Taxi genovesi in corteo domani mattina dall’aeroporto Cristoforo Colombo, da dove partirà la protesta indetta da Radiotaxi a livello nazionale. Il percorso sarà definito questa mattina durante una riunione in Questura, ma la destinazione finale è già certa. Le auto, ne sono attese un centinaio, arriveranno in piazza De Ferrari, davanti alla Regione, come lo scorso 22 ottobre. Il presidio davanti alla Regione dovrebbe durare fino alle 22.
Per domani, La centrale operativa della Cooperativa RadioTaxi Genova garantirà esclusivamente il servizio minimo di trasporto “sociale” per anziani, portatori di handicap e malati.
Al centro della protesta il Ddl Concorrenza e la conseguente deregolamentazione del servizio di trasporto pubblico non di linea.
"Il nostro settore garantisce un servizio pubblico regolamentato, in cui le tariffe sono certe, visibili e amministrate, perché stabilite per legge dal Comune. Scavalcare gli enti locali, togliendo loro la competenza sulle tariffe, vuol dire favorire chi vede nel settore trasporti un business e cedere a fredde logiche di mercato un comparto che offre un servizio pubblico essenziale – spiega Attilio Dondero, portavoce del Coordinamento sindacale taxi Genova – Per questo difendere il settore dall’ingresso incontrollato delle multinazionali e chiedere regole chiare e uguali per tutti significa non solo salvaguardare i lavoratori, ma soprattutto tutelare i cittadini e i consumatori, che sono per noi al centro delle priorità”.
Gli operatori del servizio taxi chiedono quindi lo stralcio dell’articolo 8 del Ddl Concorrenza e la ripresa del percorso di riforma della legge sul trasporto pubblico non di linea, avviato da alcuni anni ma rimasto incompiuto dal febbraio 2019.
A tal proposito, i Tassisti di CNA Fita Liguria in una nota hanno scritto: "Gentili Utenti, siamo spiacenti di non poter essere al vostro fianco e fornire i nostri servizi, ma non possiamo evitare di manifestare tutto il nostro dissenso rispetto agli interventi che potrebbero riguardare il nostro futuro".
"Abbiamo sempre dimostrato responsabilità e attaccamento al territorio, ci siamo sempre stati, con abnegazione e assumendoci i rischi, anche durante questo lungo periodo di pandemia in cui il Governo si è dimenticato di noi. Ci siamo distinti per i trasporti sociali, del personale sanitario e delle persone che dovevano recarsi negli ospedali - continuano - correndo alti rischi personali sulla salute, ma questo era quello che andava fatto e non ci siamo tirati indietro, per noi svolgere la nostra attività non è una mera questione economica ma di attaccamento al territorio, di cui ci sentiamo parte attiva".
"Premesso ciò - aggiungono - la nostra categoria svolge un servizio pubblico essenziale rivolto a clientela indifferenziata, attraverso ditte individuali artigiane, cooperative e consorzi, non percepisce finanziamenti pubblici e non è disponibile a diventare subordinata a una qualche piattaforma di intermediazione per imposizione. La concorrenza anche se spinta all’estremo, non dovrebbe mai riguardare i servizi pubblici o di forte interesse pubblico. Anche i trasporti rientrano tra questi servizi che devono essere regolati per evitare che il mercato definisca i prezzi approfittando della debolezza degli utenti, aumentando il costo dei servizi con l’aumento del bisogno di trasporto".
"Il DDL concorrenza non può essere un pretesto per regalare la gestione della domanda a delle piattaforme di mera intermediazione rendendoci dei riders 4.0 del trasporto persone, attraverso un caporalato digitale imposto. La tecnologia non ci spaventa - spiegano - abbiamo investito fortemente molto prima della nascita di qualunque piattaforma e siamo disponibili a ragionare su come essere più efficienti e migliorarci, ma senza snaturare o destrutturare quanto costruito con sudore e fatica".
"Siamo stufi del loop costante che coinvolge la politica in interventi senza fine delle normative di settore. Tutto questo crea ansia e impedisce di pianificare investimenti e interventi, basta pensare che solo negli ultimi anni si è già intervenuti con la legge 4 agosto 2017 n. 124, con la legge 11 febbraio 2019 n. 12 e ora con il DDL Concorrenza 2021. Buon senso avrebbe voluto che fosse portata a termine la revisione normativa iniziata nel 2017 e che la politica avesse avuto il coraggio di regolare l’operatività delle piattaforme di pura intermediazione, ponendo limiti e regole chiare per evitare comportamenti non corretti e distorsioni, ma pare sia molto più semplice inchinarsi alla finanza che tutelare il lavoro", concludono.
A Genova sono operativi 869 tassisti, 734 dei quali soci della Cooperativa Radio Taxi Genova.






