso: perché allude a qualcosa di segreto che viene svelato, difatti le pagine di Manuela sono tanto simili a un diario, a volte nostalgico, a volte un filo rabbioso, spesso decisamente esilaranti.

Scrivi ciò che non dovrebbe essere dimenticato’, ricorda l’autrice nell’intestazione del suo lavoro, citando una delle frasi più famose di Isabel Allende: perché rielaborare quel lutto inaspettato che è la separazione non significa per forza dimenticarlo. Significa semmai decodificarlo, significa saper tirar fuori delle opportunità anche dalle situazioni sfavorevoli.

È una via lastricata di dolore, di lacrime e di qualche ciucca (decisamente triste) all’inizio, ma poi si scopre che camminare da soli non è sempre e solo negativo, si scopre ad esempio che una donna può diventare ancora più forte (e non solo per portare a casa le borse della spesa al terzo piano e senza ascensore, ma soprattutto emotivamente), si scopre che quanto più una giovane madre soffre, tanto più riesce a trovare in se stessa l’energia per assomigliare, molto molto da vicino, alle eroine di fumetti e cartoni animati, alla Fearless Girl, la ragazza senza paura che sta sulle strade di New York: solo che in questo caso non è una statua di bronzo, ma una persona in carne, ossa, pensieri, sentimenti e azioni.

È così che il confine tra volere e potere diventa sempre più sottile, che le strade parallele finiscono per incrociarsi, che si riesce a trovare la direzione e, quando si riesce a trovare la direzione, il bello è che si diventa pure un buon esempio per tante altre persone (e non sono poche), che si ritrovano a vivere gli stessi ‘lutti’, gli stessi tremendi e spesso inaccettabili pugni nello stomaco.

Manuela lo racconta in prima persona: racconta di quand’era adolescente, di come secondo lei tante idee sbagliate sull’amore ci sono giunte dai cartoni animati degli anni Ottanta (questa è una delle parti migliori), racconta il prima, il durante e il dopo del suo matrimonio. Soprattutto il dopo, che è uno dei temi centrali del blog ‘Io parlo da sola’, insieme alla scuola, all’essere mamma e agli amici, ovvero tutto il mondo che ruota intorno a questa sorprendente ragazza che, a un certo punto della vita, di fronte a un mojito, ha scoperto che proprio sola non era, che aveva molto da dire agli altri, molto da raccontare e molto da farsi capire.

A volte funzionare come blogger non significa automaticamente funzionare anche come scrittrice: ma il periodare ironico e divertente di Manuela è un’arma vincente, perché incarna una scrittura moderna, emozionale, mai scontata, sempre piena di colore e soprattutto di amore.

L’autrice presenterà il suo libro lunedì 15 febbraio, giorno della sua uscita in libreria e anche sulle principali piattaforme online: appuntamento alle ore 18 attraverso una diretta Facebook che sarà trasmessa dalla Libreria L’Amico Ritrovato di via Luccoli a Genova (purtroppo senza pubblico causa restrizioni Covid) e che potrà essere seguita sulle pagine social ‘Io parlo da sola’, ‘Edizioni Esperidi’ e ‘Libreria L’Amico Ritrovato’.

Non serve, anzi non bisogna raccontare di più: perché i libri vanno comprati e soprattutto vanno letti, pagina dopo pagina. E questo merita di essere acquistato e letto. Sarà un’opportunità per Manuela ma anche per chiunque si trovi o si sia trovato nella stessa situazione, non importa se uomo o donna: “Rinchiudi la vita in un libro e avrai sempre qualcosa da portarti dietro”, è il ‘credo’ dell’autrice.

Sarà inoltre un’opportunità per conoscere una scrittrice emergente per la quale il modesto consiglio è di non smettere mai di coltivare questa sua grande passione: perché quanto più emoziona se stessa, tanto più saprà emozionare pure gli altri.

C’è una bella canzone (Manuela ama moltissimo la musica e se ne serve a piene mani per chiudere quasi tutti i suoi post) che ci ricorda che ‘quando il cuore senza un pezzo il suo ritmo prenderà e quando l’aria che fa il giro i tuoi polmoni beccherà’, allora si starà ‘sopra il giorno di dolore che uno ha’. E sopra il giorno di dolore c’è sempre un orizzonte luminoso, fatto di sogni, di passioni. Fatto di noi stessi.

Quelli rimasti ancora ‘interi’. Nonostante tutto.

Alberto Bruzzone

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