Eventi - 30 agosto 2021, 11:10

Presentata a Palazzo Ducale la 30esima edizione del Festival Musicale del Mediterraneo (FOTO e VIDEO)

Pronti 19 giorni di grande musica nel capoluogo ligure

Presentata a Palazzo Ducale la 30esima edizione del Festival Musicale del Mediterraneo (FOTO e VIDEO)

E' stata presentata questa mattina, presso Palazzo Ducale a Genova, la 30esima edizione del Festival Musicale del Mediterraneo. A presentarla è stato Davide Ferrari, Direttore Artistico del Festival e Giovanni Di Cicco, coreografo Does.

Diciotto appuntamenti, tra concerti e workshop che accompagneranno il pubblico da mercoledì 1 settembre alle 20.30, nel Salone del Maggior Consiglio a palazzo Ducale, dove si terrà "Il sufismo tra amore e follia, Oriente e Occidente".

L'ultimo appuntamento sarà a Tursi, il 19 settembre alle 18 con i "Tenores di Santa Sarbana di Silanus" che eseguiranno "Il canto sardo patrimonio dell'Unesco".

"Guardando la lista di quasi 500 concerti presentati - dichiara il direttore artistico Davide Ferrari - il Festival Musicale del Mediterraneo appare come un lunghissimo 'spartito del mondo', con centinaia e centinaia di mi compositori, esecutori.  Sono le musiche di una "Grande Madre”, quantificabili e non qualificabili, mutate negli anni, condivise, conserva! vissuto. Tutte nascono il 4 giugno 1992. Un battesimo con nascituro non battezzato per impedimento del protagonisti delle "rai" banlieu meticce francesi, non scende neanche dal bus. Palco dell’Acquasola inagibile.

Il destino vuole che si inaugura il 5 giugno, primo concerto per Palazzo Ducale rinnovato e fu l'Echo Art Ensemble con la danza di Arbalete con la danza di Arbalete a segnare quello che fui vero concerto di quella lista interminabile di 30 anni di Festival. 

Nello spartito del mondo della 'Grande Madre' si sono generati incontri oggi possibili, ma negli anni in cui nacquero apparivano impossibili, o quantomeno improbabili: era il 1997 quando incontrammo i Dervisci turchi che accolsero, per la prima volta nella loro storia all'interno del loro rito 'Sema' del sufismo islamico, musicisti e danzatori contemporanei, inclusa la presenza di donne. Era il 1999 dove le voci palestinesi e tibetane dialogavano con le fiamme del Chant Thermique dell'Orgue a Feu; il 2000 dove 20 musicisti di tutti i continenti vennero riuniti per il 'The Humar's Rights' e ancora i palestinesi in coro  agli israeliani, gli armeni con i turchi, la kora africana con l’arpa flamenco e il flamenco incrociato al kathak indiano; la danza contemporanea insieme ai taiko giapponesi di Joji Hirota; gli omaggi a Pasolini, Kurosawa, Nelson Mandela... Diciamo che la lista sarebbe lunga, lunghissima con 450 concerti e 88 Paesi rappresentati".

"Ci furono numerosi arrivi esclusivi per la prima volta usciti dai territori di competenza  - continua il direttore artistico - e per la prima volta in Italia e Europa: come i Gnawa del Marocco, i Pigmei Banda Linda della Repubblica Centrafricana, i Tuareg del deserto dell'Hagghar, da cui poi nacquero i Tinariwen, i gitani del Rajasthan, gli indios Meinakhu dalla profonda Amazzonia, Comay Segundo e Omara Portundo; Masterdrummer del Burundi e del Nepal, i Dogon, Juston Pelladito da Cuba, Zumreta Ljubojevic e i Nesidu I Huda della Bosnia post guerra, gli Ikhwan Al Hadra dalla Tunisia, i Monaci Tibetani di Drepung, gli Aborigeni australiani White Cookatoo , gli Imani Ngoma da Zanzibar. Da Festival passò anche lo scomparso Francis Bebey nel 2000, il professore Pigmeo, già conosciito dieci anni prima al festival Afrikano , con il gruppo Bloko, prologo afro del Festival del Mediterraneo".

"Ci aspettano 19 giorni di eventi con 12 concerti spalmati in questo tempo - continua Davide Ferrari - una chiusura di un ciclo dove ha visto tre decenni molto intensi per noi, riuscendo a portare grandi musicisti da tutti gli angoli del mondo. La lunga lista arriva in molti angoli remoti della terra, fonti di musiche sconosciute, cercate e fruite dell'etnomusicologia e portate sul palco del Porto Antico nelle piazze, nei musei, nei chiostri e parchi di Genova, per la conoscenza di migliaia e migliaia di spettatori. 

Dal 2000 in poi tutto fu più semplice, la tecnologia accorciò i tempi e le distanze: nel 2004 Genova Capitale della Cultura ci vide ideatori e direttori dello spettacolo inaugurale con la 'Fura dels Baus' ed il Festival celebrò quell'anno speciale con un programma ricchissimo di eventi, tra cui l'incontro tra Manu Dibangu e Ray Lema e il recital dedicato a Genova e Lisbona della cantante di fado Donna Rosa. 30 anni con centinaia e centinaia di musicisti, spettatori, tecnici e organizzatori di cui alcuni divenuti amici, maestri e collaboratori. Per altri il Festival fu rama di lancio verso nuove carriere importanti".

Chiara Manganaro

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