Sanità - 24 aprile 2021, 07:00

Il fegato: il nostro miglior alleato nei cambi di stagione!

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Il fegato: il nostro miglior alleato nei cambi di stagione!

Da sempre il cambio di stagione rappresenta per il nostro organismo un delicato momento di passaggio, perché al suo interno avvengono dei cambiamenti fisiologici che molto spesso sfociano in una serie di sintomi che includono: ansia, debolezza, insonnia, irritabilità, sonnolenza, astenia, ma anche disturbi gastrointestinali o il riacutizzarsi di sintomatologie pregresse.

Tutta una sintomatologia che racconta lo sforzo che compie il nostro organismo per abituarsi ai cambiamenti esterni: cambiano le temperature, l’umidità, la pressione; aumentano o diminuiscono le ore di esposizione alla luce del sole; cambia la nostra alimentazione (sempre per chi segue lo stagionale).

Ad esempio una maggiore esposizione alla luce modifica i livelli di secrezione di melatonina, un ormone che regola il ritmo sonno-veglia; aumenta la sintesi e la trasformazione della vitamina D nella sua forma attiva D3, favorendo l’assorbimento del calcio nelle ossa in contrasto al rachitismo e all’osteoporosi; inoltre la luce del sole attiva la circolazione, stimola il metabolismo e il sistema neurovegetativo, così come l’emopoiesi e l’appetito. Vengono stimolati meccanismi biologici che influiscono sulla sfera psicoemotiva, infatti i raggi solari attivano alcuni neurotrasmettitori a livello cerebrale, risollevando l'umore (non a caso nelle giornate più luminose ci sentiamo più dinamici e propositivi).

Una minore temperatura invece aumenta la funzione tiroidea e abbassa il nostro sistema immunitario. Quello che voglio sottolineare è che il cambiamento è sempre qualcosa di impegnativo che necessita del giusto tempo. I cambiamenti troppo repentini e drastici possono portare a delle alterazioni molto dannose. Pensate ai recenti cambiamenti climatici che stanno portando alla formazione di fenomeni atmosferici estremi anche nel periodo invernale: improvvise ondate di caldo o di freddo eccessivo, spesso accompagnate da precipitazioni intense e venti molto forti. Si passa, nell’arco della stessa giornata, da temperature poco sopra lo zero a temperature che sfiorano i 20°.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che gli effetti sulla salute a lungo termine, a causa dei cambiamenti climatici troppo repentini, siano da considerarsi tra i più rilevanti problemi sanitari da affrontare nei prossimi decenni.

Questi violenti sbalzi di temperature possono aggravare malattie preesistenti, in particolare malattie croniche cardiache e respiratorie o metterci a rischio di epidemie influenzali, in quanto questi sbalzi stressano il nostro sistema immunitario, tanto che ci ritroviamo a dover affrontare una bronchite in piena estate o ci trasciniamo per mesi recidive influenzali.

Ecco perché è fondamentale accompagnare ed aiutare il nostro organismo in questo particolare e delicato momento di passaggio dalle temperature invernali a quelle estive. Ma come possiamo fare? Aiutando i nostri organi emuntori ad eliminare le tossine. Sia quelle endogene, cioè prodotte direttamente all'interno del nostro corpo (gli “scarti metabolici”), come ad esempio l'acido urico prodotto della degradazione delle proteine, l'acido lattico e il gas carbonico prodotto dalla combustione del glucosio o i corpi chetonici prodotti dalla scissione dei grassi; sia quelle esogene, introdotte nell'organismo dall'esterno.

Parliamo di tossine alimentari, ma anche di pesticidi, funghicidi e insetticidi della coltivazione intensiva, ormoni, antibiotici e fattori di crescita degli allevamenti intensivi, farmaci di sintesi, cosmetici con forti componenti chimiche, polveri sottili, fumo di sigaretta, scarichi industriali o delle automobili, inquinamento acustico ed elettromagnetico.

Questo costante e quotidiano accumulo di tossine, nel tempo, intasa i nostri sistemi di detossicazione. Quando il carico tossico supera la capacità di depurazione epatica, polmonare, renale e intestinale, la concentrazione di tossine nel sangue rimane elevata e l’omeostasi interna scompensa con la grave conseguenza che il nostro organismo sarà più esposto all’attacco di virus e batteri e diminuirà la sua capacità di riparare i danni cellulari e di recuperare da stati infiammatori cronici. Tra tutti gli organi emuntori, il più coinvolto nel difficile compito della depurazione è il nostro fegato: infatti una delle sue più importanti funzioni è la disintossicazione e depurazione costante del sangue. Pensate che ogni quattro minuti circa il sangue fa un giro completo del corpo, passando attraverso il fegato.

