Attualità - 26 dicembre 2021, 10:24

‘Casa del Soldato’, si torna a parlare di ‘casa di quartiere’

L’annuncio durante l’ultima seduta del Consiglio Municipale di Levante lunedì scorso: “Quattro anni buttati al vento”

‘Casa del Soldato’, si torna a parlare di ‘casa di quartiere’

La ‘Casa del Soldato’ torna casa di quartiere? C’è amarezza e dubbio tra i consiglieri del Partito Democratico: Paola Maccagno, Francesco Tigoli, Anna Banchero, insieme a Luca Romeo del Gruppo misto e Michele Raffaelli con Fabrizio Pruzzo della Lista Crivello.

La loro interrogazione di lunedì scorso al presidente Carleo e l’assessore competente intendeva chiarire a che punto siano i lavori per la Casa di Quartiere, che progetti siano in essere e quale sarebbe stato il sito adibito, anche perché è passato un anno dalla scorsa interrogazione sullo stesso argomento.

“La Casa di Quartiere doveva sorgere presso la palazzina razionalista denominata ‘Casa del soldato’, sulla base di un programma di trasformazione che ha permesso il passaggio dal Demanio al Comune. Il sito ad oggi è tornato di proprietà del Demanio, poiché la Giunta Comunale vi ha individuato la sede ideale dove aprire la nuova caserma di Levante dei Vigili del fuoco”.

Nell’interrogazione del 29 giugno 2020 sul tema della Casa di Quartiere si informavano i consiglieri e i cittadini che erano stati individuati due siti quali, previa disponibilità delle aree da parte del Comune di Genova, l’ex ospedale militare o il padiglione dell’ex ospedale psichiatrico. Dopo il 31 luglio 2020 si attendevano notizie su come si voleva procedere e che sito fosse stato individuato.

Invece Maccagno spiega che il presidente del Municipio ha risposto all’interrogazione informando che i Vigili del fuoco non sono interessati alla Casa del Soldato e che - restituita al Demanio - il Municipio ne farà nuovamente una casa di quartiere.

“Quattro anni buttati al vento. Perché nel precedente mandato eravamo già al progetto preliminare. Era stato portato un percorso di collaborazione con le associazioni, l’Università di Ferrara che aveva presentato un progetto di fattibilità, e avevamo parlato con la Fondazione San Paolo a cui era piaciuto il progetto e che ne ha già finanziato a Torino, ora si deve ripartire da zero”.

La storia di Casa del Soldato è travagliata. Abbandonata dal 2009, spesso vandalizzata, la palazzina ‘Nicola Bonservizi’ di architettura razionalista, 990 metri quadrati, quattro piani e uno seminterrato, nota come la Casa del Soldato si trova a Sturla, in uno stretto lotto di terreno addossato al riempimento di piazza Sturla e la retrostante via Chighizola. La sua realizzazione è datata tra il 1936 e il 1938, su progetto dell’architetto ligure Luigi Carlo Daneri. Nel 2017, in primavera, la Giunta Comunale di Genova annunciava l’approvazione della bozza d’accordo di valorizzazione della struttura, tra l’Agenzia regionale del Demanio e il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per il trasferimento al Comune della palazzina, implementando il programma di acquisizione di spazi pubblici per riqualificare il territorio.

Il Municipio Levante e l’amministrazione comunale, accogliendo le sollecitazioni di alcuni comitati, hanno quindi avviato un percorso di partecipazione con associazioni e cittadini, che ha coinvolto anche istituti universitari, per trasformare la Casa in un centro di attività sociale e culturale per i quartieri. L’obiettivo del programma era il recupero dell’edificio, destinandolo a spazi pubblici e a uso collettivo (formazione, servizi di quartiere, ecc.), con un ruolo di aggregazione sociale a livello locale e di sviluppo culturale a livello cittadino.

A luglio 2019, invece, ecco l’annuncio: Casa del soldato torna di proprietà del Demanio e non più nelle mani del Comune. A soli due anni dal passaggio, il consiglio comunale ne ha votato la retrocessione, per permettere il via libera al piano del Ministero dell’Interno, che da tempo aveva individuato nell’edificio la sede ideale dove aprire la caserma di Levante dei Vigili del fuoco. La consigliera Cristina Lodi (Pd) in Comune, aveva messo in guardia sul “rischio concreto che il bene torni nelle mani del Demanio e nel mentre decada il progetto caserma”. I costi di sistemazione stimati dal Comune erano di circa tre milioni di euro, mentre a disposizione per il nuovo distaccamento il corpo regionale ne avrebbe avuto a disposizione soltanto la metà. Ora l’ennesima svolta, tornando al punto di partenza.

Rosa Cappato

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