Attualità - 15 marzo 2021, 12:10

Sulle colline di Pra', lo splendido progetto d’inclusione 'Orto sociale tèchne'

Lo promuove la 'Giostra della fantasia' che ha recuperato un terreno nella zona di via della Torrazza; educatori e ragazzi con diverse abilità coltivano ortaggi e scoprono l’arte del saper fare: il racconto della coordinatrice Linda Monaco e dei suoi colleghi

Sulle colline di Pra', lo splendido progetto d’inclusione 'Orto sociale tèchne'

L’immenso Andy Warhol amava ripetere: “I think having land and not ruining it is the most beautiful art that anybody could ever want”, io penso che avere la terra e non rovinarla sia la forma d’arte più bella che ognuno possa desiderare.

E c’è un posto, sulle colline immediatamente dietro a Pra’, nel Ponente genovese, dove questa precisa filosofia non solo viene messa in campo con la pratica, ma viene anche scavalcata e ampliata. Perché la terra non viene rovinata e, al contrario, viene preservata, viene curata, viene trattata, produce ottimi frutti e altrettanto ottimi ortaggi e fa da culla a uno splendido progetto educativo dedicato alle ragazze e ai ragazzi con diverse abilità: sicché la forma d’arte non è bella, in questo caso, ma diventa bellissima e oltre al desiderio la si può vedere concretamente sotto ai propri occhi, tutte le mattine che sorge il sole, tutte le sere che arriva il tramonto.

C’è da lavorare, e c’è da lavorare sodo: perché la terra dà, ma la terra prende, in termini di sacrificio, in termini di sudore e di fatica, in termini d’impegno. E quanto più ci sono questi elementi, tanto più il raccolto sarà abbondante.

Ma passione e dedizione non spaventano, anzi esaltano, le straordinarie persone che fanno parte della Giostra della Fantasia, la cooperativa genovese (che ha sede a Pra’ ma è ampiamente conosciuta in tutta la città e anche al di fuori dei confini comunali) che sin dal 2003 si occupa di servizi educativi per tutte le persone da 0 a 99 anni e che prima ancora si era costituita come associazione già nel 1998 (esistono ancora entrambe, seppur con differenti ramificazioni e aree di attività).

Uno dei progetti più recenti della ‘Giostra’ si chiama Orto Sociale Tèchne, è nato subito dopo il lockdown di marzo e aprile del 2020 e coinvolge le persone con diverse abilità dai diciotto anni in su.

Siamo in via della Torrazza, appena dietro alla fascia costiera di Pra’, e la prima sensazione è di come la campagna si apra, in tutto il suo fascino, ad appena pochi metri di distanza dalla città, dove iniziano a diradarsi le case e si manifesta quel paesaggio bucolico che neanche la presenza dell’autostrada può scalfire e che fa rima con produttività, ma anche creatività, con il fascino del tempo antico e dei sani valori da trasmettere a tutti.

“In questa zona - racconta Linda Monaco, che è la coordinatrice dell’area legata alla Diversabilità per la Giostra della fantasia - sorge il terreno di proprietà di Rocco, che è stato uno dei fondatori della ‘Giostra’. Grazie al lavoro di suo figlio Francesco e del suo amico Alberto, questo spazio, che il nonno di Francesco già utilizzava per la coltivazione, è stato pienamente recuperato, con un’efficace operazione di pulizia”.

Man mano che queste operazioni avvenivano, iniziava a manifestarsi l’idea: “In questo periodo di Covid - prosegue Linda Monaco - si è avvertita sempre di più la necessità di fornire servizi all’area aperta e l’orto si prestava moltissimo in questo senso perché non solo fa parte del territorio e quindi ci ha permesso di coinvolgere la comunità locale, ma anche perché riassume il nostro pensiero educativo, in cui concetti come inclusione, funzionalità, integrazione ed estetica diventano un concetto unico”.

Il concetto intorno al quale operano gli educatori, che sono diventati contadini-educatori, e le persone che frequentano l’orto, che proprio grazie all’arte di coltivare la terra possono sviluppare le loro capacità. È tutto estremamente pratico, è il bello di realizzare qualcosa grazie alle proprie mani: difatti il progetto complessivo ha preso il nome di Tèchne, parola che nel greco antico rimanda al saper fare qualcosa, nel senso pratico del costruire.

“Sono partito con il mio amico Alberto - ricorda Francesco Orlando, che fa parte della ‘Giostra’ e che ha messo a disposizione il terreno - e, anzitutto, abbiamo recuperato questo spazio che da un po’ di tempo non era più frequentato. Poi, nel realizzare l’orto, abbiamo potuto contare su una grossa mano che ci è stata data dalla comunità praese”.

Pra’ è la delegazione del Ponente dove l’associazionismo è storicamente più forte, dove il concetto di comunità è ancora declinato come una volta: “È stata l’azienda del Pesto di Pra’ a farci vedere come spianare il terreno, mentre altre persone hanno fornito gli attrezzi e i vari materiali”.

A quel punto, serviva qualcuno che conoscesse bene la terra e conoscesse bene quali coltivazioni scegliere, in base al ciclo delle stagioni. Fondamentale è stato l’apporto di Alessio Zunino, educatore della ‘Giostra’ e biologo, che ha dato le direttive a livello teorico, ma anche naturalmente a livello pratico, con zappa, guanti e tanta buona volontà.

Lo hanno seguito Sabrina Olivieri, Enrico Devescovi e altri brillanti elementi della ‘Giostra’, così quando è stato tutto pronto, intorno a settembre, sono arrivati i ragazzi con diverse abilità. E hanno scoperto un mondo nuovo, un mondo straordinario: “Così il progetto è decollato - dicono Francesco, Sabrina ed Enrico - e loro hanno potuto esprimersi al meglio. L’Orto Sociale Tèchne prosegue per due pomeriggi alla settimana. Abbiamo piantato insieme a loro lattughe verdi, radicchio rosso, aglio, cavolfiori, broccoli, cipolle, fave e piselli. I primi ortaggi maturati li abbiamo raccolti e li abbiamo portati alla comunità, tra poco sarà il tempo delle fave e anche qui organizzeremo la raccolta e poi la consegna”.

Contestualmente, in appoggio all’orto, è nato pure il progetto della falegnameria: “Qui a fianco abbiamo allestito un bancone. Abbiamo già costruito un pannello di supporto per tutti gli attrezzi, oltre alle varie recinzioni e a tutto ciò che serve a sostegno dell’agricoltura. Infine, è stata creata una zona relax con tavoli, sedie e compostiere”.

L’Orto Sociale è principalmente un progetto educativo, ma le persone della Giostra della Fantasia lo hanno pensato anche come “luogo d’incontro per bambini del quartiere e, perché no, un’aula all‘aperto, e anche come occasione di condivisione esperienziale, ospitando e accogliendo anziani in difficoltà, e ancora ‘semplicemente’ luogo di relazione”. Più si andrà verso la fine dell’emergenza sanitaria, più ce lo si potrà godere, insomma.

Ad accogliere tutti, a braccia rigorosamente aperte, sarà Franco Roberto, lo spaventapasseri realizzato direttamente dai ragazzi. “Accanto all’orto, stiamo pensando anche ad altre attività all’area aperta, ad esempio lo yoga. E poi andiamo naturalmente avanti con tutti servizi erogati sia dalla Cooperativa Giostra della Fantasia che dall’Associazione Giostra della Fantasia. Uno degli ultimi traguardi si chiama ‘Controregole’ ed è un progetto d’inclusione attraverso lo sport”.

Nel frattempo, arriveranno anche le patate, le rose per lo sciroppo, le erbe aromatiche, zucche, zucchini, peperoni e melanzane, mentre i bambini più piccoli lavoreranno al semenziario. Ci sarà anche il peperoncino, perché un’avventura come questa è decisamente piccante, nel momento in cui sa toccare così bene le corde della mente e anche del cuore.

A proposito, Andy Warhol diceva anche: “I believe that anyone who knows how to do something well is an artist”, io credo che un artista sia chiunque sappia far bene una cosa. E allora non siete solo educatori. Né solo contadini. Né solo contadini-educatori o contadini-allievi. Siete pure artisti.

Alberto Bruzzone

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