Attualità - 08 ottobre 2021, 15:31

Lavoratori col fiato sospeso per il destino di Bu Automation del Gruppo Leonardo

Ci sono grandi timori per il futuro degli oltre 450 occupati dell’azienda d’impianti di smistamento di bagagli aeroportuali e di grandi società del commercio online: Leonardo vuole venderla

Lavoratori col fiato sospeso per il destino di Bu Automation del Gruppo Leonardo

Da anni c’è ansia presso gli oltre 450 occupati di Genova (il 95% di quelli italiani) presso Bu (Business unit) Automation del gruppo Leonardo e che questa intende vendere. Bu Automation è specializzata in impianti per smistamento pacchi anche per grandi colossi dell’e-commerce e per quello dei bagagli negli aeroporti, tra i quali Orly a Parigi, ma anche quello di Ginevra e scali minori spagnoli. Segno che l’azienda genovese non è certo in crisi di lavoro, anche se pare che l’intenzione sia quella di cedere questo ramo di azienda, suscitando il giustificato allarme di cosa comporterebbe per i posti di lavoro.

Ad esprimere lo stato d’animo dei dipendenti è esemplare ciò che dice Marco Longinotti, operatore Fim Cisl di Leonardo e Rsu, che spiega come Bu Automation sarebbe in vendita perché non è core business di Leonardo e quindi non si riuscirebbe a lanciarla come si dovrebbe. E allora meglio cederla: “Situazione di stallo che tiene con il fiato sospeso - afferma Longinotti - anche se lavoro ce n’è, come dimostra il fatto che stiamo assumendo giovani ingegneri. Il fatto è che pensiamo dovrebbe essere più reattiva sul mercato; dovrebbe avere risposte diverse, invece pare tutto fermo e non sappiamo nulla del futuro. Situazione che rende tesi e che mi consta duri da circa dieci anni, anche se personalmente me ne sto occupando da pochi. Magari si potrebbe vendere a qualche grande azienda del settore oppure a un fondo di investimento. Condizione è che siano disposti a investirci, metterci del denaro”.

Longinotti sottolinea che i lavoratori hanno reagito a questa situazione in tutte le maniere possibili e consentite di lotta sindacale: “Abbiamo fatto scioperi per chiedere del nostro futuro, scritto a ministri e ministeri. Ci dicono che saremo informati il prima possibile ma al momento non ci sarebbero acquirenti; non ci è stato comunicato nulla”. E dalla base, ancora per bocca di Longinotti, che in quel sito industriale genovese lavora e ne trae quindi fonte di mantenimento per la famiglia, arrivano anche proposte: “Leonardo dovrebbe rilanciarla oppure cederla a qualche società partecipata importante come Fincantieri, che si sta diversificando come portafoglio ordini. Questa potrebbe essere una soluzione. Anche perché il governo è azionista sia Fincantieri che di Leonardo, entrambe partecipate attraverso il ministero del Tesoro che ne detiene la maggioranza. E queste sono soluzioni percorribili per garantire il lavoro ai molti dipendenti che conta l'azienda”.

Dino Frambati

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