Municipio Media Valbisagno - 11 aprile 2021, 15:45

Il teatro in carcere non si ferma, online lo spettacolo "Profughi da tre soldi"

Sulla piattaforma OnTheatre dal 13 aprile. Sul palco i detenuti del penitenziario di Marassi e attori raccontano il dramma di chi è costretto a fuggire in cerca di futuro. Un progetto di Teatro Necessario Onlus

Profughi da tre soldi spettacolo - teatro in carcere

Paure e speranze, storie di dolori, separazioni e solidarietà. I detenuti della casa circondariale di Marassi sono gli interpreti e i protagonisti di ‘Profughi da tre soldi’, il nuovo spettacolo teatrale prodotto dall’associazione culturale Teatro Necessario Onlus, che da 15 anni ha attivato nel penitenziario laboratori teatrali per i detenuti, e che debutta online martedì 13 aprile sulla piattaforma OnTheatre e visibile con un’offerta libera. 

Girato sul palco del teatro dell’Arca (il primo e unico teatro in Europa nato ex novo dentro un penitenziario), lo spettacolo, liberamente tratto da ‘Opera da tre soldi’ di Bertolt Brecht, mette in scena un tema di forte attualità; ambientato in un campo profughi, racconta le storie di chi ha dovuto lasciare la propria terra in cerca di futuro, mettendo l’accento sul dramma di chi è costretto a fuggire.

“Il teatro in carcere è fondamentale, nato come progetto sperimentale nel 2005, con il tempo ci siamo resi conto che era uno strumento fortissimo per dare l’opportunità ai detenuti di esprimere potenzialità che neanche loro pensavano di poter avere, anche in ambito creativo.

Il palco è il luogo ideale per ricucire relazioni di libertà e riscoprire nuove identità”, osserva Mirella Cannata, presidente di Teatro Necessario. Come dimostrano le parole di uno dei protagonisti: “Ho partecipato per la prima volta a questo spettacolo che racconta tante cose che molti miei connazionali hanno vissuto: hanno attraversato il mare per arrivare in Italia lasciando tutto: famiglia, amici, casa. Qui pensano di poter cambiare vita, ma poi quando arrivi trovi tante difficoltà, qualcuno che ti sfrutta. Questo spettacolo è un grande spettacolo. Mi è piaciuto recitare, tutto il tempo che rimarrò in carcere farò teatro”, anche perché sul palco “siamo tutti uguali, nessuno ci giudica”, e sta in queste parole la scommessa vinta dell’associazione.

‘Profughi da tre soldi’, interpretato dalla Compagnia degli Scatenati, doveva andare in scena dal vivo ad aprile dello scorso anno, poi il lockdown ha fermato tutto e non è più stata rappresentata. Finché a settembre è stato ripreso con nuovi attori-detenuti (“Nel frattempo l’80% di chi aveva realizzato lo spettacolo era ormai fuori dal carcere in quanto aveva finito di scontare la sua pena”, dice Cannata) e riadattato dal regista Sandro Baldacci su misura dei nuovi interpreti che saranno affiancati da Igor Chierici, Filippo Di Dio, Cristina Pasino, Michela Gatto. “Si tratta di un esempio di teatro integrato dove i detenuti recitano insieme ad altri attori professionisti e gli uni apprendono dagli altri: i detenuti acquisiscono competenze, mentre gli attori ricevono la naturalezza e quella forza istintiva che a volte ai professionisti un po’ manca”, dice la presidente. 

Il teatro in carcere non si è mai fermato neanche con la pandemia: “Abbiamo ripreso tutti i corsi, e fino a oggi continuiamo a svolgerli grazie a una gestione molto rigida delle misure anticontagio, e questo è stato davvero importante”. Perché il teatro offre ai detenuti quella seconda possibilità di cui tutti abbiamo bisogno: “Fare cultura è lo strumento per riscattare completamente queste persone”. L’associazione Teatro Necessario rientra infatti nel progetto di ‘Per Aspera ad Astra. Come riconfigurare il carcere attraverso la bellezza e la cultura’.

Rosangela Urso

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