Attualità - 05 giugno 2021, 17:37

Cortometraggi e Meme per parlare dei rischi del gioco d’azzardo: i lavori degli studenti della scuola ‘Alessi’ di Pegli

Coinvolti una cinquantina di ragazzi. Hanno affrontato il tema del rischio del gioco d’azzardo patologico grazie a un progetto di media education realizzato dalla cooperativa La giostra della Fantasia insieme al Ceis, nell’ambito del progetto Game Over del Ser.T della Asl 3

Cortometraggi e Meme per parlare dei rischi del gioco d’azzardo: i lavori degli studenti della scuola ‘Alessi’ di Pegli

Cortometraggi e Meme per parlare dei rischi del gioco d’azzardo patologico. La prevenzione parte dai giovani e parla la loro lingua, grazie a un progetto di media education realizzato dalla cooperativa La giostra della Fantasia insieme al Ceis Genova nell’ambito del progetto Game Over del Ser.T della Asl 3.  

Hanno puntato sulla multimedialità i laboratori che hanno condotto una cinquantina di ragazzi della scuola secondaria di primo grado ‘Alessi’, dell’Istituto Comprensivo di Pegli, per riflettere sui rischi del gioco d’azzardo. Un progetto in due fasi: la prima ha visto la formazione dei docenti la seconda la parte laboratoriale con i ragazzi. Un lavoro iniziato ad aprile 2020 e concluso prima della fine dell’anno scolastico e che in questi giorni gli alunni stanno presentando al territorio: “Perché era importante che questo progetto uscisse fuori dalle scuole per raggiungere il maggior numero di persone possibile, e perché i giovani si sentissero soggetti attivi e non solo destinatari”, spiega Michele Calloni della Giostra della Fantasia, responsabile del progetto insieme a Marco Vagnozzi del Ceis.  

I ragazzi, delle classi 3C e 3G, in questi mesi si sono messi in gioco e hanno esplicitato il loro messaggio attraverso la multimedialità: “Una classe ha realizzato due cortometraggi creando due storie: una concentrata sul gioco d’azzardo; l’altra sul rischio delle dipendenze in senso lato. Hanno seguito tutti i passaggi, dal copione alla costruzione dei set, dalle riprese al montaggio. L’altra classe, invece, ha prodotto diversi Meme - un modo di comunicare a loro molto congeniale - con immagini, prese dal web o realizzate da loro, abbinate a slogan. Accanto a questo hanno anche fatto un cortometraggio, ma rispetto all’altra classe è meno narrativo ma più simbolico, con musiche realizzate da loro e immagini, dove viene messa in scena la dimensione di solitudine del giocatore, anche in modo piuttosto forte”, racconta Calloni. 

“Collaborare con i ragazzi è stato bellissimo, perché fare progetti dove sono chiamati a partecipare direttamente è sempre stimolante. Nonostante il lavoro in parte si sia svolto online, a causa della pandemia, comunque il risultato è arrivato, come anche il messaggio”. 

Chi vuole vedere i lavori degli studenti, fino al 6 giugno i giovani sono al Centro culturale pegliese, con i loro Meme affissi sulla passeggiata e i video proiettati all’interno. Un progetto che non finisce qui, ma che prosegue ancora il prossimo anno e che produrrà nuove e stimolanti riflessioni.

Rosangela Urso

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