Oggi le lavoratrici e i lavoratori di Tim scioperano a Roma per protestare contro il nuovo piano industriale dell’azienda. che prevede di separare rete e contenuti, creando decine di migliaia di possibili esuberi. Ciò che preoccupa maggiormente le organizzazioni sindacali (Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom) è dunque il futuro dei dipendenti e il silenzio del Governo e della maggioranza della politica riguardo a quello che dovrebbe essere un settore fondamentale, motivi che hanno spinto a scioperare quasi 40mila dipendenti in tutta Italia.
«Quando si parla di rete Tim si parla anche di rete nazionale - commenta Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale - Spiace constatare che la discussione del nostro Consiglio Regionale e di altri sul tema non abbia fatto cambiare posizione al Governo che pare ascoltare solo i poteri forti e rispondere solo ai meri interessi finanziari e di pochi. Il Governo dovrebbe invece valorizzare il lavoro dei dipendenti Tim, un lavoro tecnico e necessario per la crescita e lo sviluppo delle telecomunicazioni del Paese».
La questione era stata oggetto di discussione in Consiglio Regionale dove i sindacati avevano spiegato come lo scorporo non solo danneggiava l’occupazione (si parla della quinta azienda più grande del Paese) ma per un piccolo vantaggio della finanza avrebbe portato a un inevitabile danno dello sviluppo tecnologico del nostro Paese.
«Si tratta di una misura che determina un indebolimento della nostra rete tecnologica e di telecomunicazioni a favore di operazioni finanziarie - continua Pastorino - Si stanno compiendo scempi che, inevitabilmente, pagheranno le lavoratrici e i lavoratori di Tim ma soprattutto il Paese con una parcellizzazione che servirà solo a fare profitti per pochi privilegiati».