Dobbiamo dirlo: ogni giorno questa ghiandola deve “supportare” e “sopportare” tutte le “schifezze” che gli arrivano costantemente con il sangue proveniente dall’intestino. Tutto quello che viene assorbito dall’intestino tenue passa nel fegato dove subisce l’ultima trasformazione prima di entrare nella circolazione sanguigna. Il fegato quindi neutralizza tutto quello che è indesiderabile per poi eliminarlo tramite la bile. Dal punto di vista fisico il fegato è un organo del ricambio (come reni, intestino...), ma la sua caratteristica particolare è di essere totalmente permeato di liquido quindi di “forze vitali” che gli conferiscono la capacità di rigenerarsi. Esso è deputato alla distribuzione dell’elemento liquido, per cui, quando una persona si gonfia e quindi c’è una cattiva distribuzione dei liquidi, vuol dire che il suo fegato è in difficoltà.

Insomma, il fegato riveste un ruolo chiave nel metabolismo, e per la sua capacità di neutralizzare i veleni che entrano all'interno del nostro organismo, è particolarmente esposto all'azione dannosa di sostanze tossiche. Dalla letteratura scientifica emerge che le sostanze ad attività antiossidante svolgono un ruolo primario nel difendere le cellule epatiche dai danni generati dallo stress ossidativo e dai radicali liberi, prodotti da diverse reazioni biochimiche che avvengono a livello epatico.

Tra queste sostanze voglio ricordarvi l'acido alfalipoico che ha una elevata reattività proprio contro i radicali liberi. Esso è in grado di rigenerare la vitamina C e la vitamina E ossidate e aumenta i livelli tissutali di glutatione. Anche la silimarina ha un effetto epatoprotettivo e accelera il suo processo di rigenerazione, inoltre ha una funzione di difesa contro sostanze pericolose come il tetracloruro di carbonio e l’alcool. P

er aiutare il nostro fegato possiamo avvalerci di altri principi attivi contenuti in piante che hanno un'azione di beneficio indiretta sul fegato come il tarassaco che contribuisce a una normale funzione digestiva; l'equiseto che contribuisce a mantenere la fisiologica funzionalità delle vie urinarie e il corretto trofismo del connettivo, il tessuto più soggetto all’accumulo di tossine; la bardana che ha un ottima azione di depurazione della pelle (l’organo emuntore secondario molto legato al fegato); il desmodio che ha una buona capacità di protezione e rigenerazione della cellula epatica, in quanto, inibendo l'azione dell'enzima monossigenasi, blocca la produzione dei radicali liberi, prodotti in seguito all’ingestione di alcool e medicamenti iatrogeni. Tra le spezie, la curcuma longa e sicuramente una delle piante più utilizzate nella cura delle affezioni epatiche. Il suo rizoma contiene numerosi polifenoli (curcuminoidi) con notevoli proprietà fitoterapiche.

Essa sostiene la funzionalità epatica, ha proprietà colagoge in quanto favorisce la produzione di bile e contribuisce alla modulazione del colesterolo prodotto dal fegato. Ha una azione antiossidante e antinfiammatoria proprio a livello degli epatociti. Per concludere, voglio sottolineare che per stimolare l’azione depurativa del vostro organismo in questo delicato momento di passaggio dalla stagione invernale a quella estiva, non basta assumere qualche generico sciroppo depurativo o qualche tisana detossicante.

Come sempre vi invito ad agire su più fronti, uno di questi è aiutare il vostro fegato nel suo delicato compito di depurazione, provando ad eliminare l’alcool, gli zuccheri e gli alimenti raffinati; riducendo i grassi saturi che appesantiscono enormemente il fegato e la cistifellea, rallentandone la funzionalità e creando seri ristagni. Prediligete un’alimentazione a base di vegetali crudi e cotti, cereali integrali biologici e legumi a seconda della stagionalità.

Aumentate il consumo di tutte le erbe amare di campo, come per esempio il dente di leone (tarassaco) e l’ortica. Abituatevi ad arricchire le vostre colazioni con succhi freschi di frutta e verdura o con estratti freddi. Queste scelte vi garantiranno una maggiore funzionalità epatica e sentirete meno gli effetti collaterali di questo delicato momento di transizione che da sempre ci espone maggiormente a disturbi che, se presi sottogamba, possono condurci nel tempo a vere e proprie patologie.

A prescindere da tutto, è importantissimo mantenere l’integrità e la corretta funzionalità del nostro fegato per salvaguardare la nostra salute.

Redazione

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