Attualità - 07 settembre 2021, 08:39

"Quando digitalizzare il volontariato internazionale non è più una necessità, l'intervento di Ayni Cooperazione

"Quando digitalizzare il volontariato internazionale non è più una necessità, l'intervento di Ayni Cooperazione

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Chiara Minigutti, cofondatrice di Ayni Cooperazione."Restate a casa. Al suono di questo mantra, ognuno di noi ha combattuto la sua piccola e personale battaglia contro il COVID-19. Impegno sociale e solidarietà, forse per la prima volta, sono diventati sinonimo di ritiro dalla vita pubblica. O quasi. Perché nella nostra epoca stare a casa non significa necessariamente isolarsi. Chiedetelo alle migliaia di volontari digitali seduti alla propria scrivania, armati di computer e connessione a internet: vi racconteranno che il volontariato online ha trasformato la loro quarantena. E non solo.

 I nuovi mezzi di comunicazione hanno esteso il ventaglio di possibilità per l’esercizio della cittadinanza attiva e nell’ultimo anno e mezzo ce ne siamo resi conto più che mai. E’ arrivato il momento di riconoscere l’immenso potenziale della solidarietà digitale, al di là della pandemia e delle restrizioni.

 Tra tutti i settori dell’impegno sociale che potremmo prendere in considerazione, quello del volontariato internazionale è senz’altro uno di quelli più interessati ai processi di digitalizzazione. La 'distanza' rappresenta infatti, per coloro che si occupano di cooperazione a qualsiasi livello, un elemento costante e non circoscritto all’epoca del COVID. Peccato che, per molti volontari, non esista volontariato internazionale senza un viaggio all’estero e questo mette un po’ in crisi la spinta verso la digitalizzazione. Ma non sarà questa una visione un po’ troppo autoreferenziale del volontariato internazionale?

 Il volontariato internazionale è una forma di partecipazione dal basso alle battaglie e agli sforzi della cooperazione internazionale. Come tale, tanto i contributi digitali quanto quelli presenziali dovrebbero essere considerati egualmente preziosi per il settore. Non dimentichiamo, per esempio, che un buon 15% dei professionisti della cooperazione (dati Open Cooperazione) è impiegato in Italia, e non all’estero.

Che il volontariato all’estero rivesta un maggiore fascino rispetto a quello online è innegabile e parlare esclusivamente di fascino sarebbe riduttivo. L’esperienza di volontariato sul campo è profondamente trasformante per chi la vive e vantaggiosa per la realtà associativa che la ospita e rende possibile. Ma aspettate prima di impacchettare il volontariato online, metterlo in cantina e tenerlo lì fino alla prossima pandemia.

Sebbene intensa e d’impatto, l’esperienza di volontariato all’estero è naturalmente circoscritta ad un periodo di tempo più o meno breve, ma sempre limitato. Inoltre, è costosa. Indipendentemente da chi si faccia carico di quei costi, è innegabile che tra il volo aereo, l’assicurazione, l’alloggio fuori casa e via dicendo, il peso economico dell’esperienza sia alto. Il volontariato online, al contrario, è continuativo e a basso costo, e convive facilmente con gli impegni universitari, lavorativi e familiari di ognuno di noi.

E che dire sull’impatto? Una volta escluse tutte quelle mansioni che possono essere svolte esclusivamente sul campo, rimangono moltissimi incarichi a livello di amministrazione, comunicazione, analisi dei dati, creazione dei contenuti, graphic design, fondamentali per la corretta gestione dell’ente e l’ampliamento delle reti di sostegno e partenariato.

La digitalizzazione della solidarietà internazionale non andrà mai a sminuire l’importanza della presenza dei volontari sul campo, ma sarebbe senz’altro un alleato fondamentale! E’ quello che ha dimostrato in questi mesi l’esperienza di Ayni Cooperazione, portale e hub di formazione per il volontariato internazionale, con il programma Ayni Social Lab. Il Lab è infatti un percorso di formazione per innovatori sociali che comprende un'esperienza di volontariato digitale al servizio di un ente per lo sviluppo internazionale. Il lavoro svolto dai partecipanti come volontari digitali è stato rivoluzionario per più di un ente di “accoglienza”, ma non solo: è stata un’esperienza rivelatrice per tutti. 

'Ho avuto modo di collaborare, discutere, arricchirmi, sperimentare e conoscere', racconta uno dei partecipanti di Ayni Social Lab. E infatti la digitalizzazione, spesso considerata sinonimo di isolamento, può rappresentare tutto il contrario. Può essere solidarietà internazionale, impegno sociale e cittadinanza attiva. Possiamo solo augurarci che le novità di cui siamo stati testimoni in questi mesi, per quanto imposte dalle circostanze, non vengano totalmente abbandonate. Il volontariato internazionale deve ancora imparare a sfruttare al meglio le nuove tecnologie per favorire lo sviluppo e la cooperazione, ma almeno adesso siamo sulla buona strada.

Per maggiori informazioni sul volontariato online: www.aynicooperazione.org

Redazione

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