Cultura - 27 giugno 2021, 09:50

Il Cardinale Bagnasco narra se stesso, Genova, 14 anni alla guida della chiesa della città, nel libro ‘Genova, casa mia. 14 anni da Arcivescovo’

È destinato a diventare un documento importante per la storia di Genova, il volume scritto dal cardinale Bagnasco, dove narra sensazioni ed eventi degli anni forse più complicati e a volte persino drammatici della città. Opera intensa, sotto la regia della redazione de ‘Il Cittadino’

Il Cardinale Bagnasco narra se stesso, Genova, 14 anni alla guida della chiesa della città, nel libro ‘Genova, casa mia. 14 anni da Arcivescovo’

Da don Angelo a cardinale Angelo Bagnasco. Da una parrocchia del Levante di Genova alla cattedrale e alla guida della Chiesa del capoluogo ligure dal palazzo di piazza Matteotti. È un amore grande e reciproco quella che lega la città della Lanterna al suo ex arcivescovo, che l’ha condotta per mano per tanti anni, arrivando a essere capo dei vescovi italiani alla Cei e persino di quelli europei. 

Eventi, sensazioni, emozioni che il cardinale, grande uomo di Fede, passato il Pastorale al frate venuto dal Veneto, monsignor Marco Tasca, ha voluto narrare in un libro. Pagine intense quelle uscite dalla penna del porporato; ‘Genova, casa mia - 14 anni da Arcivescovo’, il titolo del libro dove racconta se stesso, Genova in una conversazione e dialogo con Silvio Grilli, sacerdote e giornalista, storico e competente responsabile delle Comunicazioni Sociali della curia genovese e direttore del suo organo di stampa, ‘Il Cittadino’. Il volume conta 272 pagine tutte a colori ed è edito dalla Grafica Buona Stampa srl, realizzato dalla redazione del citato ‘Il Cittadino. Molti inoltre i documenti del magistero episcopale del cardinale Bagnasco inseriti nel volume, ricco di oltre 300 fotografie, tratte in prevalenza, spiega la nota di presentazione del libro, dall’archivio del settimanale cattolico, che informa come “il libro vuole essere un omaggio e un grazie al cardinale Angelo Bagnasco da parte della comunità diocesana a un anno dal suo saluto alla diocesi e alla città”. 

Per comprendere meglio lo spirito del libro appare interessante vedere il video, anche questo a cura della redazione del giornale diocesano, https://youtu.be/-bis33JYWqM, nel quale l’ex arcivescovo genovese narra gli anni da pastore della Chiesa di Genova, rifacendosi ai contenuti principali del libro, che è disponibile nella sede de ‘Il Cittadino in piazza Matteotti, come alla libreria San Paolo, sita nella stessa piazza. 

Toccante il racconto di quando seppe della nomina a capo della Chiesa sotto la Lanterna: “Nel 2006 ero ordinario per i militari dell’Italia - ricorda Bagnasco - e il 22 agosto ricevetti la lettera della Nunziatura Apostolica che mi informava che Papa Benedetto XVI mi aveva nominato arcivescovo di Genova, come successore del cardinale Tarcisio Bertone, ormai segretario di Stato. La notizia sarebbe diventata pubblica il 29 del mese, festa della Madonna della Guardia. La nomina inaspettata e improvvisa mi lasciò non solo sorpreso, ma interdetto: avevo pensato che non sarei più tornato a Genova, tanto che, dovendo riesumare le spoglie della mia carissima mamma dal cimitero di Staglieno, portai io stesso i resti in un piccolo camposanto a Ferrada di Moconesi, dove viveva mia sorella con la sua famiglia”. 

“Ritornare a Genova come pastore - scrive il cardinale - da una parte era motivo di gioia, poiché tornavo nella città dove ero cresciuto, nel centro storico, dall’altra però mi chiesi come sarei stato accolto. Il pensiero che la nomina fosse giunta nel giorno di Maria Regina, mi confortò come una luce tra le nubi. La Madonna, infatti, mi ha sempre accompagnato anche con date e ricorrenze pastorali che possono apparire coincidenze, ma che per me erano segni materni. Ciò mi diede coraggio per rispondere con il mio ‘sì’ di fiducia e abbandono alla volontà di dio che mi si manifestava attraverso il Papa”. 

Compito difficile, ammette nelle pagine del libro, ma ricompensato dal bene delle gente, da un grande amore ricambiato con Genova, che definisce la ‘sua’ città. E ottimi i rapporti con credenti e no; laici e consacrati. “A un giornalista che mi chiedeva come mi sentivo, risposi che non si è mai pronti per le grandi cose, come quando si diventa padri o sposi, ma si impara”, rievoca Bagnasco, rammentando come nell’omelia dell’1 dicembre 2007 in cattedrale ringraziò tutti “per la partecipazione a un momento così importante e delicato della mia vita”. 

Molti poi i genovesi a Roma al concistoro. Testimonianza, afferma, “che non ero solo nei compiti che la Chiesa mi aveva consegnato negli ultimi quattordici mesi con una sequenza assolutamente impensata. La divina provvidenza, infatti, mi aveva affidato la cura di questa importante e cara diocesi”. 

A seguire descrive quando fu nominato al vertice della Cei: “Il servizio ai miei Confratelli Vescovi come presidente della Conferenza Episcopale, e quindi mi volle annoverare nel Collegio dei Cardinali. Insieme alle responsabilità, il mio sguardo si è dovuto progressivamente allargare senza tralasciare nulla: da Genova all’Italia, e poi alla Chiesa universale”. “La Porpora cardinalizia - assicura il vescovo - non riguarda solo la persona del Vescovo, ma anche la sua Chiesa. Da questo riconoscimento e da tanta fiducia tutti devono sentirsi sollecitati e rinnovare la propria adesione di fede a Gesù e alla bellezza della Chiesa Cattolica”.

Dino Frambati

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