Politica - 19 gennaio 2022, 14:54

Peste suina, la Regione rivede i confini dell'ordinanza e 'ammorbidisce' il lockdown dei boschi

"Sempre tenendo alto il livello di guardia e di sicurezza, saranno consentite le attività all’aperto svolte su strade provinciale e comunali asfaltate e anche le strade private necessarie per poter raggiungere le proprie abitazioni, il luogo di lavoro e i fondi agricoli di proprietà, oltre alle strutture ricettive all’aperto", ha spiegato Piana

Peste suina, la Regione rivede i confini dell'ordinanza e 'ammorbidisce' il lockdown dei boschi

La Regione rivede i confini dell’ordinanza ministeriale e ammorbidisce quello che è stato ribattezzato come il lockdown dei boschi, consentendo le attività all’aperto su strade provinciali e comunali asfaltate.

I dettagli sono stati spiegati nel corso di una conferenza stampa. IN ALLEGATO L'ORDINANZA FIRMATA DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE GIOVANNI TOTI



“Abbiamo predisposto questa ordinanza – spiega il vice presidente della Regione e assessore all’agricoltura Alessandro Piana - che è frutto di un lavoro di concerto con Anci e Camera di Commercio, tenendo in considerazione quelle che sono le richieste dell’associazionismo. Per questo motivo, sempre tenendo alto il livello di guardia e di sicurezza, saranno consentite le attività all’aperto svolte su strade provinciale e comunali asfaltate e anche le strade private necessarie per poter raggiungere le proprie abitazioni, il luogo di lavoro e i fondi agricoli di proprietà, oltre alle strutture ricettive all’aperto. Sarà consentito l’accesso nelle aree verdi, nei centri urbani e nei relativi parchi, ovviamente sarà consentita la pesca su spiagge, coste e moli e su lungomare, nonché le aree ricreative recintate di pertinenza dei centri abitati.

Sarà fatto divieto in diverse altre aree di lasciare in libertà i cani o altri animali domestici. Saranno consentite le attività di manutenzione, monitoraggio e sorveglianza ambientale per tutta una serie di utenze, come le linee elettriche e idrauliche, per poter consentire ai gestori di fare manutenzione o ripristino. Queste sono precauzioni che abbiamo preso tenendo in considerazione le richieste di sindaci, Anci e sistemi camerali”.

Per quanto riguarda gli allevamenti sul territorio, “Come dice l’ordinanza ministeriale – spiega  Roberto Moschi, responsabile della struttura complessa sicurezza alimentare e sanità animale di Alisa -è obbligatorio l’abbattimento di tutti gli allevamenti a carattere brado e semibrado. Questo vuol dire che non sono garantite le misure di sicurezza atte a impedire il contatto tra l’animale domestico e il mondo dei selvatici, quindi i cinghiali. Se gli animali si riesce a metterli in sicurezza, che vuol dire chiuderli in un capannone, teoricamente stanno lì, ma per quanto riguarda la tipologia dei nostri allevamenti, che sono piccoli, di carattere semibrado, a questo punto, sentendo il ministero e il centro referenza, oltre all’osservatorio epidemiologico dell’istituto zoo profilattico di Torino,  l’unica strada percorribile è quella dell’abbattimento che ci consente di fare una zona di rispetto di parecchi chilometri all’interno del quale il domestico non c’è e da questo punto di vista siamo sicuri, anche perché, ripeto, il pericolo è altissimo.

Noi parliamo di tre cinghiali nostri, in totale sono quindici, ma se noi trovassimo un suino domestico, il sistema di allerta si alzerebbe a livelli massimi. A quel punto il sistema agro zootecnico chiuderebbe, basta un maiale. A questo punto il rischio è troppo alto, e l’unica cosa da fare è questa. Ovviamente dispiace per gli allevatori che però non si devono preoccupare perché in qualche modo ci saranno ristori. Su questo posso sbilanciarmi dicendo che non ci saranno problemi”.

“Nella riunione di Giunta di martedì prossimo - ha detto il presidente della Regione e assessore alla sanità Giovanni Toti - approveremo una delibera per stanziare le prime somme per i ristori: in alcuni casi corrispondono alle cifre tabellari indicate nella disposizione nazionale per gli abbattimenti, sul resto utilizzeremo il sistema dei risarcimenti di protezione civile, dando mandato alla Camera di Commercio di effettuare la ricognizione dei danni. Di questo ho parlato poco fa con i ministri della Salute Speranza e delle Politiche agricole Patuanelli, per la costituzione di un tavolo politico per discutere dei contorni della gestione di questa crisi e dei ristori, che dovranno essere a carico del governo: la prima riunione è prevista a Roma nei primi giorni settimana prossima, per definire i tempi di monitoraggio e di attuazione di eventuali ulteriori ordinanze che saranno auspicabilmente restrittive rispetto ai divieti previsti in prima battuta, con una prima ricognizione dei criteri di risarcimento per le imprese danneggiate. Abbiamo ovviamente chiesto che al tavolo partecipino anche gli amici della Regione Piemonte, per garantire politiche uniformi per territori contigui, anche su risarcimenti”.

“Credo che l’ordinanza regionale potrà portare un refolo di ristoro o almeno un chiarimento su quello che si può fare – spiega Toti - come, ad esempio, il passaggio sulle strade per raggiungere le abitazioni o le attività economiche e l’accesso ai parchi cittadini. L’ordinanza dà attuazione alle prescrizioni delle disposizioni interministeriali per il contenimento del virus, prevedendo l’obbligo di abbattimento dei capi di suini allevati allo stato brado o semibrado nell’area interdetta. Insieme al Dipartimento Agricoltura, alla Camera di Commercio e ad Anci abbiamo anche definito i criteri per adottare una delibera di Giunta, nella seduta in programma martedì prossimo, in cui stanzieremo le prime somme per i ristori. Il tavolo istituito in via permanente in Regione Liguria tornerà a riunirsi a strettissimo giro per definire la delibera di giunta e arrivare al confronto con il governo con un quadro più chiaro delle ricognizioni anche dei bisogni delle comunità maggiormente colpite dalle misure adottate”.

Files:
 doc03562320220119182359 (3.1 MB)

Francesco Li Noce e Christian Torri


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