Attualità - 25 ottobre 2021, 15:04

Vaccino, verso il richiamo per chi ha fatto Johnson & Johnson: "Dopo due mesi ridotta l'efficacia"

"Recenti studi hanno rilevato che, essendo un monodose, già dopo due mesi l'efficacia della protezione diminuisce sensibilmente", ha detto il consulente del ministro della salute Roberto Speranza Walter Ricciardi

Vaccino, verso il richiamo per chi ha fatto Johnson & Johnson: "Dopo due mesi ridotta l'efficacia"

I vaccinati con Johnson & Johnson potrebbero a breve dover fare il richiamo del vaccino anti covid. Lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Css e coordinatore del Cts, riguardo alla possibilità di una seconda dose per tutti i vaccinati con J&J, non solo quindi per gli over 60.

"Il vaccino J&J è uno dei vaccini vettore adenovirale, come quello di Astrazeneca, monodose. È di queste ore la notizia che è in corso un processo di revisione da parte di Fda e successivamente ci sarà certamente anche di Ema", ha detto Locatelli alla trasmissione 'Che Tempo che fa'.

Sulla stessa linea anche il consulente del ministro della salute Roberto Speranza Walter Ricciardi: "L'Fda - spiega Ricciardi - ha appena approvato la dose booster sia per chi è stato vaccinato con Moderna che per chi ha avuto Johnson e Johnson, ma mentre per gli immunizzati Moderna il richiamo (come per Pfizer) è previsto dopo almeno sei mesi dalla seconda somministrazione, per Johnson recenti studi hanno rilevato che, essendo un monodose, già dopo due mesi l'efficacia della protezione diminuisce sensibilmente, soprattutto con la variante Delta. È dunque necessario che chi ha optato per questo vaccino,essendo meno protetto, effettui la dose booster".

"Prevedo che avverrà in tempi brevi - conclude Ricciardi - Di solito l'ente europeo segue rapidamente il pronunciamento dell'Fda, visto che analizzano gli stessi dati".

Per quanto riguarda i dati, dopo due mesi anche in Italia i contagi iniziano a salire. Una delle cause è l'introduzione del green pass, in particolare nei luoghi di lavoro che ha aumentato il numero di tamponi eseguiti dalla popolazione. L'incremento non riguarda solo i casi, ma anche i ricoveri e i decessi. Dal 18 ottobre al 24 si sono contati 23.305 nuovi contagi contro i 17.602 della settimana precedente. La media nazionale vede una crescita del 32%, con Molise, Puglia, Abruzzo, Lazio e Puglia che fanno registrare il maggiore incremento. La Liguria con 470 casi rispetto ai 410 della settimana precedente è quella che cresce meno (+14,6%).

Alcuni esperti come il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro e Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell'università di Padova, hanno detto che la terza dose per tutti sarebbe uno scenario verosimile.

Tra gli esperti c'è chi, come il direttore del reparto di malattie infettive del San Martino di Genova Matteo Bassetti, torna a chiedere l'abolizione del green pass perché disincentiverebbe a vaccinarsi: "Ieri in tutta Italia meno di 10000 prime dosi di vaccino da 75000 del 14 ottobre. Il green pass così come è non spinge più come ci si augurava facesse. Forse varrebbe la pena rivederlo rilasciandolo unicamente a chi è vaccinato o già immune per infezione pregressa e renderlo obbligatorio solo per alcune attività/ mansioni. Per metterci in sicurezza dobbiamo  arrivare al 90% di immuni sulla popolazione generale entro Natale. Bisogna anche spingere di più’ sulle terze dosi ai fragili, agli anziani e ai sanitari. Abbiamo un buon vantaggio che dobbiamo saper amministrare. Guardiamo a quello che sta succedendo intorno a noi. Le cose vanno bene ma non è il momento di mollare".

Redazione

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