Economia - 29 giugno 2022, 15:06

Stop al bonus 110% per l'edilizia, a rischio gli interventi di riqualificazione di Begato

L'allarme di Ance Genova: "Si rischia di mettere in discussione un'occasione importante per il benessere di chi abita a Begato o in altri quartieri in cui si vivono situazioni di disagio sociale”

Stop al bonus 110% per l'edilizia, a rischio gli interventi di riqualificazione di Begato

Stop al bonus 110 per cento. L'indicazione del premier Mario Draghi è chiara: non ci sono più fondi per prorogare, come chiedevano i partiti del suo governo, la misura nata durante il governo Conte per dare una spinta al settore dell'edilizia. A pesare soprattutto la delicata questione della cessione del credito, che le banche hanno smesso di accettare, con il risultato di diverse aziende che hanno effettuato interventi a riscuoterli.

La proroga non sarà quasi sicuramente concessa per gli interventi di edilizia privata, mentre ci sarebbe uno spiraglio per quanto riguarda quelli di edilizia popolare, che, senza la proroga del finanziamento rischierebbero il blocco, o quantomeno di subire ritardi.

L'allarme è lanciato dal presidente di Ance Genova Giulio Musso: “Sul settore privato non c'erano grosse aspettative, ma mi lascia sorpreso l'ipotesi di stop alla proroga sull'edilizia popolare. – spiega Musso a La Voce di Genova – Arte a Genova ha messo a bando diversi immobili da riqualificare non solo dal punto di vista energetico, ma anche per quanto riguarda il degrado urbano. Un esempio è la riqualificazione di Begato, i cui lavori dovrebbero partire a luglio”.

“Tanti interventi – continua – rischiano di non poter partire, si dovrà fare in fretta a definire le nuove regole perché si tratta di procedure pubbliche, il cui iter di approvazione è piuttosto lungo”.

Arte ha bandito interventi per circa 200 milioni di euro non solo a Begato, ma in tutta la provincia. “Così si rischia di mettere in discussione un'occasione importante per il benessere di chi abita a Begato o in altri quartieri in cui si vivono situazioni di disagio sociale”.

Sulla cessione del credito Musso auspica un intervento del governo: “è importante sbloccare la cessione ai soggetti che operano con le banche, che altrimenti si trovano in seria difficoltà”.

Pur avendo dato spinta al settore, tra i professionisti c'è scetticismo su come sia stato gestito il bonus del 110%. “Troppe le regole che sono cambiate, inoltre ci sono state varie frodi relative a un altro bonus, quello del 90%, che è molto poco controllato per quanto riguarda tutti gli iter, dall'approvazione all'esecuzione e tutto è finito in un unico calderone”.

A questo si aggiunge il fatto che i bonus hanno attirato tantissime aziende che fino a poco tempo fa non operavano nell'edilizia, e che si sono improvvisate, con rischi in primis sulla sicurezza dei lavoratori. “Noi abbiamo chiesto che tutte le aziende che avessero possibilità di accedere ai bonus fossero certificate, ma la confusione nata dall'ingresso di imprese che non avevano i requisiti ha fatto sì che pagassero anche le aziende qualificate”, spiega ancora Musso

Uno spiraglio invece potrebbe arrivare con la crisi delle materie prime, nata durante la pandemia e accentuata con il conflitto tra Russia e Ucraina. “Con il decreto aiuti il Governo ci ha messo una pezza rispetto ai decreti di compensazione nel primo e secondo semestre, adesso è stato chiarito che le stazioni appaltanti devono applicare i prezzari aggiornati del costo delle materie prime”, conclude il presidente di Ance.

Francesco Li Noce

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