Sbarca sulla stampa nazionale l’annosa questione della collocazione presso il Porto di Genova/Sampierdarena del grande polo petrolchimico traslocato da Multedo e contro il quale, nel quartiere che più sotto la Lanterna non si può, distando meno di un chilometro, i residenti stanno alzando le barricate. E ciò avviene in una maniera che non si può tacere, in quanto a occuparsene non è un media qualunque, ma una delle testate economiche più qualificate e di maggior prestigio nel settore economico-industriale italiano, che affronta il tema con un pezzo dedicato alla vicenda genovese, firmato dallo stesso direttore Sergio Luciano: ‘Economy’.
“Da Modello Genova a rischio Beirut”, il titolo. Inequivocabile indicazione da parte della testata che, nel suo sito, si definisce “Più che un semplice giornale, un vero strumento al servizio delle imprese. Una ‘piattaforma’ di informazione specialistica che, nella doppia versione cartacea e digitale, indaga a fondo ‘l’economia che cambia’ per raccontarla alla classe dirigente, ai manager, agli startupper, a chi vuol fare impresa”.
Punto di vista quindi qualificato e tecnico che rafforzerà decisamente chi appare fortemente preoccupato per quell’insediamento, contestato da tempo dai residenti e spesso anche in maniera clamorosa con manifestazioni di piazza, presidi, striscioni.
Il direttore parte dal concetto del modello Genova, un esempio mondiale di come le opere si possono fare rapidamente e bene, quasi compiendo una sorta di miracolo nelle contorsioni delle leggi e delle norme italiane. Ma quello stesso governo della città che per ponte San Giorgio è stato esaltato e ammirato, si accingerebbe ora a creare un’area tanto vasta per “stoccaggio prodotti chimici e petrolchimici” ad alto rischio.
“Enorme deposito”, lo definisce il giornalista, analizzando con puntualità il sito e l’area dove attraccano navi ro-ro (carichi da semirimorchi) e frutto delle benedette e utili autostrade del mare. Il deposito petrolchimico, invece, “rappresenta una bomba ecologica di rara pericolosità e una minaccia alla sicurezza dei quartieri retrostanti non a caso infuriati”.
Potenzialmente così pericoloso, stigmatizza l’autore del pezzo, da immaginare che possa somigliare addirittura al deposito di Beirut, che devastò quella bellissima città, culla di tante culture e civiltà, il 4 agosto 2020, provocando 214 morti. Un evento clamoroso e drammatico che sconvolse il mondo intero seminando morte e distruzione. Il pezzo di ‘Economy’ è destinato a diventare un tassello importante nella story di questo paventato spostamento di siti industriali a Genova. Un’espressione di idee che non potrà cadere nel vuoto o restare sulle pagine di un giornale, ma diventerà certamente motivo di dibattito nelle sedi istituzionali.