“Un gruppo di abitanti che cercano di informarsi e di informare le persone sul progetto che riguarda il Lagaccio”: così si autodefinisce Con i piedi per terra, il comitato cittadino che oggi si è incontrato nello spazio di Casa Gavoglio. Il tema caldo dell’incontro è il progetto per la funivia che dovrebbe collegare in pochi minuti la zona della Stazione Marittima a Forte Begato, con fermata intermedia proprio in questa zona. Grazie al finanziamento di 70 milioni di euro del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) ottenuto da Genova, la realizzazione di questo impianto rientrerebbe nel piano di riqualificazione dei Forti, ma impiegherebbe l’investimento di almeno metà della cifra.
A preoccupare i residenti del quartiere è l’imminente approvazione del progetto definitivo che considerano completamente sbagliato, dall’impatto ambientale che avrebbe, al pericolo per le persone e ai costi per la manutenzione. I piloni sarebbero alti “come la Lanterna” si legge sui volantini preparati per l’occasione, e probabilmente alcuni edifici rischierebbero di essere demoliti. Tante le associazioni che hanno manifestato solidarietà all’iniziativa, a cominciare da Legambiente e dal Comitato di Difesa dei Parchi, dei Forti e delle Mura, con tanti progetti alternativi all’eco-mostro che però non possono essere presi in considerazione perché “o si fa o non si fa, i fondi sono destinati a questo”.
“Non ci aspettavamo così tante persone - raccontano - è un momento delicato, ma il primo passo è stato fatto. Ora inzieremo a diffondere il più possibile il messaggio: facendo volantinaggio, parlando con il vicino di casa, continuando a raccogliere mail e condividendo su Facebook le nostre iniziative. Quanto arriverà il progetto definitivo presenteremo delle osservazioni, e utilizzeremo tutti gli strumenti concessi per fermarne l’esecuzione”.
“Saranno 35 milioni i soldi spesi per la realizzazione della funivia: avremmo tante idee su come poter valorizzare di nuovo il quartiere, ma purtroppo nessuna è realizzabile, non si possono apportare modifiche” - continuano dispiaciuti - “quindi la sola cosa da fare è far passare il messaggio il più possibile: non la vogliamo”.