Politica - 09 dicembre 2021, 16:27

Dal Centro Ovest un no deciso all’insediamento petrolchimico a Sampierdarena

La seconda commissione del Municipio di via Sampierdarena ha approvato un documento di totale contrarietà ai depositi in porto: “Troppo vicini alle case, il sindaco si assuma la responsabilità”; necessario ridisegnare questa parte di porto: stasera infuocata assemblea pubblica

Dal Centro Ovest un no deciso all’insediamento petrolchimico a Sampierdarena

Una riunione della commissione seconda del Municipio Centro Ovest, che ha visto partecipare sindacati dei lavoratori del porto, esponenti politici, esperti di logistica portuale e di medicina dell’ambiente, epidemiologi, associazioni, comitati e molti cittadini, ha approvato un documento che dice no ai depositi petrolchimici, ma anche d'invito a sindaco e governo della città ad “assumere doveri primari di tutela della salute, della sicurezza e dell’occupazione dei cittadini e dei lavoratori”.

“Abbiamo trascorso notti insonni a studiare le carte, a preparare documenti, serate passate a tessere la rete indispensabile tra le parti sociali, comitati, associazioni, esperti di logistica portuale, esperti in sanità, in epidemiologia - commenta il presidente della commissione Fabrizio Maranini - ma alla fine possiamo affermare con orgoglio che ne è la valsa la pena perché abbiamo visti uniti, i rappresentanti regionali e territoriali dei lavoratori del porto con i rappresentanti dei cittadini, i comitati le associazioni. È stato un passaggio importante determinante, nel quale abbiamo condiviso un documento forte e preciso e puntuale che pretende dal sindaco il rispetto del suo ruolo di tutela della salute della sicurezza dei cittadini ed esprime netta contrarietà alla concessione del ponte Somalia all’azienda richiedente, Superba srl del Gruppo Pir”.

Documento approvato con voto favorevole di Pd, M5S, LeU, Vince Genova, Potere al Popolo mentre Fi s'è astenuta e la Lega ha votato contro: il documento contesta la "concessione, per almeno 50 anni, di circa 77.000 metri quadrati presso ponte Somalia nel porto di Genova al fine di delocalizzare e ampliare il deposito costiero di prodotti chimici e servizi per lo scarico da navi cisterna (chimichiere), lo stoccaggio di merci pericolose di classe A, B e C in depositi fuori terra e la distribuzione, su auto e ferrocisterne, percorrendo strade e ferrovie del territorio municipale, cittadino e regionale".

Secondo i contestatori dell’insediamento condizionerebbe “pesantemente lo sviluppo futuro di Genova che, stretta fra terra e mare, non può sprecare neppure un metro quadrato per esclusivi interessi privati d’azienda, specialmente quando questi interessi, per la loro tipologia di stoccaggio di materiale ad alto rischio rilevante, azzerano gli attuali livelli occupazionali e rischiano di allontanare altri soggetti d'impresa e aziende che, sulla stessa porzione di territorio, garantirebbero un alto valore occupazionale”.

Urgente invece, afferma il documento, “ridefinire i piani urbanistici di porto e città, ma in un’ottica grande e pluralistica sul destino di Genova e sulle sue opportunità di crescita e di sviluppo economico, imprenditoriale e turistico della città e del porto, in particolare sotto l’aspetto della sicurezza. I lavoratori del porto e i cittadini delle aree interessate verrebbero messi potenzialmente a rischio della personale incolumità data la presenza e la concentrazione di diversi siti di stoccaggio considerati ad alto rischio d’incidente rilevante sull’area di ponte Somalia, con l’aggravante dell’effetto domino che si potrebbe creare con le banchine limitrofe, a meno di 300 metri dai palazzi di via Sampierdarena che si affacciano su lungomare Canepa” mentre il sito “rientra ed è sottostante al percorso degli aerei in fase di atterraggio o decollo dall’aeroporto Cristoforo Colombo”.

Da questo e altro, evidenziato a livello tecnico dal documento approvato, discende la richiesta di assunzione di responsabilità da parte delle autorità genovesi ma anche di un “atto amministrativo preciso e puntuale che rimanga agli atti, presso l’Autorità portuale e il ministero competente del procedimento amministrativo relativo all’insediamento, indicando nel testo la contrarietà secondo le motivazioni che si traggono, della presente mozione”. Richiesta pure la valutazione d'impatto ambientale.

Dino Frambati


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