Attualità - 20 maggio 2022, 16:00

"Fare fundraising in maniera efficace e coinvolgente con Rete del Dono, per tutte le associazioni della Liguria e non solo"

Secondo l’ultimo osservatorio Donare3.0, realizzato da BVA Doxa per Rete del dono, il donatore è alla ricerca di una relazione più diretta è coinvolgente con l’organizzazione per cui decide di donare

Secondo l’ultimo osservatorio Donare3.0, realizzato da BVA Doxa per Rete del dono, il donatore è alla ricerca di una relazione più diretta è coinvolgente con l’organizzazione per cui decide di donare. Maggiori informazioni sul progetto e un coinvolgimento più attivo lo spronerebbe a donare di più e a mantenere viva la relazione. Stiamo dunque assistendo a quello che gli anglosassoni chiamano donor fatigue: il donatore è stanco di essere chiamato in causa solo per fare una donazione. Al contrario, vuole essere coinvolto: il sostenitore vuole diventare protagonista, capire come vengono utilizzati i fondi e a conoscerne l’impatto.

Per le organizzazioni non profit diventa essenziale trovare il giusto canale di comunicazione per dialogare con i propri sostenitori e condividere le proprie attività; diventa cruciale costruire un rapporto solido e duraturo, che si basi su fiducia e senso di appartenenza. Con la pandemia il digitale ha dimostrato di essere uno connettore strategico, strumentale all’attivo mantenimento della relazione.



Interessante vedere che, secondo i risultati di Donare3.0, anche il crowdfunding è cresciuto, con 1 su 5 degli italiani online che ha donato per una campagna di crowdfunding. Il crowdfunding è una modalità di raccolta fondi che nasce dal diretto coinvolgimento del singolo sostenitore, dalla fase di progettazione a quella di raccolta fondi fa la differenza. La vera forza del crowdfunding è andare oltre la raccolta fondi.
La natura progettuale del crowdfunding è estremamente funzionale alla realizzazione di progetti disegnati per la comunità, proprio perché ha il potere di coinvolgerle e aggregarle attivando processi di coinvolgimento partecipativo dal basso in un’ottica di cittadinanza attiva e responsabilità sociale.

Per una organizzazione non profit fare crowdfunding significa non solo proporre un progetto alla propria community chiedendo alla stessa un sostegno, ma anche farlo conoscere, intercettare nuovi donatori e partner ovvero allargare la propria comunità.

Non solo. L’organizzazione può fare un passo in più e coinvolgere direttamente i suoi sostenitori più vicini, invitandoli a non limitarsi alla donazione ma a diventare “personal fundraiser” ovvero ad attivarsi in prima persona per raccogliere fondi. Fare personal fundraising significa diventare Ambassador di una buona causa, diventandone promotore e invitando la propria cerchia sociale - parenti, amici e colleghi - a donare per sostenerla. Nasce quindi un nuovo modo di fare solidarietà in cui il sostenitore non si limita a donare tempo o denaro, ma ci mette la faccia offrendo all’organizzazione l’opportunità di accedere alla propria rete sociale.
Un contributo, dunque, che va oltre la donazione e sconfina nella sensibilizzazione dei propri contatti sulla causa o sul progetto che si è deciso di sostenere.

Bella l’iniziativa di Magister per Sport Senza Frontiere che correrà il prossimo 28 e 29 maggio correrà la 100km del Passatore per @Sport senza Frontiere. Anche grazie alla sua raccolta fondi, siamo a oltre 15keuro, si potrà realizzare il progetto “Sport di prima accoglienza” per i bambini ucraini accolti in Italia.

Redazione