Eventi - 21 maggio 2022, 10:47

Bullismo e baby gang, anche al femminile, se ne parla oggi alla Biblioteca Internazionale di Rapallo

Il romanzo è stato presentato dalla scrittrice alla Biblioteca Internazionale di Rapallo

Bullismo e baby gang, anche al femminile, se ne parla oggi alla Biblioteca Internazionale di Rapallo

Bullismo e baby gang, anche al femminile: sono un prodotto, purtroppo, di questa società che ha diverse realtà non edificanti e c’è chi fra scrittori e giornalisti sta affrontando i temi dopo essersi adeguatamente documentati.
 Il libro “Baby rosa gang” presentato oggi alla Biblioteca Internazionale di Rapallo, alla presenza dell’autrice Paola della Meriga, è una storia che affonda la sua analisi non solo sulle bravate di un gruppo di adolescenti - Arianna, Betta, Chicca e Rosaria - ma delinea il contorno e le motivazioni delle loro scelte ossia far parte di una gang, tutta al femminile. 

Il romanzo, scaturito dalla penna dell’autrice, piacentina doc, insegnante dagli anni Novanta con un passato da appassionata giornalista, al suo secondo libro, narra di quattro ragazze fra i 14 e i 16 anni, che vivono nell’hinterland milanese. 
Nemmeno a farlo apposta, attualissimo, il capoluogo lombardo da mesi è al centro di polemiche relative alla poca sicurezza anche per le strade del centro. 
Ma lasciamo tratteggiare il romanzo all'autrice.
"Baby rosa gang è un romanzo che definirei un ibrido tra indagine e racconto. Un pò come avviene nel giornalismo narrativo. Ci sono i fatti di cronaca che ho raccolto in questi anni ma c’è anche la mia attività di insegnante che mi ha portata a frequentare diversi corsi sul bullismo e sulle gang giovanili. Da qui è nata l’idea di provare a capire come mai in certe realtà, nel disagio di certe realtà, nascono alcune situazioni". 
Nel romanzo c’è anche una storia di amicizia…
"Si, una storia di amicizia che lega queste quattro adolescenti protagoniste che hanno alle spalle situazioni molto precarie, disastrate. Vivono in zone degradate e deprimenti, con problemi familiari, personali, non trascurabili e sconfiggono questa bruttura che le circonda stando nel gruppo che diventa, però, una gang. Per difendersi da una realtà difficile contrattaccano e diventano violente".
Non è un libro che parla solo di bullismo…
"Si parla di bullismo, si parla di gang con capitoli specifici, ma sostanzialmente non vorrei etichettare queste ragazze come bulle. Le protagoniste sono teppiste che fanno del male, in primis, a loro stesse. Non si accaniscono in modo ripetitivo su una sola vittima, su una persona più debole, che è la prerogativa del bullismo. Compiono azioni che sono deprecabili e rasentano la devianza o la criminalità, in alcuni casi. Le protagoniste si vanno a cacciare in situazioni molto pericolose: accadrà anche un fatto tragico che le coinvolgerà e dal quale nascerà una speranza per un loro futuro diverso".
C’è qualcosa di lei in qualcuna delle protagoniste?
"Diciamo che il personaggio al quale mi sento più legata è Rosaria poiché più fragile fra tutte e con le caratteristiche di essere una potenziale vittima del bullismo".
Nel libro non si parla di social media o di telefonini come, invece, avviene in maniera esasperante nell’attualità, dove, purtroppo, troviamo riprodotto di tutto on line…
"Le protagoniste non sono affascinate dalla tecnologia o dai telefonini: la loro comunicazione è diretta poiché trascorrono molte ore della giornata insieme, a stretto contatto. Non in maniera virtuale come avviene per tanti adolescenti sempre insieme al loro smartphone e on line".

Adolescenti e periferie, nel romanzo di Paola della Meriga, descritte dopo studi e sopralluoghi in zone cittadine decentrate fatti proprio dall’autrice: due realtà, quella degli adolescenti, l’attuale “ Generazione Z”, e delle periferie cittadine, troppe volte dimenticate, che dovrebbero essere curate meglio sia dalla famiglia, scuola e istituzioni. Ma questo è un altro discorso.

Massimiliano Bordoni

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