Attualità - 29 gennaio 2022, 13:42

‘La bambina più forte del mondo’: la favola di Silvia Salis dedicata a tutti i giovani sportivi

L’atleta: “C’è sempre un modo di trovare la propria strada, nonostante le difficoltà”. I proventi della vendita del libro sono devoluti in beneficenza all’ospedale Gaslini

‘La bambina più forte del mondo’: la favola di Silvia Salis dedicata a tutti i giovani sportivi

Da bambina, tutti i giorni, andava ad allenarsi sul campo di Villa Gentile, dove il papà faceva il custode. È l’unico impianto di atletica della città, l’unica struttura dove i ragazzi genovesi possono cullare il sogno di diventare dei campioni, partecipare alle Olimpiadi e ai Campionati Mondiali, vincere delle medaglie, diventare dei simboli per tutto il Paese.

Silvia Salis, l’atleta genovese diventata campionessa nel lancio del martello, la sua storia l’ha raccontata moltissime volte. Una storia di record e primati, perché è riuscita ad affermarsi in una disciplina quasi esclusivamente maschile, quando non ci credeva nessuno, e poi perché ha conseguito l’ennesimo primato nella sua ‘seconda vita’, quella di dirigente sportiva, diventando la prima donna a essere vice presidente vicario del Coni.

Era bello che questa storia, che favola lo è stata per davvero, diventasse un simbolo, uno stimolo e un orgoglio per tante ragazze e ragazzi. Ed è così che, proprio prendendo spunto dalla sua esperienza, Silvia Salis ha scritto il delizioso libro ‘La bambina più forte del mondo’, che è uscito nelle scorse settimane per i tipi di Salani Editore (la casa editrice simbolo dell’editoria per ragazzi, grazie ai diritti sui romanzi di Harry Potter) e i cui proventi vengono devoluti in beneficenza all’ospedale pediatrico ‘Giannina Gaslini’.

Silvia si è impegnata tanto nello sport quanto nella vita, ha capito di essere un volto amato, ha capito di rappresentare un esempio positivo per migliaia di adolescenti, e ha voluto lasciare la sua traccia, facendo la cosa buona e giusta.

‘La bambina più forte del mondo’ è Stella (nomen omen…), che a soli tre anni è già inarrestabile. Il suo regno è il campo sportivo di Villa Gentile, che di notte si trasforma in un luogo magico, tutto da esplorare, tra pozze di lava incandescente e mari di gommapiuma. Ma niente attira l’attenzione di Stella come la gigantesca gabbia al centro del campo, dove i lanciatori del martello si allenano senza sosta a scagliare lontano pesanti sfere d’acciaio.

Stella non ha dubbi, un giorno anche lei farà parte dei fortissimi difensori di quel castello fatto di corde intrecciate e aspirazioni. Anche da grande, quando le fantasie lasciano il posto a duri allenamenti, continua a lottare per realizzare quel sogno. Peccato che l’allenatore Robori non sia d’accordo: il lancio del martello è uno sport da maschi e Stella è solo una femminuccia. Ancora non sa che è praticamente impossibile impedirle di ottenere ciò che vuole, perché quella davanti a lui è la bambina più forte del mondo.

Una storia di sport, amicizia, rispetto e autodeterminazione dedicata alle bambine e ai bambini indomabili, che sanno che non esistono cose ‘da maschi’ e cose ‘da femmine’, ma solo sogni in cui credere. “Ho scritto questa storia - racconta l’autrice - pensando a quelle persone che hanno passioni o aspirazioni diverse dalla media, da quello che gli altri si aspetterebbero da loro, e che devono trovare il coraggio e la forza di perseguirle ma anche crescere in un ambiente che non sia ostile alle loro ambizioni”.

Stella è Silvia e Silvia è Stella: “Sì, io sono la figlia del custode. Andammo a vivere a Villa Gentile quando avevo tre anni. Il campo di atletica è stato il mio parco giochi, era tutto per me, perché la nostra casa era proprio all’interno, ero una bambina con una distesa immensa a disposizione per giocare. C’era di tutto: materassoni, sabbia, pista, sono cresciuta così. Un bel vantaggio essendo una bambina molto ‘di movimento’, con voglia di fare e sperimentare, iperattiva, una di quelle con le pile sempre cariche. Sono rimasta lì fino a quando non sono partita con la Nazionale, è stata la fortuna della mia carriera da atleta”.

Nel libro, Silvia Salis parla direttamente agli adolescenti: “Volevo che i bambini capissero che c’è sempre modo di trovare la propria strada nonostante le difficoltà. Fino al Duemila, del resto, il mio sport era davvero solo per uomini, è stato a Sidney che per la prima volta è stato aperto anche alle donne. Io ero agli esordi, sono arrivata in un momento in cui le cose si erano già sbloccate”.

L’atleta che parla ai giovani: c’è sempre bisogno di queste storie. C’è sempre bisogno di ascoltarle e di impararle. Poteva farlo con un’intervista, poteva farlo con un’autobiografia, ma Silvia Salis ha scelto di farlo nella maniera più sognante: attraverso una storia, una favola che ha un lieto fine e che, si spera, invogli ragazze e ragazzi a circondarsi di passioni, e soprattutto di persone che abbiano voglia, come Silvia, di continuare sempre a sognare con loro.

 

Alberto Bruzzone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU