Attualità - 11 gennaio 2022, 15:06

Genova e De André, tra i suoi vicoli e i progetti di Via del Campo 29 Rosso

Abbiamo chiacchierato con Laura Monfredini, titolare del museo "Via del Campo 29 rosso, nel giorno dedicato al ricordo del cantautore

Genova e De André, tra i suoi vicoli e i progetti di Via del Campo 29 Rosso

Come racconterebbe Fabrizio De Andrè oggi il centro storico di Genova? Cuore pulsante della città oggi per molti considerato in stato di abbandono, la città vecchia rimane ancora oggi il simbolo di Genova, meta di pellegrinaggi nei luoghi racconti dalla chitarra di ‘Faber’.

Nel giorno dell’anniversario dalla sua morte abbiamo chiesto a Laura Monferdini, titolare del museo ‘Via del Campo 29 rosso’, dedicato al cantautore genovese, che significato abbia la giornata odierna.

“Il ricordo di Fabrizio per noi è quotidiano, - ha spiegato – quella di oggi non è una data gradita a nessuno, noi, d’accordo con la famiglia scegliamo di non celebrare questa giornata che è stata ricordata per il ventennale dalla morte. Oggi è il giorno del pensiero rivolto a lui e a un altro grande personaggio, David Sassoli, morto questa notte, proprio nelle stesse ore in cui moriva Fabrizio”

Una data che Laura ha sempre scelto di celebrare è il 18 febbraio, giorno della nascita di De Andrè.

“Quest’anno abbiamo in cantiere diverse iniziative, sia per l’anniversario della nascita che per i dieci anni dall’apertura del nostro spazio, ma tutto dipende dal covid. Non è bello assistere agli eventi al chiuso indossando la Ffp2, e non è bello neanche per noi perché non ci consente di esprimerci”. 

Parlando del centro storico e di quello che direbbe oggi De Andrè, Laura ricorda che “Fabrizio ha detto tante cose quando era presente, era innamorato del centro storico. Via del Campo l’ha cantata nel ’67, era nel suo cuore, la percorreva tornando da scuola, riteneva i vicoli il cuore della città e dell’umanità da cui ha preso spunto per le sue storie. Trovava negli ultimi quella umanità che non trovava nella sua Genova borghese”.

“Oggi – continua – il centro storico è diventato una comunità varia, una città multietnica, lo siamo diventati dopo, negli anni ci sono state politiche di abbandono, ma adesso mi sembra ci siano progetti in essere, ci si muove con comitati, associazioni e presidi, come il nostro. Insieme  portiamo nei vicoli 50mila persone a visitare uno dei più belli e grandi centri storici d’Europa, oggi volano per il turismo”.

Alcune settimane fa il comitato di quartiere della via aveva appeso alle saracinesche chiuse una ghirlanda natalizia, in polemica con la mancata apertura di nuove attività commerciali, simbolo della mancata efficacia del cosiddetto ‘Bonus caruggi’ del Comune che serve a incentivare nuove aperture nel centro storico.

“Non sono la persona più adatta per parlarne, ma credo che ci saranno revisioni al progetto che così pensato non ha riscosso il successo che ci si aspettava. Abbiamo comunque il sentore di attività che apriranno, e avranno bisogno di un sostegno maggiore e un supporto diverso. Bisogna mettere insieme le idee e adattare i progetti alla città, noi per esempio da anni auspichiamo il flusso dei crocieristi nel centro storico”.

Francesco Li Noce

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