A cento anni dalla morte, avvenuta il 29 ottobre 1921, Sampierdarena ricorda e onora don Paolo Albera, primo direttore dell’opera salesiana nella delegazione e così dedito alla missione e di grande fede da essere chiamato il ‘Piccolo don Bosco’. Fu grande quale rettore maggiore, ispettore, direttore spirituale, scrittore. Molte doti, ma soprattutto viene ricordato per animo buono e aiuto agli altri.
Dedicata al suo ricordo sarà la giornata di martedì prossimo, 26 ottobre, quando verrà celebrata, presso la parrocchia del Don Bosco, una messa a suffragio cui farà seguito una conferenza su questa figura tenuta dal salesiano laico e missionario in Africa Occidentale, Paolo Vaschetto, seguace di San Giovanni Bosco e che ha dedicato la vita in gran parte ai giovani africani.
Paolo Albera è nato il 6 giugno 1845 a None, in provincia di Torino. Aveva sei fratelli e a fargli conoscere Don Bosco fu il suo parroco. Don Albera ne fece il suo maestro. A Genova ebbe incarichi al Marassi, quindi nella casa di Sampierdarena e a Mirabello.
In tutte questa strutture seppe dare grandi impulsi, fino ad espanderli. Ispettore a Marsiglia e quindi direttore spirituale della Società Salesiana, la sua attività è stata grande e illuminata, tanto che il beato Michele Rua lo inviò quale visitatore nelle varie case salesiane sparse nel mondo e che lo portarono in Italia ma anche in Francia, Stati Uniti, Marocco, Algeria, Messico e Terra Santa. Dal 1910 al 1921 è stato Rettore maggiore, secondo successore di Don Bosco al vertice dei Salesiani.
A Sampierdarena ha svolto una grande opera, rendendo più grande e seguita la casa salesiana e stando con la gente, accogliendo chi aveva bisogno. E siccome nella delegazione c’è anche una struttura tra le più importanti e grandi per i salesiani, è nata l’idea di organizzarne un ricordo particolare.