"Mattarella diventerà Presidente a furor di 'grandi elettori', se non ci diamo una mossa".
Teme una sorta di ribellione alle volontà politiche e partitiche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, impegnato in questi giorni coi colleghi rappresentanti delle altre Regioni e i parlamentari in un'elezione del Capo dello Stato ancora in fase di stallo.
Tra vertici, anche interforze, e convergenze su di un nome che al momento non paiono ancora esserci, il nome dell'80enne inquilino uscente del Quirinale potrebbe tornare di forte attualità dopo l'ormai sfumata ipotesi Elisabetta Alberti Casellati: "Dopo che un Presidente ha detto di non essere però disponibile, non sarebbe un gran risultato per la politica e non farebbe un servizio al Paese. Poi, tutti sappiamo i grandi meriti che Mattarella ha avuto come Capo dello Stato. Se la Costituzione prevede che si possa fare di più e di meglio, questa soluzione non sarebbe il massimo come esito di questi giorni" afferma Toti.
Pronto poi ad analizzare le eventuali alternative: "Il nome di Casini va bene, ma come anche quello di Draghi: se vogliamo un tecnico al Quirinale, lo trasferiamo di qualche metro. Tornando a Pier Ferdinando Casini, se vogliamo un uomo che rappresenti la storia moderata di questo Paese e l'esperienza democristiana, anche in questo caso va bene".
"Il fatto è che non possiamo decidere da soli: ascoltiamo i suggerimenti degli altri, purché dietro ci sia una storia e un significato politico. Altrimenti nelle prossime ore - avverte in conclusione il governatore ligure - i grandi elettori scavalcheranno anche i loro stessi leader politici. Sfioriamo una sorta di 'occupazione', come ai tempi del liceo".