Attualità - 24 marzo 2021, 10:45

Federico Romeo: "No alla ferrovia in mezzo alle case"

Il presidente del Municipio Valpolcevera parla dell’ipotesi di passaggio di treni ad alta portata: “Andremo ad analizzare il progetto a fine aprile, ma non è certo avveniristico. Anzi, mi pare un ritorno agli anni Sessanta”

Federico Romeo: "No alla ferrovia in mezzo alle case"

Federico Romeo, 28 anni, uno dei più giovani presidenti di Municipio d’Italia, è la perfetta sintesi datata terzo millennio della coppia anni ’50 Peppone-Don Camillo. Con la specificità di unirli entrambi. Avversari fieri di altri tempi, oggi (governo Draghi docet) assolutamente compatibili. 

Romeo proviene infatti da ambienti cattolici ma è cresciuto in mezzo ai comunisti e vissuto nel Pds. Sintesi riuscita, carattere determinato, in politica da quando aveva 19 anni, ammette lui stesso questa bivalenza che ha saputo trasformare in risorsa.

Così come vuole trasformare la Valpolcevera, 63 mila abitanti, dove è appunto presidente, dal degrado attuale a delegazione proiettata nel futuro. Delegazione che ha sofferto il ponte, ennesimo attacco frontale a una località in sofferenza di suo, con potenzialità troppo nascoste. 

“Non ne vedo ancora una rinascita - afferma il presidente Romeo - e sono preoccupato sulla volontà di Comune, istituzioni, mondo economico che la vogliono trasformare in un retroporto che vedo meglio nell’alessandrino e non a Genova. Se questa è la volontà, non è sviluppo. Inoltre, qui si continuano a insediare grandi centri commerciali, supermercati che non migliorano la qualità di vita”. 

Ma è il passaggio di treni ad alta portata in mezzo alla case, a Certosa, che inasprisce particolarmente il primo cittadino della Valpolcevera: “Andremo ad analizzare bene il progetto a fine aprile, ma non è certo avveniristico; anzi mi pare un ritorno agli anni ’60 mentre sarebbe opportuno far scorrere i treni lungo l’argine del Polcevera”, afferma, sottolineando che non c’è alcuna contrarietà a una maggiore movimentazione delle merci su rotaia. “Ne siamo favorevoli - dice - ma non se la ferrovia passa in mezzo alla case, non è sviluppo 2.0”.

Altro tema sensibile la sanità. “Manca un ospedale nella vallata - dice - del Ponente, del territorio intendo, che non ha riferimenti ospedalieri. Villa Scassi è il più prossimo, ma è sovra utilizzato e unico per il nostro bacino e l’idea che la nostra zona abbia un nuovo ospedale è fondamentale e porterebbe a un miglioramento della qualità della vita”.

Ma se la valle vanta numericamente la maggiore presenza di tessuto associativo di tutta la città, è polo di artigianato, piccola e media impresa e tessuto commerciale, d’altro canto soffre di forte disoccupazione, abbandono scolastico. “Che non fanno vedere un futuro roseo - indica Romeo - anche se tutta la città è in difficoltà. Noi ne soffriamo maggiormente in quanto una volta eravamo zona industriale, oggi non più. Manca un sistema città e quindi Valpolcevera. Non è sintomo di rilancio. Non c’è identità precisa”.

Identità che la giunta Romeo lavora per raggiungere con progetti e idee mirate, precise, possibili. A partire dal rilancio delle aree dismesse. “Qua - specifica Romeo - passano le più grandi infrastrutture, però occorrono investimenti; il rilancio delle aree dismesse potrebbe portare servizi alla popolazione. Si deve investire sulla sanità, e magari trasformarci in area a tassazione più bassa per attirare imprese non logistiche, fare una riqualificazione complessiva di tutti i quartieri della valle con aree verdi. Occorre un impegno anche dello Stato aumentando il collegamento tra istituzioni, Istituto Italiano di tecnologia, le nostre imprese, fare formazione scolastica. Occorre arrivare a realizzare un polo dove ricerca e formazione trovino una sintesi.

Ci candidiamo alla ricerca sull’idrogeno, che sarà il futuro. Opportunità che dobbiamo cogliere”. Un futuro da sorta di Silicon Valley italiana dell’idrogeno. Idea geniale per la Valpolcevera e Genova che ne diventerebbe polo con la sua valle sul torrente.

Dino Frambati

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