Non c’è pace rispetto al progetto di riqualificazione del porticciolo di Pegli e rispetto alla costruzione della passeggiata a mare che possa unire la delegazione del Ponente con la Fascia di Rispetto di Pra’. È un discorso che tiene banco da moltissimi anni, che puntualmente finisce sui programmi elettorali (non da ultimo quello dell’attuale presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza), ma che poi viene altrettanto puntualmente disatteso.
L’origine di tutto è l’ormai ‘antica’ guerra giudiziaria tra i due soggetti che intendono portare avanti questo progetto: Porto Pegli srl da una parte e Bagni Castelluccio srl dall’altra. È una contesa che inizia nel lontano 2003 e che si è protratta sino ai giorni nostri, con l’ultima puntata che è andata a favore di Porto Pegli srl e che rappresenta un altro blocco in questo faticosissimo iter.
Quando ormai la gara sembrava essere risolta in favore di Bagni Castelluccio, ecco che invece è giunta la sentenza del Tar Liguria dello scorso 8 giugno che accoglie il ricorso di Porto Pegli, dichiara irregolare la procedura pubblica indetta dal Comune di Genova e condanna l’amministrazione comunale al pagamento delle spese processuali per una cifra di tremila euro.
La sentenza è firmata dai magistrati Luca Morbelli (presidente), Paolo Peruggia e Richard Goso (consiglieri) e contiene elementi di giudizio molto forti rispetto soprattutto all’ente pubblico che avrebbe dovuto gestire la gara: vale a dire Palazzo Tursi.
Secondo i giudici del Tar, infatti, l’allora assessore comunale all’Urbanistica, Simonetta Cenci, avrebbe preso decisioni in maniera autonoma, e non a livello collegiale: “Ha indebitamente manifestato la volontà dell’ente a tale riguardo, sostituendosi agli organi muniti di competenza in materia”, si legge nella sentenza.
Ma soprattutto, il Comune avrebbe scelto “in patente violazione dei principi di imparzialità e parità di trattamento in materia di procedure concorrenziali, il progetto valutato meno favorevolmente, ma modificato in melius d’ufficio attraverso il recepimento, sotto forma di prescrizioni, dei pregi del progetto concorrente”.
Vale a dire che Tursi scelse il progetto di Bagni Castelluccio, contrariamente a quanto indicato dalla Regione Liguria il 5 agosto del 2020, e poi vi inserì gli elementi migliorativi del progetto concorrente, ovvero quello di Porto Pegli. Ancora, secondo il Tar, “non è stata valutata la macroscopica differenza di valore economico tra i due progetti. Il Comune avrebbe dovuto invitare alla conferenza di servizi anche il Ministero dell’ambiente. Il Municipio territorialmente interessato non è stato coinvolto nel procedimento. La relazione urbanistica sarebbe inficiata da errori di calcolo delle superfici agibili per i servizi alla nautica e per ulteriori dotazioni nelle aree richieste in concessione”.
E ora? Il Comune dovrà valutare se ricorrere al Consiglio di Stato, oppure se far partire nuovamente una gara soffertissima e comunque con ormai scontati colpi di scena. Intanto, la zona di fronte a Pegli Lido è sempre più oggetto di degrado. Stesso discorso per la zona del Risveglio.
Durante la campagna elettorale, il sindaco di Genova, Marco Bucci, invitò un’assessora municipale del VII Ponente che gli chiedeva lumi sul progetto del porticciolo, Silvia Brocato, ad “andare a visionare le carte in Comune”. Era aprile e mancava ancora questo pezzo che riapre completamente tutto il discorso. La versione dello Studio Gnudi per Porto Pegli prevede 365 posti sulle banchine e 225 posti auto, oltre a spazi urbani, servizi e spazi commerciali. La passeggiata a mare di Pegli dovrebbe proseguire ricollegandosi alla Fascia di Rispetto di Pra’. Nelle intenzioni, era ipotizzata pure la creazione di una fermata della ferrovia di fronte a piazza Lido. Ma, per ora, rimane tutto sulla carta. Palazzo Tursi, attraverso il nuovo assessore all’Urbanistica, Mario Mascia, ha fatto sapere che sta studiando le carte processuali, per capire come muoversi.