Attualità - 02 agosto 2022, 17:57

Un bagno, piccolo, lungo e stretto: le misure in un progetto

Quanto può essere piccolo un bagno? Prima di iniziare un progetto occorre partire dalle dimensioni dell’uomo, e rendere ogni spazio sicuro e utilizzabile

Un bagno, piccolo, lungo e stretto: le misure in un progetto

Uno dei problemi più comuni che i nostri clienti affrontano nel corso della ristrutturazione della propria casa è la mancanza di spazio. In particolare quando si tratta di inserire alcuni oggetti fondamentali in un ambiente come il bagno, che deve essere ergonomico e pratico.

Che si tratti di famiglie numerose o di giovani coppie, le persone cercano sempre più spesso di ottimizzare gli spazi sfruttanto al massimo ogni centimetro disponibile senza appesantire troppo lo spazio o compromettere lo stile e la comodità. 

Ho deciso di partire da un progetto realmente realizzato a pianta rettangolare, quindi un volume reale con i suoi pregi e difetti.

Le misure minime

Quanto può essere piccolo un bagno? Prima di iniziare un progetto occorre partire dalle dimensioni dell’uomo, e rendere ogni spazio sicuro e utilizzabile. 

Vaso e bidet

Esistono in commercio sanitari dalle dimensioni più svariate, ma solitamente vaso e bidet hanno una larghezza di 34-38 centimetri, e una profondità di 48-56 centimetri circa.

Tra vaso e bidet è necessario mantenere una misura minima di 20 centimetri, in considerazione dell’utilizzo e dell’ingombro delle gambe. Stesso discorso vale per gli oggetti vicini, che devono essere separati da almeno 20 cm.

Doccia

La doccia, unitamente al suo piatto, può essere larga 70 centimetri, ma 80 è una misura più comoda. La largehzza può andare da 80 sino a 150 o oltre. In quest’ultimo caso si utilizzano piatti doccia personalizzabili, che si possono tagliare a seconda delle necessità e delle smussature della parete su cui si appoggia.

Mobili lavabo

Per quanto riguarda i mobili con lavabo ultimamente ci sono molte aziende che producono mini vasche di soli 40 centimetri di larghezza, ma se parliamo di misure standard partiamo da 55 – 80 cm di larghezza, a seconda del produttore, e di una profondità di 50 cm.

Calorifero

Il calorifero ha il vantaggio di poter essere inserito, a seconda della posizione delle colonne, in molte zone diverse, quindi su parete isolata ma anche al di sopra del bidet se non vi è spazio sufficiente. Valutate le misure degli interasse dei radiatori e rispettate una ordine nel posizionarlo.

Bagno rettangolare stretto e lungo

La progettazione di uno spazio lungo è molto meno fantasiosa rispetto a uno quadrato, che permette di lavorare su più soluzioni girando gli elementi di progetto, ma la maggior parte delle volte, se non vi sono particolari vincoli, semplifica il layout. I sanitari, quindi vaso e bidet sono di solito “in batteria”, ossia uno vicino all’altro, così come il lavandino e la doccia.
Il posizionamento di quest’ultima dipende molto della lunghezza della stanza, e dalla spazio che vogliamo che occupi.

In questo appartamento realizzato a Genova, è presente una colonna degli impianti a metà della stanza, che in questo caso non è stata uno svantaggio a livello progettuale, poichè ha interroto la lunga rigidità longitudinale e ha permesso di nascondere il radiatore, inserito in uno spazio meno visibile. 

Tre sono state le soluzioni proposte, vediamole assieme.

 

Variante 1: doccia quadrata e piastrelle a tutta altezza

Abbiamo cura di ogni progetto, e assieme al cliente scegliamo la soluzione migliore per quello spazio, e per chi vive la casa. I sanitari scelti hanno in questo caso misure standard ossia 56 cm, poiché i proprietari sono alti e non hanno voluto rinunciare alla comodità. Il lavandino ha una larghezza di 80 cm, e il piatto doccia  è un quadrato con il lato di 90 cm. Una dimensione giusta anche in funzione della vicinanza al radiatore e quindi a un asciugamano che può essere riscaldato al di sopra.

Piastrellatura

Avendo scelto di inserire in questa variante una doccia quadrata, ho cercato di dissolvere la doccia nella parete frontale, senza creare una divisione tra la parte destra e quella sinistra, che definirebbe invece una sorta di restingimento visivo verticale.

Con la posa di piastrelle a tutta altezza, nello specifico Marazzi 60×120 cm effetto marmo Calacatta, il rivestimento è continuo, e crea una sorta di quinta sulla quale la doccia si prospetta. 

La parete compresa tra finestra e doccia è stata sfrutata per inserire gli accessori, tra cui uno sgabellino per cosmetici e un telo bagno appeso a parete in tinta.

Variante 1: doccia quadrata e piastrelle ad altezza 270 e 120

In questa variante la doccia ha un rivestimento diverso dal resto del bagno, con piastrelle Marazzi 60×120 cm effetto marmo Calacatta sulla doccia, e  Lume 6×24 cm posate verticalmente sino ad una altezza di 120 cm sul lato dei mobili e del lavabo. La parete frontale è quindi divisa in due, segnando una netta separazione tra la zona impermeabile e quella semi impermeabile.

La piastrellatura a 120 cm da terra definisce una orizzontalità, rendendo il bagno più dilatato.

Variante 3: doccia rettangolare e piastrelle a tutta altezza

In questo caso non vi sono angoli inutilizzati, la doccia si prospetta lungo tutta la parete frontale, fondendosi grazie anche al rivestimento a tutta altezza che uniforma lo spazio.

La superficie appare dilatata, merito anche delle piastrelle che, come una lunga fascia, percorrono i due lati della doccia includendo il mobile lavabo.

Lo svantaggio di questa soluzione è il superamento della lastra di cristallo per raggiungere la finestra del bagno, operazione che risulta spesso scomoda ad alcune persone. Allo stesso tempo il box doccia uniforme non crea alcun taglio verticale che divide la parete.

COLORE ROSSO

 

Piastrelle quadrate e fughe colorate ci hanno permesso di offrire una soluzione divertente e contemporanea, che lega la zona della doccia a quella del lavabo.

 

Oramai le aziende offrono una palette colore di fughe molto ampia che permettono a noi architetti d’interni di realizzare progetti moderni e di design.

COLORE BLU

La variante blu è definita dal solo utilizzo della tinta data a parete, che può essere dato in vernice lavabile oppure a smalto. Operazione che può essere fatta con qualsiasi colore a seconda dello stile che desideriamo e dell’effetto che vogliamo ottenere. In questo caso l’effetto “pop” è assicurato!

La scelta di accostare un colore a un effetto marmo è molto coraggiosa, poichè le vene del marmo, se troppo intense o diffuse, possono creare un effetto confusionario. In commercio vi sono però moltissime aziende che producono texture più o meno marmorizzate, per effetti più delicati.

Il mio consiglio è di valutare con attenzione lo spazio circostante compreso il legame con ogni elemento di arredo, senza dimenticare l’ergonomia che è alla base di ogni progetto d’interni di design o tralasciare l’effetto finale che le finiture hanno su spazi piccoli. 

 

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Giulia Grillo

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